Mentre la guerra in Ucraina infuria, e Putin minaccia l’uso del nucleare, l’Unione europea rafforza ancora una volta il suo sostegno a Kiev e le sanzioni contro la Russia di Putin che ha aggredito violentemente il Paese, e la sua popolazione inerme. Per la prima volta in assoluto, l’Unione europea finanzierà l’acquisto e la consegna di armi e altre attrezzature a un Paese sotto attacco.
Cosa prevede il nuovo storico pacchetto di sanzioni Ue alla Russia
“Questo è un momento di svolta” ha commentato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen presentando il nuovo pacchetto di misure sanzionatorie contro Mosca. L’Ue sta rafforzando, ancora una volta, le sanzioni contro il Cremlino e il suo più grande sostenitore, il presidente della Bielorussia Lukashenko.
Ecco cosa prevede il nuovo pacchetto di sanzioni approvate:
- dopo Italia, Germania e Belgio, l’Ue tutta ha deciso di chiudere lo spazio aereo dell’UE per tutti i russi. Bruxelles ha predisposto un divieto su tutti gli aeromobili di proprietà russa, registrati o controllati dalla Russia. Questi aerei non potranno più atterrare, decollare o sorvolare il territorio europeo: questa forte restrizione si applica a qualsiasi aereo posseduto, noleggiato o altrimenti controllato da una persona fisica o giuridica russa. “Permettetemi di essere molto chiara – ha sentenziato von der Leyen -. Il nostro spazio aereo sarà chiuso a tutti gli aerei russi, compresi i jet privati degli oligarchi”
- in secondo luogo, con un altro passo senza precedenti, l’Ue vieta “la macchina dei media del Cremlino”. Russia Today e Sputnik, giornali di proprietà statale, così come le loro sussidiarie, non potranno più pubblicare le loro notizie false in Europa. “Non saranno più in grado di diffondere le loro bugie per giustificare la guerra di Putin e vedere la divisione nella nostra Unione” ha chiarito la presidente della Commissione Ue, esercitando un atto di potere enorme, che riscrive in parte la storia europea. “Stiamo sviluppando strumenti per vietare la loro disinformazione tossica e dannosa in Europa” ha detto
- terza drastica misura, viene preso di mira “l’altro aggressore in questa guerra”: il regime di Lukashenko, “complice di questo feroce attacco contro l’Ucraina” chiosa Von Der Leyen. Bruxelles colpirà il regime bielorusso con un nuovo pacchetto di sanzioni, agendo direttamente con misure restrittive nei confronti dei loro settori più importanti:
– in particolare, vengono fermate tutte le esportazioni in Europa dei loro prodotti, dai combustibili minerali al tabacco, dal legno e legname al cemento, dal ferro all’acciaio
– vengono estese anche alla Bielorussia le restrizioni all’esportazione introdotte sui beni a duplice uso per la Russia. “Ciò eviterà anche qualsiasi rischio di elusione delle nostre misure contro la Russia”: un’arma, questa, decisamente a doppio taglio visto che solo l’Italia rischia di perdere 1 miliardo (qui vi abbiamo spiegato come e perché)
– infine, verranno sanzionati tutti i bielorussi che aiutano lo sforzo bellico russo.
Cosa prevede l’altro pacchetto di sanzioni approvate
Tutte queste misure si aggiungono al pacchetto, già durissimo, presentato ieri, concordato con i partner internazionali Ue. Ecco cosa prevede quel pacchetto:
- le più importanti banche russe vengono escluse dal sistema SWIFT (qui cos’è e perché è così importante per Putin): questo garantisce che queste banche siano disconnesse dal sistema finanziario internazionale e danneggino la loro capacità di operare a livello globale
- vengono vietate anche le transazioni della Banca centrale russa e congelati tutti i suoi beni, per impedirle di finanziare la guerra di Putin: “Ci impegniamo a imporre misure restrittive che impediscano alla Banca centrale russa di dispiegare le sue riserve internazionali in modi che minano l’impatto delle nostre sanzioni” ha detto von der Leyen
- vengono colpiti i beni degli oligarchi russi e di tutti coloro – persone e entità – che facilitano la guerra in Ucraina e le attività dannose del governo russo. In particolare, vengono messe in atto misure per limitare la vendita della cittadinanza, i cosiddetti “passaporti d’oro“, che consentono ai ricchi russi collegati al governo russo di diventare cittadini dei Paesi Ue e di accedere ai nostri sistemi finanziari
- viene lanciata, la prossima settimana, una task force transatlantica che garantirà l’effettiva attuazione delle sanzioni finanziarie identificando e congelando i beni delle persone e delle società sanzionate che esistono all’interno delle giurisdizioni europee
- vengono fissate nuove sanzioni e altre misure finanziarie ed esecutive su ulteriori funzionari ed élite russi vicini al governo russo, e anche sulle loro famiglie e sui loro responsabili per identificare e congelare i beni che detengono nel territorio dei 27 Paesi membri
- viene rilevato e interrotto il movimento di guadagni illeciti e negata a queste persone la possibilità di nascondere i propri beni nelle giurisdizioni di tutto il mondo
- viene rafforzato il coordinamento contro la disinformazione e altre forme di guerra ibrida.
L’impegno dell’Ue verso i profughi
“La leadership del presidente Zelensky, il suo coraggio e la resilienza del popolo ucraino sono eccezionali e impressionanti. Sono un’ispirazione per tutti noi” ha proseguito von der Leyen, che “dà il benvenuto a braccia aperte” agli ucraini che devono fuggire dalle bombe.
“Stiamo mobilitando ogni sforzo e ogni euro per sostenere i nostri Stati membri orientali, per ospitare e prendersi cura di questi rifugiati. Lo faremo in piena solidarietà” (qui chi può essere chiamato alle armi in Italia in caso di conflitto).
Per non perderti le ultime notizie e ricevere i nostri migliori contenuti, iscriviti gratuitamente al canale Telegram di QuiFinanza: basta cliccare qui
Un incontro tra Ucraina e Russia sul confine con la Bielorussia
Intanto lunedì 28 febbraio si apre un minimo spiraglio di pace. Di mattina si terranno i colloqui tra le delegazioni russa e ucraina sul confine della Bielorussia.
Ad annunciarlo è stato il vice ministro dell’Interno ucraino Evgeny Yenin. La decisione di Kiev di inviare una delegazione nel Paese è arrivata dopo la telefonata tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il presidente bielorusso Aleksander Lukashenko.
In precedenza Zelensky aveva rifiutato l’offerta di negoziare in Bielorussia da dove, ancora questa mattina, erano stati lanciati missili all’indirizzo dell’Ucraina. ”Certo, vogliamo la pace. Vogliamo incontrarci, vogliamo la fine della guerra. Varsavia, Bratislava, Budapest, Istanbul, Baku. Queste le città che abbiamo offerto alla parte russa”, aveva detto.
Poi la decisione: “Abbiamo convenuto – ha spiegato Zelensky – che la delegazione ucraina si sarebbe incontrata con la delegazione russa senza precondizioni al confine ucraino-bielorusso, vicino al fiume Pripyat. Alexander Lukashenko si è assunto la responsabilità di garantire che tutti gli aerei, elicotteri e missili di stanza sul territorio bielorusso rimangano a terra durante il viaggio, i colloqui e il ritorno della delegazione ucraina”.
Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha sottolineato che “non c’è niente di male nel parlare e se il risultato è la pace sarà la benvenuta. Ma non ci arrenderemo, non capitoleremo, non cederemo neanche un centimetro del nostro territorio. Non è questo l’obiettivo della nostra lotta”.
“Kiev – ha spiegato – ascolterà ciò che la Russia ha da dire e discuterà del ritiro dei soldati russi dall’Ucraina per porre fine all’occupazione”. “Dopo diverse battute d’arresto subite dall’esercito russo, hanno annunciato di essere pronti a discutere senza precondizioni. Questa è una vittoria per l’Ucraina”, ha aggiunto nel corso di un punto stampa. “Il blitz russo – ha detto ancora – è fallito, non hanno raggiunto alcun importante obiettivo strategico. Stiamo sanguinando, ma stiamo infliggendo perdite disastrose ai russi”.