“Avevo detto e ribadisco che l’impostazione della Manovra sarebbe stata seria e prudente: questo è confermato. Noi ci siamo concentrati esclusivamente sull’extra deficit, per dare una forma di sollievo ai redditi medio-bassi soprattutto, quelli da lavoro dipendente”. Poche parole per il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in conferenza stampa per la presentazione della Manovra 2024, che il governo ha varato in tempi che Meloni non esita a definire “da record”.
Spending review del 5%
Il governo ha voluto – spiega Giorgetti – puntare ai redditi più bassi per compensare quella che oggettivamente è una riduzione del potere d’acquisto che ha colpito tutti, ma soprattutto loro. “Abbiamo chiesto un sacrificio a tutti i ministeri, che hanno dovuto in qualche modo rinunciare a diversi progetti e idee. Attueremo una spending review significativa, dell’ordine del 5% su tutte le spese discrezionali di Stato e del comparto Regioni-enti locali”. Con le Regioni era già stato raggiunto un accordo prima del Consiglio dei Ministri.
5 miliardi per la Legge di bilancio 2024 arrivano dai tagli di bilancio e da piccole rifiniture delle imposte. 5 miliardi e 600mila euro invece da rimodulazioni: sono state anticipate alcune spese del 2023 e quindi si sono liberati spazi per quanto riguarda il 2024. Giorgetti ricorda anche che, “miracolosamente ma anche meritoriamente”, il Parlamento non ha intaccato il fondo per la riduzione della pressione fiscale previsto dalla precedente Legge di bilancio pari ai 4 miliardi e mezzo, soldi che andranno a finanziare la riforma della scalone Irpef per un anno.
In questo senso la Manovra conferma, prosegue Giorgetti, gli obiettivi che erano stati recentemente approvati dal Parlamento con la Nadef.
“Oggi abbiamo anche in qualche modo approvato il Documento programmatico di bilancio, che quindi è stato inviato in sede europea per tutte le valutazioni del caso. E’ evidente che il quadro e la congiuntura internazionale rendono e hanno reso problematica la costruzione del bilancio, perché il peso superiore degli interessi del debito pubblico si fa sentire, si è fatto sentire, e ci sono delle variabili che in questo momento non sono ponderabili, ma anche tutti quanti voi potete immaginare, che monitoriamo noi e anche tutti gli altri miei colleghi delle Finanze”.
Prezzi energia, cosa succederà
I colleghi che il ministro incontrerà stasera (lunedì 16 ottobre, ndr) in Lussemburgo. Per quanto riguarda l’energia, ad esempio, dice, le previsioni erano favorevoli relativamente alla discesa dei prezzi del gas e quindi l’energia elettrica, finendo i sussidi che sono stati previsti fino a tutto il 2023. “È chiaro che la situazione potrebbe evolvere in senso negativo rispetto agli auspici, per questo la Legge di bilancio – conclude – ha una sua solidità.
Giorgetti si dice comunque “confidente”: “L’ho detto e lo ribadisco: quando la Manovra sarà letta nei particolari potrà avere anche una favorevole approvazione in sede europea e naturalmente da parte dei mercati, oltre che dai risparmiatori italiani, che ci hanno già premiato con il successo del Btp Valore“.
La gaffe di Giorgetti sul canone Rai
Il ministro scivola però quando gli chiedono della riduzione del canone Rai annunciata in pompa magna dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. “Per quanto riguarda il canone c’è una riduzione da 20 a 15 euro, sostanzialmente un quarto del canone non viene più pagato in bolletta” ha detto Giorgetti.
Ma l’informazione ha generato confusione, visto che il canone costa oggi 90 euro, e non 20. Di fronte al pressing dei giornalisti, Salvini è intervenuto spiegando che l’importo del canone Rai passerà da 90 a 70 euro, e Giorgetti è corso ai ripari chiarendo che “per supportare di più la cosa, guardo la bolletta, vedo quello che c’è scritto, non penso a quello che pago tutto l’anno, e allora ho sbagliato a spiegare”.