Trattato globale sulla plastica, al via i negoziati Inc-5 per ridurre l’inquinamento

A Busan, in Corea del Sud, si è aperto il quinto round dei negoziati per definire un accordo vincolante per affrontare la crescente crisi ambientale e sanitaria

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Pubblicato: 25 Novembre 2024 17:27

A Busan, in Corea del Sud, si è aperto oggi il quinto e ultimo round dei negoziati internazionali (Inc-5) per la definizione di un trattato globale sull’inquinamento da plastica, un accordo che, se approvato, sarà legalmente vincolante. Si tratta di una fase cruciale per affrontare una delle emergenze ambientali più pressanti, che ha impatti devastanti non solo sugli ecosistemi, ma anche sulla salute umana.

L’inquinamento da plastica rappresenta una sfida ambientale e sanitaria di proporzioni enormi. La produzione globale di plastica è destinata a crescere del 70% entro il 2040, raggiungendo la cifra impressionante di 736 milioni di tonnellate all’anno. Di conseguenza, i rifiuti di plastica potrebbero raddoppiare nello stesso periodo, aggravando ulteriormente una crisi già difficile da gestire.

Le conseguenze di questa crescita non si limitano alla quantità di rifiuti visibili: le microplastiche, frammenti minuscoli che derivano dalla decomposizione dei prodotti plastici, stanno invadendo gli oceani, il suolo e persino l’aria che respiriamo. Queste particelle si accumulano lungo le catene alimentari, con effetti potenzialmente nocivi per la salute umana e animale.

La sfida del trattato

I negoziati di Busan rappresentano l’ultima occasione per concordare un trattato globale che possa disciplinare la produzione, l’uso e lo smaltimento della plastica. Tra le principali questioni in discussione vi sono:

  • La riduzione della produzione di plastica: un passo fondamentale per frenare l’incremento esponenziale previsto nei prossimi decenni;
  • La gestione dei rifiuti plastici: sviluppare un sistema globale che incentivi il riciclo e limiti la dispersione nell’ambiente;
  • L’eliminazione progressiva di prodotti plastici monouso: uno dei principali fattori dell’inquinamento;
  • Il sostegno ai Paesi più vulnerabili: molti Stati, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, non dispongono delle infrastrutture necessarie per affrontare il problema in modo efficace.

Un eventuale fallimento degli incontri rischierebbe di aggravare ulteriormente una situazione già critica, compromettendo non solo gli ecosistemi, ma anche la qualità della vita delle generazioni future. I delegati dei vari Paesi dovranno confrontarsi con interessi economici contrastanti, tra cui la forte pressione delle industrie petrolchimiche, le quali traggono enormi profitti dalla produzione di plastica.

Verso un accordo vincolante

Se i negoziati avranno successo, il trattato potrebbe diventare un modello di riferimento per la gestione globale della plastica, contribuendo a limitare le emissioni di CO2 associate alla sua produzione e riducendo l’impatto ambientale dei rifiuti. Tuttavia, la sua efficacia dipenderà dalla volontà politica dei Paesi firmatari di rispettare gli impegni presi e di adottare misure ambiziose.

Con l’aumento dei rifiuti e delle microplastiche che minacciano ogni angolo del pianeta, la comunità internazionale si trova a un bivio: agire ora o lasciare che il problema diventi incontrollabile. La speranza è che Busan segni una svolta concreta e ambiziosa per il futuro del pianeta.

Trattato globale sulla plastica: negoziati in corso per un accordo cruciale

L’obiettivo è giungere entro il 1° dicembre all’approvazione di un documento convincente, capace di affrontare la crisi globale dell’inquinamento da plastica. Tuttavia, le posizioni tra le nazioni restano distanti, rendendo complesso il raggiungimento di un consenso unanime. Più di 60 nazioni “ad alta ambizione”, guidate da Ruanda e Norvegia, spingono per un approccio che affronti l’inquinamento da plastica lungo l’intero ciclo di vita del materiale, dalla produzione allo smaltimento. Questo approccio, che prevede una significativa riduzione della produzione, è sostenuto da organizzazioni ambientaliste e dalla società civile, che chiedono un trattato giuridicamente vincolante.

Al polo opposto si collocano i Paesi produttori di petrolio, che si oppongono fermamente a qualsiasi riduzione della produzione di plastica. Questi Stati considerano la plastica un settore strategico, fortemente legato all’economia petrolchimica, e temono le ripercussioni economiche di un trattato troppo restrittivo.

Nonostante le divergenze, le nazioni più ambiziose sottolineano l’importanza di un’azione immediata. Una portavoce del gruppo dei 60 Paesi, intervistata dal Guardian, ha dichiarato: “Non possiamo aspettarci un trattato perfetto, ma dobbiamo fare progressi concreti. Il mondo ha un disperato bisogno di leadership e di buone notizie”.

La necessità di una leadership forte si scontra però con gli interessi delle grandi industrie petrolifere e chimiche, che esercitano un’influenza significativa sui negoziati, rallentando le decisioni più incisive.

Un processo negoziale lungo e partecipato

Inc-5 rappresenta la quinta sessione negoziale, preceduta da:

  • Inc-1 a Punta del Este (novembre 2022), che ha avviato il processo con un focus preliminare sull’urgenza del problema;
  • Inc-2 a Parigi (giugno 2023), dove sono stati discussi i primi elementi chiave del trattato;
  • Inc-3 a Nairobi (novembre 2023), che ha approfondito le modalità di attuazione del futuro accordo;
  • Inc-4 a Ottawa (aprile 2024), che ha registrato il record di partecipazione con 3.800 delegati da oltre 170 Paesi e 600 organizzazioni Observer.

Questi incontri hanno dimostrato l’enorme complessità del tema, ma anche il crescente interesse globale nel trovare soluzioni condivise.

L’ultimo round di negoziati è cruciale per definire un testo condiviso, che bilanci le esigenze ambientali con quelle economiche. Un fallimento avrebbe conseguenze devastanti: la produzione di plastica è destinata ad aumentare del 70% entro il 2040, con un impatto irreversibile sugli ecosistemi e sulla salute umana.

L’esito di Busan dipenderà dalla capacità dei delegati di superare le divergenze e di stabilire una visione comune per affrontare una delle crisi ambientali più urgenti del nostro tempo. Se approvato, il trattato potrebbe rappresentare una svolta storica nella lotta contro l’inquinamento da plastica, ponendo le basi per una gestione più sostenibile e responsabile del materiale.

Appello alla cooperazione globale per combattere l’inquinamento da plastica

L’eccessiva dipendenza dalla plastica sta avendo conseguenze devastanti sugli ecosistemi globali, come sottolineato dal Presidente della Repubblica di Corea, Yoon Suk Yeol, in un videomessaggio. La plastica, una volta simbolo di comodità, ha portato a un aumento esponenziale dei rifiuti, che ora minacciano la vita delle generazioni future. Yoon ha fatto appello agli Stati membri affinché si uniscano in solidarietà per finalizzare un trattato vincolante sull’inquinamento da plastica, aprendo così un nuovo capitolo storico per affrontare una delle più gravi crisi ambientali.

Anche Inger Andersen, direttore esecutivo del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep), ha evidenziato l’urgenza della situazione, dichiarando che il momento della verità è giunto. Secondo Andersen, nessuno vuole vedere plastica nelle comunità locali o sulle rive dei fiumi, né tanto meno che le particelle di plastica contaminino il corpo umano, entrando nel flusso sanguigno o nei bambini non ancora nati.

Il trattato in discussione a Busan questa settimana rappresenta un’opportunità storica per fermare la crisi globale dell’inquinamento da plastica. La posta in gioco è alta: in gioco c’è la salute pubblica, la protezione dell’ambiente e la tutela di un futuro privo di inquinamento da plastica. Il lavoro a Busan è chiaro: raggiungere un accordo globale che ponga le basi per un futuro in cui l’inquinamento da plastica sia finalmente congelato e affrontato con decisione.

Inc-5, un trattato cruciale per il futuro dell’ambiente

L’Inc-5 ha rappresentato un’importante fase finale di negoziati, preceduta da numerosi incontri preparatori, tra cui riunioni ministeriali e consultazioni regionali, con la partecipazione attiva di osservatori. Le discussioni hanno evidenziato le richieste globali per un futuro sostenibile e privo di plastica nociva.

L’ambasciatore Luis Vayas Valdivieso, presidente dell’Inc, ha sottolineato le necessità urgenti espresse dalle voci mondiali, come la richiesta di pasti sani privi di microplastiche, aria pulita, oceani e foreste sani, e prodotti in plastica sicura. Questi obiettivi richiedono un impegno concreto per promuovere l’innovazione, la circolarità e la collaborazione per sostituire i materiali plastici dannosi. Secondo Vayas Valdivieso, il trattato deve essere costruito utilizzando ogni strumento del multilateralismo e spingendo per un impegno globale ambizioso, superando le differenze e affrontando collettivamente la crisi plastica.

Jyoti Mathur-Filipp, segretario esecutivo dell’Inc, ha evidenziato l’importanza di questi negoziati, affermando che il successo di questi incontri modificherà direttamente la realtà presente e futura del nostro mondo. Una volta ratificato il trattato, ha aggiunto, le parole dovranno tradursi in azione, con un focus sull’attività concreta e sull’implementazione delle soluzioni promesse.