Inviare e-mail? Genera inquinamento ed ecco perché

Secondo alcuni studi, inviare una mail provoca emissione di CO2 con conseguenti ripercussioni sull'ambiente

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Alessandro Mariani

Giornalista

Nato a Spoleto, dopo una laurea in Storia e una parentesi in Germania, si è stabilito a Milano. Ha avuto esperienze in radio e in TV locali e Nazionali. Racconta la società, con un focus sulle tematiche ambientali.

Pubblicato: 11 Marzo 2019 12:42Aggiornato: 6 Maggio 2024 19:20

Inviare e-mail: un gesto che compiamo tutti i giorni e probabilmente per diverse volte.

E-mail: un’innocua attività o un’insospettabile fonte di inquinamento?

Si tratta di un’attività semplice, che porta via pochi minuti consentendo l’arrivo della comunicazione desiderata al destinatario in tempo reale. Sembrerebbe ci siano solo vantaggi, ma in realtà inviare e-mail genera inquinamento.

A rivelarlo sono i dati registrati da alcuni studi condotti sull’argomento e che non hanno fatto altro che confermare l’impatto ambientale (negativo) provocato dal loro semplice invio. Già alcuni anni fa, una ricerca dell’Agenzia francese per l’ambiente aveva effettuato un’analisi su quanto l’uso di posta elettronica incidesse sui consumi energetici e di conseguenza sulle emissioni di gas serra. E i risultati non erano di certo incoraggianti: una sola e-mail da 1 megabyte arrivava a emettere fino d 19 grammi di CO2, per cui se si considera che il numero di e-mail inviate ogni giorno ammonta a 190 miliardi, è facile comprendere l’impatto sull’ambiente.

Email: un’inconsapevole fonte di anidride carbonica e inquinamento ambientale

L’emmissione di anidride carbonica a causa dell’invio di e-mail è stato ribadito anche dagli studiosi ambientali del Servizio per i Consumatori bavarese (Verbraucher Service Bayern ) e dove, stando a quanto affermato da Marianne Wolff del team del Verbraucher Service Bayern: “Un’e-mail senza allegati è fonte dell’emissione di circa 10 grammi di anidride carbonica, corrispondente al carbon footprinting – impronta di carbonio – di un sacchetto di plastica”.

Non solo: anche immagazzinare e-mail all’interno dei data center presenti in tutto il mondo comporta un consumo di energia notevole. Quest’ultima è infatti indispensabile per alimentare e raffreddare al contempo i server e tutto questo rappresenta una fonte di inquinamento, spesso sottovalutata.

E con la costante evoluzione della digitalizzazione, anche l’inquinamento ambientale sembra essere destinato a crescere, in virtù di questo motivo. In questo senso, parlano chiaro i dati Cisco Visual Networking Index: i 46.600 Gigabyte al secondo prodotti nel 2017 potrebbero infatti diventare 150.700 nel 2022.

Si può fare qualcosa per ridurre l’inquinamento da e-mail? Basterebbero alcuni piccoli accorgimenti che nel lungo termine potrebbero fare la differenza. A indicarli è sempre Marianne Wolff: ad esempio eliminare le mail che non servono più svuotando il cestino, o anche allegare foto in bassa risoluzione quando possibile, o impostare un filtro antispam per ridurre al minimo la conservazione delle mail, sono i primi passi per diminuire l’inquinamento.

Verso una gestione più sostenibile delle e-mail

L’impatto ambientale delle e-mail è una questione rilevante che richiede azioni concrete per ridurre il consumo di risorse e le emissioni di anidride carbonica. Sebbene l’invio di singole e-mail possa sembrare un atto banale, il loro impatto cumulativo sull’ambiente è significativo. Piccoli gesti come eliminare le e-mail superflue, ridurre le dimensioni degli allegati e impostare filtri antispam possono contribuire a mitigare questo impatto.

Inoltre, è essenziale promuovere la consapevolezza sull’importanza di una gestione sostenibile delle comunicazioni digitali e incoraggiare l’adozione di pratiche più ecologiche nella vita quotidiana. Con un impegno collettivo per ridurre l’impatto delle e-mail sull’ambiente, possiamo muoverci verso un futuro più sostenibile e rispettoso del pianeta.