Quanto guadagna un bidello: lo stipendio del collaboratore scolastico

Quanto guadagna un bidello in Italia? La sua è una professione essenziale per il funzionamento della scuola, ecco cosa sapere

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Redazione

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Fare il bidello, al giorno d’oggi denominato anche collaboratore scolastico, non è mai stato alla moda. Chi sogna di lavorare negli istituti, che siano di primo o secondo grado, nella maggior parte dei casi ambisce a diventare insegnante. Eppure il mestiere può regalare molte soddisfazioni e, soprattutto, garantire uno stipendio fisso mensile. Il bidello occupa una funzione essenziale per il funzionamento di una scuola, che sia pubblica o privata, e anche di grande responsabilità, stando a stretto contatto con giovani e insegnanti.

A livello di inquadramento professionale la sua è una delle figure appartenenti al cosiddetto personale Ata, vale a dire il personale amministrativo, tecnico e ausiliario degli istituti primari e secondari, di quelli speciali statali e delle istituzioni educative. Vediamo in termini di guadagno economico le cifre percepite.

Quanto guadagna un bidello

Di norma un bidello lavora 36 ore a settimana, concentrando la sua attività per la maggior parte durante la mattina. I turni possono comunque variare ed essere diversamente organizzati a seconda delle necessità delle singole scuole. Per esempio il contratto prevede la possibilità sia di un full time che di un part time.

Stando al Ccnl valevole per il personale Ata, all’inizio della carriera, cioè fino a 8 anni di lavoro, la retribuzione lorda su 12 mensilità, guadagni accessori inclusi, è pari 17.300,20 euro lordi. Declinata mensilmente ammonta a 1.441,7 euro lordi, a cui deve poi essere aggiunta la tredicesima. Dal punto di vista netto parliamo ci circa 1.100 euro.

Il valore dell’anzianità di servizio: come cambia lo stipendio

Ma lo stipendio di un bidello è variabile non solo in base alle ore di lavoro e al tipo di contratto stipulato. L’anzianità in questa professione assume un valore particolarmente rilevante. Più si hanno alle spalle anni di esperienza, maggiore è l’incremento del salario.

Tra i 9 e i 14 anni di lavoro lo stipendio cresce infatti fino ai 1.559,50 euro lordi mensili, mentre tra i 15 e i 20 anni di esperienza si arrivano a percepire mensilmente 1.645,3 euro lordi. Trascorsi i 21 anni di attività lo stipendio cresce ancora, arrivando a 1.731,7 euro lordi.

In definitiva, un bidello che sta per andare in pensione può guadagnare circa 1.479 euro netti, eventualmente maggiorati dall’assegno universale per figli a carico. Se confrontati con i guadagni degli insegnanti, i collaboratori scolastici in prossimità del pensionamento prendono di più rispetto a un docente all’inizio carriera e senza figli a carico. Ma ottengono 147,4 euro in meno al mese rispetto a un docente che ha fino a 8 anni di esperienza.

Le mansioni di un bidello

Come detto precedentemente, il bidello è fondamentale per portare avanti il sistema scolastico nel suo complesso. Le mansioni giornaliere sono numerose. Qui di seguito le principali:

Insomma, da queste funzioni si arriva a comprendere facilmente il ruolo di grande responsabilità che assume il collaboratore scolastico.

Cosa fare per lavorare come bidello

I bidelli vengono generalmente assunti tramite bando pubblico Ata. I requisiti di accesso sono:

Ma sono richiesti anche dei titoli di studio minimi:

Il percorso per diventare collaboratore scolastico si articola in due differenti vie. Colui che non ha maturato almeno 24 mesi di anzianità prima di prendere parte al bando è tenuto a presentare domanda per l’inclusione nelle graduatorie di Terza fascia. Da qui gli istituti fanno riferimento per supplenze e assunzioni a tempo determinato. Chi invece ha già maturato 24 mesi di anzianità di servizio può partecipare al bando e procedere con la domanda di inserimento in graduatoria.

Ma per essere assunti come bidelli esistono anche delle opzioni alternative. Una scuola privata per esempio può scegliere i collaboratori in piena autonomia, a prescindere da concorsi o bandi. Altrimenti per trovare un istituto scolastico è anche possibile iscriversi alle liste di collocamento presso il Centro per l’impiego territoriale di riferimento.

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