Stellantis ferma la produzione a Mirafiori fino ad aprile: oltre 2mila lavoratori in cassa integrazione

Stellantis prolunga lo stop della produzione a Mirafiori fino al 30 marzo: oltre 2mila operai in cassa integrazione

Pubblicato: 5 Febbraio 2024 16:30

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Redazione

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L’impianto Fiat di Mirafiori, alle porte di Torino, rimarrà fermo per 4 settimane in più del previsto. Stellantis, l’azienda che controlla il marchio Fiat e quello Maserati, e le cui auto sono prodotte nello stabilimento piemontese, ha annunciato che le linee rimarranno ferme fino al 30 marzo. Inizialmente la fine della cassa integrazione per oltre 2000 lavoratori era prevista il 3 marzo.

L’amministratore delegato di Stellantis Carlos Tavares ha recentemente parlato proprio di Mirafiori e di altri importanti impianti italiani del gruppo come quello di Pomigliano d’Arco. Il dirigente ha detto che senza incentivi adeguati che spingano la vendita di auto elettriche in Italia, le due fabbriche potrebbero subire dei tagli di personale.

Produzione fermata a Mirafiori fino al 30 marzo

Dopo una mattinata caldissima tra rumors e smentite a proposito di una presunta fusione con Renault, su cui il presidente del gruppo John Elkann ha messo il veto assicurando che resterà in Italia, Stellantis ha annunciato che lo stop alle linee produttive dell’impianto di Mirafiori, previsto tra il 12 febbraio e il 3 marzo, si concluderà invece il 30 marzo, con 4 settimane in più di cassa integrazione per i lavoratori. Nello storico stabilimento di Torino si producono sia la 500 Bev che alcuni modelli di Maserati, ma in entrambi i casi l’azienda sta riscontrando problemi.

Da una parte la commercializzazione della 500 elettrica negli USA non sta riscontrando il successo sperato. Per questa ragione la produzione dell’utilitaria potrebbe tornare a un solo turno, con 200 vetture prodotte al giorno, ben al di sotto non solo della soglia della sostenibilità di Mirafiori, ma anche del traguardo più realistico di 100.000 vetture l’anno.

Per quanto riguarda i modelli di Maserati, invece, Stellantis ha rimandato l’entrata in produzione della Berlina. Questo mentre sia la Ghibli che la Quattroporte sono a fine ciclo, stato a cui si avvicina anche la Levante. Questo riduce ulteriormente il numero di auto che Mirafiori potrebbe produrre.

Ad essere coinvolti nella cassa integrazione saranno 2260 lavoratori. Di questi, 1251 sarebbero sulla linea dedicata alla 500 BEV e 1009 su quella che produce le Maserati.

I rischi per gli impianti italiani di Stellantis

Nei giorni scorsi l’amministratore delegato di Stellantis Carlo Tavares aveva rivolto un appello al Governo italiano. Il dirigente aveva ricordato all’esecutivo che senza incentivi all’acquisto di auto elettriche Fiat in Italia, gli impianti di Pomigliano d’Arco e proprio di Mirafiori avrebbero rischiato tagli al personale.

La risposta del Governo, per voce del ministro dell’Industria e del Made in Italy Adolfo Urso, aveva dato vita a un dibattito che aveva sollevato la possibilità che lo Stato italiano entrasse con una partecipazione nel consiglio di amministrazione di Stellantis. Il modello sarebbe quello della Francia, che possiede una quota della società tramite Bpifrance dopo la fusione di FCA con Peugeot, che ha dato vita proprio a Stellantis.

L’Italia dovrebbe sta modulando gli incentivi auto per quest’anno, ma lo stesso ministro Urso ha specificato che, in caso questi non sortissero i risultati sperati, dal 2025 potrebbero essere dirottati dai consumatori a investimenti mirati per sostenere la produzione di automobili in Italia.

Da anni invece Stellantis si sta lentamente disimpegnando da Torino. Gli operai che vanno in pensione a Mirafiori non vengono sostituiti da nuove assunzioni e i licenziamenti volontari sono sovvenzionati con contributi da parte della società.

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