Calcio, l’abito fa il calciatore 4.0 (e previene gli infortuni)

Quando la tecnologia incontra l’industria del calcio, anche la maglietta o il pantalone diventano dei dispositivi in grado di supportare l'atleta e prevenire infortuni. Capiamone di più con Federico Izzo di H-Cube

Pubblicato: 11 Dicembre 2023 12:30

Donatella Maisto

Esperta in digital trasformation e tecnologie emergenti

Dopo 20 anni nel legal e hr, si occupa di informazione, ricerca e sviluppo. Esperta in digital transformation, tecnologie emergenti e standard internazionali per la sostenibilità, segue l’Innovation Hub della Camera di Commercio italiana per la Svizzera. MIT Alumni.

Il Social Football Summit 2023 ha restituito una visione più umana del calciatore e dell’industria del calcio. Si è guardato al calciatore e alla sua gestione come un lavoratore, con le sue fragilità psicologiche, le necessità di gestire in anticipo e bene il suo post carriera, di accompagnarlo nella formazione anche universitaria e di porre attenzione alla sua carriera, anche nella prevenzione e gestione degli infortuni.

E’ di pochi giorni fa, per esempio, il numero disarmante di infortuni che sta registrando il Milan. I numeri delle prime 18 partite stagionali, 13 di Serie A e 5 di Champions League, indicano come i rossoneri hanno dovuto fare i conti complessivamente con 87 indisponibilità per infortunio, con una media di 5 (4,8) giocatori a partita.

Se è vero che gli infortuni fanno parte del calcio e del mondo sportivo in generale è altrettanto vero che l’attenzione alla prevenzione degli stessi passa sempre più attraverso soluzioni tecnologiche, che impattano anche sull’abbigliamento sportivo.

Cosa vuol dire supportare gli atleti attraverso l’abbigliamento sportivo? Lo scopriamo insieme a Federico Izzo, CEO di H-CUBE, protagonista di Extra Time, il programma di innovazione del Social Football Summit 2023, che si pone l’obiettivo di dare spazio alle realtà che offrono prodotti e soluzioni innovative per l’industria del calcio.

Quali sono i principali infortuni calcistici su cui avete focalizzato l’attenzione per poi dar vita ai vostri prodotti?

In termini fisici si parla sempre di lesioni quali strappi muscolari, distorsioni e contusioni che colpiscono la parte inferiore del busto dei giocatori, che, per ovvie ragioni, è la più esposta a diversi carichi di fatica. Tutte queste tipologie di infortuni possono essere ricondotte a tre categorie principali: gli infortuni da contatto, quelli da non contatto e quelli recidivi.
H-Cube ha l’obiettivo di coprire tutte queste tre categorie, ma con livelli di affidabilità diversi. Le ultime due tipologie citate sono predicibili tramite un monitoraggio biometrico continuo dell’atleta ed analisi dei carichi di allenamento e mostrano un livello di affidabilità in termini di indici di rischio superiore all’80%.
Per ciò che concerne, invece, infortuni da contatto, essi si configurano generalmente come più complessi da prevedere in quanto soggetti ad un elevato grado di casualità. Nonostante ciò, però, gli algoritmi proprietari di Machine Learning creati sono comunque in grado di identificare pattern di comportamenti che, in concomitanza con l’evento casuale, favoriscono l’infortunio.
Questi, ad esempio, potrebbero essere una bassa attività parasimpatica, in gergo reazione dei riflessi lenta, oppure una postura di corsa o esercizi sbilanciati. Sono tutti fattori in apparenza impercettibili, ma che il nostro prodotto è in grado di cogliere e in un evento di infortunio giocano un ruolo fondamentale.

 Come l’abbigliamento sportivo diventa un elemento attivo nella prevenzione e nel trattamento degli infortuni?

Di per sé l’abbigliamento rappresenta un vero e proprio ponte tra il calciatore e un “personal sport scientist artificiale”, realizzato tramite algoritmi di auto apprendimento.
La maglietta o il pantalone diventano dei dispositivi in grado di estrarre in modo continuativo, preciso e soprattutto impercettibile dati inerenti all’atleta.
Se ci pensiamo, i vestiti sono l’unico elemento (quasi) sempre e costantemente in contatto con il nostro corpo, e per tale ragione, rappresentano il miglior elemento da utilizzare e sensorizzare per estrarre dati da esso. Se si abbina a questo la potenza degli algoritmi di AI in grado di analizzare grandi moli di dati in brevissimo tempo, è possibile prevedere, con un certo livello di affidabilità, l’esposizione all’infortunio e, cosa più importante, le possibili cause.
Tutto ciò fornito in modo preventivo all’allenatore permette di ottimizzare ed organizzare le sessioni di allenamento, con il fine di minimizzare i rischi per i singoli calciatori.

Quali informazioni vi ponete l’obiettivo di acquisire e con quali finalità?

Attualmente la tecnologia integrata nei capi d’abbigliamento H-Cube permette di estrarre informazioni inerenti all’attività cardiaca, la temperatura e la postura del giocatore. Questi dati sono ricavati non solo durante la fase di allenamento, ma principalmente durante la fase di recupero, ossia durante tutto il periodo temporale (parliamo di giorni) che intercorre tra le varie sessioni.
Inoltre, tramite i classici GPS, si estraggono informazioni inerenti ai km corsi, i passi e i momenti di attività più intensa. Se comparate con i piani di allenamento forniti dagli allenatori e i questionari soggettivi è possibile costruire uno screening completo dello stato di salute del calciatore, prevedendo e  mitigando i periodi di maggior esposizione agli infortuni.

Cosa vuol dire tecnologia H-Cube?

H-Cube sta per Hybrid Hi-Tech for Human e prima di tutto la tecnologia H-Cube vuole avere l’obiettivo di far sentire protetti gli atleti dagli infortuni. Uno dei valori principali della nostra realtà è credere fortemente nell’utilità della tecnologia come boost delle capacità umane, in questo caso, previsione degli infortuni ed in generale miglioramento dell’esperienza di crescita atletica.
Abbiamo lavorato molto in termini di sviluppo per rendere la tecnologia confortevole ed adattabile all’essere umano, progettando elettronica biocompatibile, elastica ed invisibile.
Infine, abbiamo studiato, in modo accurato, il fitting di ciascun capo d’abbigliamento con l’obiettivo di garantire un’esperienza di utilizzo al pari di una maglietta comune, ma con l’aggiunta di tecnologia per la salute.

Ti-Shirt e’ la maglietta innovativa che monitora l’allenamento e il recupero sportivo. Come funziona e su quali tecnologie si basa?

La maglietta sviluppata, che prende fantasiosamente il nome di Ti-Shirt, integra al suo interno un particolare tipo di elettronica flessibile elastica che viene prima stampata su un substrato plastico (denominato TPU) e poi laminata sul tessuto. Sembra un concetto molto tecnico, ma per intenderci, è lo stesso processo che si utilizza per incollare immagini su di una qualsiasi maglietta. Solo che in questo caso invece di immagini stampate, si utilizza un inchiostro elettricamente conduttivo e biocompatibile, disegnato in modo da funzionare come sensore cardiaco. Il prodotto finale risulta lavabile come una semplice maglietta, il che può sembrare scontato, ma non banale, quando si integra elettronica di questo tipo.
H-Cube offre diversi modelli di Ti-Shirt con vestibilità e colori diversi che sono indicati per essere indossati o durante l’allenamento o durante il recupero, come delle magliette comuni.

Un altro prodotto su cui vorrei soffermare l’attenzione è Ti-Patch, un patch in silicone morbido composto da circuiti flessibili. Cosa rileva e come è possibile utilizzarlo?

La Ti-Patch di fatto è una centralina esterna che può essere attaccata e staccata dalle varie magliette. Rappresenta il cervello del sistema ed è composta da elettronica flessibile, protetta da diversi layers di silicone che ne garantiscono l’isolamento dall’acqua e fattori esterni.
Questa CPU acquisisce tutti i dati dai sensori cardiaci presenti sulla maglietta, i dati di temperatura e postura e li condivide in tempo reale all’applicazione sempre in ascolto.
La nostra app Ti-Wear analizza e filtra in modo intelligente i dati ricevuti per ricavare ad esempio i battiti cardiaci o gli indici di stress e condivide tutto in tempo reale alla nostra piattaforma di elaborazione Ti-Dash. Questa rappresenta l’ultimo livello della tecnologia H-Cube. E’ una dashboard intuitiva che permette di accedere a tutti i livelli di dati del nostro sistema e fornisce le indicazioni inerenti al rischio di esposizione agli infortuni, i tempi di recupero e indici di salute per ogni singolo calciatore.

I prodotti che realizzate sono riservati solo ad un mercato “agonistico” o pensate ad una distribuzione più ampia?

Attualmente H-Cube sta valutando l’apertura di una nuova unità di business nel quale si impone come Technology provider, ossia fornitore di tecnologia per l’abbigliamento per tutte quelle aziende sportswear che potrebbero essere interessate a diversificare il proprio prodotto sul mercato.
Tutta la tecnologia H-Cube ha un elevato livello di compatibilità industriale con tutte le linee produttrici delle aziende sportswear e per tale ragione si configura come perfettamente integrabile nei prodotti consumer attualmente sul mercato.
Ovviamente l’offerta di business per i Brand sportswear avrà delle specifiche diverse. Ad ogni modo possiamo affermare che l’atleta acquirente di questa tecnologia dai nostri clienti Brand avrà accesso ad una versione light degli algoritmi di prevenzione infortuni, ma sviluppati per avere una compatibilità più ampia con maggiori discipline sportive.

Federico Izzo, CEO di H-CUBE

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