Anno Domini 2019: sono trascorsi 35 anni da quando il campione di basket Michael Jordan e Nike hanno collaborato a creare quella che più che una scarpa sarebbe diventata una leggenda, l’Air Jordan, e 33 da quando una delle formazioni rap più importanti di sempre – i Run-DMC – è diventata testimonial di Adidas per la prima volta nella storia.
Oggi non è più un segreto: quello delle sneakers è diventato uno dei mercati più redditizi del “business of fashion” ed è soprattutto un settore in continua evoluzione. Per molto tempo le sneakers hanno fatto parte principalmente della cultura americana, con conseguenze sia estetiche che di mercato, ma – in particolare con l’avvento del nuovo millennio -hanno imposto con successo la loro presenza in tutto il mondo e sono diventate uno dei prodotti più richiesti tra i millennial.
Secondo una recente ricerca di Grand View Research Inc, la dimensione globale del mercato sneakers raggiungerà 95,14 miliardi di dollari entro il 2025. Anche nel nostro Paese il tasso di crescita di questo settore è notevole e ha segnato nel solo 2018 un +4%. Una ricerca di Euromonitor International ha incoronato Nike e Adidas come marchi leader in Italia, con quote di mercato rispettivamente del 14,1% e del 12,4%. Eppure questo settore non è più solo appannaggio dei più noti brand di sportswear: anche marchi di lusso come Gucci, Versace e Balenciaga hanno iniziato ad assumere direttori creativi e designer specializzati nella creazione di linee di sneakers.
Quello che spinge oggi – soprattutto un pubblico giovane – a spendere grosse cifre per acquistare un paio di scarpe è l’unicità e l’immaginario che vi ruota attorno: per questo motivo, gran parte dei modelli più ambiti vedono l’identificazione con un personaggio proveniente dal mondo dello sport (come Derrik Rose con Adidas) e della musica (Travis Scott con Nike), oppure delle partnership con altri brand di moda, per esempio Nike X Off White, in assoluto una delle collaborazioni più redditizie dell’universo streetwear.
Prendiamo tre esempi di collab (il diminutivo di collaborazione, in gergo) tra le più iconiche che sono state rilasciate negli ultimi anni: le Nike Air Jordan 1 High “Travis Scott“, le Adidas Yeezy Boost 350 e le Air Jordan 1 x Off-White “Chicago”. Tutti questi modelli sono stati rilasciati – attraverso un sistema casuale di cosiddette “raffle” – in edizione limitata tra i 190 e i 240 dollari, in linea quindi con il prezzo di una qualsiasi altra sneakers. Quello che stupisce è invece il valore di rivendita, che nel caso dei tre modelli citati si aggira in media tra $ 1,695 – $ 6,118, secondo Stock X.
Stock X è attualmente il marketplace leader nella rivendita – definita anche “reselling” – legale di sneaker. Questa pratica avveniva inizialmente su piattaforme quali Ebay e CraigList, ma a differenza di queste Stock X ha aggiunto un processo di legit checking, ovvero garantisce che le scarpe non siano contraffatte. Questo è molto importante sia per contrastare il mercato del fake, sia per tutelare acquirenti disposti a spendere grandi cifre per collezionismo e non solo. Inoltre, Stock X è diventata contemporaneamente l’organismo che – proprio come in Borsa – misura le oscillazioni di quotazioni del mercato delle sneakers e per questo ha a disposizione molti dati, forse i più attendibili in assoluto sul mercato. Non risulta quindi difficile prendere per vero questo dato straordinario diffuso dalla piattaforma: il mercato del reselling delle sneaker è attualmente stimato in oltre 1 miliardo di dollari.
Non è difficile comprendere quindi perché molti stiano iniziando a collezionare o a investire sulle sneakers, che a portato ad una proliferazione negli ultimi mesi di negozi, attività e anche privati, legati al mondo del reselling.