I cambi, nell’ambito dell’economia e della finanza, rappresentano il tasso di conversione tra due valute diverse. Essi, dunque, indicano il valore relativo di una valuta rispetto a un’altra e sono determinati dal mercato dei cambi, dove avvengono le transazioni di scambio tra le differenti valute.
Cambi: cosa sono
I cambi sono espressi generalmente come il rapporto tra il valore di una valuta estera e quello della valuta nazionale. Ad esempio, se il cambio tra l’euro e il dollaro è di 1,20, significa che un euro equivale a 1,20 dollari. Ad influenzare i cambi ci sono una serie di fattori, tra cui:
- l’offerta e la domanda di valute;
- i tassi di interesse;
- l’inflazione;
- la politica monetaria e fiscale dei Paesi;
- gli eventi geopolitici ed economici.
Viene da sé che le fluttuazioni dei cambi possono avere un impatto significativo sull’economia di un Paese, sul commercio internazionale e sugli investimenti.
Tipologie di cambi
I cambi possono essere di diverse tipologie. La distinzione più importante è sicuramente quella tra fissi o fluttuanti. Nel caso di cambi fissi, il valore di una valuta è stabilito da un’autorità monetaria e rimane costante rispetto ad altre valute. Al contrario, i cambi fluttuanti sono determinati dal mercato e possono variare nel tempo in base alle condizioni economiche.
A cosa servono i cambi
I cambi sono fondamentali per le transazioni internazionali, come il commercio di beni e servizi, gli investimenti esteri diretti e gli scambi finanziari. Gli operatori finanziari, come le banche, le imprese e gli investitori, infatti, monitorano costantemente i cambi per prendere decisioni di investimento e gestire i rischi legati alle fluttuazioni valutarie.