Congedo parentale per 3 mesi all’80%, la conferma in Manovra

La maggioranza è al lavoro per confermare anche nella Manovra 2026 l'aumento all'80% della retribuzione di 3 mesi del congedo parentale

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

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Indennità pari all’80% della retribuzione per 3 mesi ai genitori anche nella Manovra 2026. Allo studio della maggioranza la conferma dell’aumento della somma riconosciuta sul congedo parentale facoltativo, nel primo trimestre subito dopo la fine di quello obbligatorio. La misura, già inserita nella scorsa legge di Bilancio e valida per il 2025, potrebbe essere estesa a un periodo anche superiore.

È quanto emerso da fonti parlamentari, che hanno fatto sapere di essere al lavoro sull’analisi dei costi e delle risorse per estendere la durata della copertura all’80% del congedo parentale.

Il congedo parentale facoltativo

Nel 2025, l’indennità è riconosciuta ai genitori, successivamente a quelle di maternità e paternità, che hanno il diritto di astenersi dal lavoro per prendersi cura dei figli entro i 12 anni di età, o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento, fatti salvi i casi di bambini con disabilità.

Alla mamma e al papà lavoratori dipendenti spetta la copertura di 3 mesi a testa, non trasferibili all’altro genitore, più altri 3 mesi da ripartire senza vincoli, per un totale di 9 mesi di congedo parentale facoltativo.

Per la coppia di genitori dipendenti il periodo è di 10 mesi, che può arrivare a 11 se il padre non lavora per almeno tre mesi consecutivi o spezzati.

Per gli iscritti alla Gestione separata Inps sono riconosciuti 6 mesi alla madre e 6 mesi al padre, 9 mesi per la coppia di genitori da poter utilizzare entro i primi 12 anni. Ai lavoratori autonomi sono invece concessi 3 mesi di congedo a testa, entro il primo anno di vita.

L’indennità

Secondo quanto previsto dalle novità introdotte nella Manovra 2025, l’indennità del congedo parentale è stata ripartita per quest’anno sulla base di questo schema:

  • un mese all’80% della retribuzione entro i 6 anni di vita del figlio o dall’ingresso in famiglia, riconosciuto a coloro che hanno fruito del congedo obbligatorio tra il 1 gennaio 2023 e il 31 dicembre 2023;
  • un mese aggiuntivo, pagato sempre all’80% e con gli stessi criteri anagrafici, per chi ha ricevuto il congedo obbligatorio tra il 1 gennaio 2024 e il 31 dicembre 2024;
  • un mese ulteriore sempre all’80% ed entro i 6 anni di vita del figlio, ai genitori che beneficiano del congedo obbligatorio a partire dal 1 gennaio 2025;
  • i restanti 6 mesi sono indennizzati al 30%;

Oltre i 9 mesi, eventualmente richiesti dai genitori, l’indennità è pari al 30% dello stipendio se in possesso di un reddito individuale inferiore a 2,5 volte l’importo del trattamento minimo di pensione Inps. In caso contrario, la domanda non è ammessa.

L’estensione nella Manovra 2026

In vista della prossima legge di Bilancio, l’intenzione del governo sarebbe dunque quella di replicare lo stesso modello, almeno per i primi mesi del congedo parentale.

Un intervento in linea con le misure a sostegno della conciliazione tra vita privata e lavoro e gli aiuti alla natalità, previsti nella Manovra 2026, come da linee guida del Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp) approvato giovedì scorso.

Si tratta di un periodo di astensione facoltativa dal lavoro concesso ai genitori per prendersi cura del bambino nei suoi primi anni di vita e soddisfarne i suoi bisogni affettivi e relazionali