Quanto guadagna un insegnante? Stipendio medio e differenze con l’Europa

Gli insegnanti italiani non se la passano bene rispetto a molti colleghi europei: a fronte di un monte orario particolarmente gravoso, guadagnano meno

Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Quello dell’insegnante è indubbiamente tra i mestieri più difficili. Dopo tanti anni di studio, una lunga gavetta e numerosi concorsi per diventare di ruolo, stare in cattedra significa aggiornamento costante, disposizione all’ascolto dei giovani, grandi abilità comunitive e tanta responsabilità. Formare le menti di alunni e studenti non è certo un compito da poco.

Ci si aspetterebbe dunque uno stipendio alto, commisurato all’importante ruolo sociale di maestri e professori. Non è così, almeno in Italia, dove chi sceglie questa strada lo fa più per vocazione che per garantirsi una vita agiata, anche a fronte dell’alto numero di ore “sommerse” e non pagate che prevede questo lavoro. Vediamo quanto guadagnano gli insegnanti in Italia e nel resto d’Europa.

Come si diventa insegnante in Italia

Per diventare docente nella scuola sono necessari titoli di studio di accesso all’insegnamento e l’abilitazione all’insegnamento.

Nel caso della scuola dell’infanzia e per quella primaria (scuola materna e scuola elementare), i due titoli sono anche abilitanti.

Il panorama è più frammentato per quanto riguarda la scuola secondaria di I e II grado, ovvero le scuole medie e le scuole superiori. Oltre al titolo delle diverse classi di laurea che permettono l’insegnamento di specifiche materie, bisogna essere in possesso di 24 CFU in ambito antropologico, psicologico, pedagogico e metodologico. Questi non sono tuttavia necessari per gli insegnamenti tecnico pratici.

Bisogna poi entrare in graduatoria attraverso i concorsi, che da legge devono essere banditi annualmente, che permettono l’accesso alla cattedra come supplente, come insegnante di ruolo o come insegnante di sostegno.

Per quante ore lavora un insegnante

Per il personale docente l’orario settimanale è regolato dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. L’attività di insegnamento si svolge in 25 ore nella scuola dell’infanzia, in 22 ore nella scuola elementare e in 18 ore nelle scuole e negli istituti d’istruzione secondaria e artistica. Devono essere distribuite in non meno di cinque giornate settimanali.

A tali ore bisogna aggiungere però il tanto lavoro sommerso e non retribuito. Secondo un’indagine condotta nel 2022 dall’Osservatorio dei Conti Pubblici Italiani (OCPI), i professori lavorano ben 36 ore invece delle 18 stabilite dalla legge per tutte le attività che svolgono quando non siedono in cattedra.

Dalla rilevazione è emerso che quelli delle materie umanistiche lavorano 19 ore in più del previsto, mentre quelli delle materie scientifiche “solo” 17 ore in più. Dunque il doppio di quanto previsto dal contratto.

Tra le mansioni che si aggiungono alle lezioni frontali in aula, bisogna ricordarne alcune particolarmente dispendiose in termini di tempo.

È necessario poi sottolineare il ruolo di educatore dell’insegnante, che oltre agli argomenti da spiegare attraverso i libri, si fa spesso carico di dare lezioni di vita ai bambini e ai ragazzi, approfittando dell’attualità e delle dinamiche di classe per affrontare temi sociali, culturali e di educazione civica.

Quante ferie hanno davvero gli insegnanti

Il CCNL dispone il diritto dell’insegnante a un periodo di ferie retribuito, nel quale spetta lo stipendio ordinario, escluse le indennità per prestazioni di lavoro aggiuntivo o straordinario.

Si aggiungono anche 4 giornate di riposo che devono essere fruite entro il 31 agosto.

Quanto guadagna all’anno un insegnante?

Quanto guadagna al mese un insegnante

Per quanto riguarda lo stipendio, bisogna sottolineare che tutto dipende dal grado della scuola in cui si insegna e dall’anzianità di servizio. In media possiamo dire che la retribuzione annua lorda sia di circa 27.700 euro, a cui aggiungere la tredicesima e l’indennità professionale. Quest’ultima varia dai 120 ai 180 euro all’anno.

Quanto guadagna un maestro delle scuole elementari

Sono gli insegnanti delle scuole elementari a essere pagati meno di tutti. Nei primi 8 anni di carriera percepiscono solo 20.897,20 euro all’anno, arrivando a fine carriera a guadagnare 30.536,92 euro.

Gli insegnanti sono la categoria di laureati che guadagna meno. Nel caso di maestri e maestre, lo stipendio è solo del 67% rispetto alla media degli altri titolati.

Quanto guadagnano i professori delle scuole superiori

C’è un importante gap salariale tra il personale docente della scuola primaria e quello delle scuole medie e superiori. Nei primi 8 anni di servizio, infatti, i professori guadagnano 22.678,52 euro, quasi 2mila euro in più all’anno, rispetto ai maestri.

A fine carriera il divario si allarga e arriva a essere di circa 5mila euro. Sono gli insegnanti di educazione fisica delle medie e gli insegnanti laureati delle scuole di secondo grado a percepire più di tutta la categoria, con 35.505,47 euro all’anno a fine carriera.

A guadagnare più di tutti sono però i presidi di scuola superiore, con uno stipendio lordo annuo di quasi 70mila euro, il doppio dei propri colleghi.

Quanto guadagnano gli insegnanti nel resto d’Europa

Gli stipendi annuali medi degli insegnanti variano significativamente nei vari Paesi europei. Di seguito una tabella comparativa con il salario più basso percepito da quelli meno qualificati e con quello più alto dei docenti più titolati, in base a quanto riportato da Eurydice.

Paese Stipendio a inizio carriera Stipendio a fine carriera
Francia 28.385 euro 60.833 euro
Germania 55.551 euro 87.323 euro
Grecia 13.104 euro 25.848 euro
Italia 24.297 euro 40.597 euro
Spagna 31.847 euro 50.810 euro
Svizzera 69.281 euro 143.650 euro

Tra le principali economie, dunque, l’Italia arriva solo dopo la Grecia nella classifica degli stipendi più bassi dell’eurozona. I nostri insegnanti guadagnano decisamente meno dei colleghi tedeschi e francesi. Fuori dall’euro, invece, emerge il dato della Svizzera, dove gli insegnanti percepiscono un compenso di tutto rispetto.

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