I ritardi nell’apertura di una nuova partita Iva non sono determinati dai controlli effettuati dall’Agenzia delle Entrate per contrastare il fenomeno dell’evasione fiscale. A determinare eventuali contrattempi sono alcune nuove norme introdotte ultimamente.
Un contribuente – dopo che a seguito di un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate ha dovuto chiudere una partita Iva – ne può aprire una nuova. Ma prima deve presentare una polizza fideiussoria o una fideiussione bancaria da almeno 50.000 euro. Le tempistiche necessarie per aprire una nuova posizione fiscale sono più ampie rispetto a quelle ordinarie, ma i ritardi non devono essere associati a questo tipo di procedure.
A fornire questi chiarimenti ci ha pensato Federico Freni, Sottosegretario all’Economia, nel corso di una risposta fornita ad un’interrogazione che si è tenuta lo scorso 31 luglio 2024 presso la Commissione Finanze della Camera.
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Le tempistiche di apertura della Partita Iva
Nel corso del suo intervento alla Camera, Federico Ferri ha fatto il punto della situazione sulle tempistiche necessarie per aprire una nuova partita Iva e ha spiegato che:
L’Agenzia fa presente che, allo stato attuale, non sono note criticità generalizzate connesse al rilascio di nuove partite IVA ai destinatari dei provvedimenti di cui all’articolo 35, commi 15-bis e 15-bis.1, del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972 ferma restando la disponibilità da parte della stessa a esaminare eventuali specifiche segnalazioni di ritardi per poterne valutare le cause e, se del caso, porre in essere le conseguenti azioni correttive.
Ferri fornisce alcune informazioni a seguito di un’interrogazione che ha avuto come tema: Iniziative volte a superare le criticità relative all’apertura di nuove partite Iva.
Gli interroganti hanno messo in evidenza una serie di criticità che sono state riscontrate nel momento in cui i contribuenti chiedevano di aprire la partita Iva. E che sono stati riscontrati dopo che il legislatore ha introdotto una serie di provvedimenti legati alle norme per contrastare il fenomeno delle cosiddette partite Iva apri e chiudi.
Il sottosegretario è riuscito a fare chiarezza, spiegando che i tempi di rilascio della partita Iva, che viene aperta subito dopo che l’Agenzia delle Entrate ha emanato un provvedimento di chiusura, risultano essere:
Più ampi rispetto a quelli ordinari in quanto, come detto, devono essere effettuati dai competenti uffici dell’Agenzia i necessari controlli previsti dalla normativa sopra richiamata.
Da parte di Ferri, in altre parole, è arrivata un’ammissione sulle tempistiche di rilascio di una nuova partita Iva: i tempi sono effettivamente più lunghi. Ad ogni modo non sono stati riscontrati dei ritardi dovuti a dai controlli rafforzati.
Partite Iva apri e chiudi, controlli più rigidi
Tra le domande che sono state poste nel corso dell’interrogazione alla Commissione Finanze una ha avuto come oggetto le misure di contrasto al fenomeno delle cosiddette partite Iva apri e chiudi. Stiamo parlando, in altre parole, di quella particolare pratica grazie alla quale professionisti ed imprese richiedono l’apertura di una partita Iva e cessano l’attività prima del versamento delle imposte dovute.
Nel caso in cui dovessero essere individuati dei profili di rischio e il contribuente non si presenti presso gli uffici dell’Ade, è previsto che l’Agenzia delle Entrate emani un provvedimento di cessazione.
L’imprenditore, a questo punto, ha la possibilità di aprire una nuova partita Iva. La richiesta può essere effettuata direttamente dal lavoratore autonomo o dal legale rappresentante nel caso in cui la posizione fiscale si riferisca ad una società o ad un ente con o senza personalità giuridica.
A questo punto il soggetto ha la possibilità di presentare, in alternativa:
- una polizza fideiussoria;
- una fideiussione bancaria.
Criteri e modalità di attuazione della norma sono stati stabiliti attraverso un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 16 maggio 2023. All’interno dello stesso documento vengono indicati, in maniera dettagliata, quali siano le attività svolte dagli uffici in caso di richiesta di attribuzione di una nuova partita Iva da parte di un contribuente che, in precedenza, ha ricevuto il provvedimento di cessazione.
Sempre all’interno dello stesso provvedimento, l’Agenzia delle Entrate ha fornito una serie di chiarimenti in relazione:
- ai soggetti che sono destinatari delle disposizioni;
- alle modalità attraverso la quale richiedere la nuova partita Iva;
- quali riscontri devono essere effettuati sulla polizza fideiussoria;
- quali siano le modalità di determinazione degli importi oggetto di garanzia.
Tirando le somme, l’attribuzione di una nuova partita Iva può richiedere una tempistica più lunga rispetto alle procedure ordinarie.
Il fenomeno delle partite Iva apri e chiudi
Giusto per avere un’idea del fenomeno delle partite Iva apri e chiudi basti pensare che al 31 luglio 2023 (quelli dell’anno scorso sono i dati più recenti), sono state 1.221 le partite Iva che sono state chiuse d’ufficio. Almeno la metà delle chiusura ha interessato Lombardia e Lazio, con rispettivamente 359 e 254 chiusure, che complessivamente rappresentano il 50% dei provvedimenti che sono stati presi in Italia. Tra le altre regioni dove sono stati registrati molti provvedimenti di chiusura c’è la Campania, con 166 chiusure, ovvero il 14% del totale. Seguono la Toscana e il Veneto, dove sono stati adottati 105 provvedimenti di chiusura per ciascuna regione.
L’Agenzia delle Entrate aveva, inoltre, comunicato di aver passato al vaglio altre 500 partite Iva per le quali c’erano alcune anomalie sotto il profilo soggettivo: hanno realizzato delle operazioni economiche per oltre 2 miliardi di euro.
In sintesi
A seguito di un’interrogazione parlamentare, nella quale si è puntato il dito contro le tempistiche di apertura di una partita Iva, dopo che è stato emesso un provvedimento di chiusura di una posizione fiscale, Federico Freni ha dovuto sostanzialmente ammettere che le tempistiche risultano essere leggermente più lunghe del consueto.
Anche se i ritardi non sembrerebbero essere collegati alle nuove procedure introdotte dalla normativa per controllare i casi più delicati.