Nel giro di pochi anni sono diventati sempre usati e apprezzati per le più svariate mansioni. Si tratta dei droni, attorno a cui ruotano due figure professionali con caratteristiche distinte e obblighi specifici, ma spesso sovrapposte: l’operatore e il pilota. Vediamo insieme quali sono le mansioni e i requisiti legali per chi lavora in questo campo e soprattutto quali sono i guadagni.
Indice
Per cosa vengono usati i droni
I droni sono dispositivi dotati di tecnologia avanzata per il volo autonomo o telecomandato. Trovano applicazione in un vasto numero di campi, grazie alla loro versatilità e alla capacità di operare in aree altrimenti difficili o pericolose da raggiungere. Sono impiegati in questi settori:
- agricoltura, per la mappatura dei campi, il monitoraggio di culture e risorse idriche, la distribuzione di pesticidi e fertilizzanti;
- assicurazioni, per valutare i danni e accelerare i processi di valutazione del rischio;
- cinema e fotografia, per inquadrature dall’alto;
- consegne, soprattutto in aree remote o con strade non percorribili dai mezzi pesanti;
- edilizia, per ispezionare edifici e infrastrutture, specie se sono fatiscenti;
- logistica, per la gestione della merce e gli inventari;
- monitoraggio dell’ambiente e del territorio, per valutare danni ambientali o controllare la fauna selvatica e le aree protette;
- ricerca scientifica, ad esempio per gli scavi archeologici o per studiare i modelli climatici;
- salvataggio e ricerca, per individuare dispersi e distribuire kit di primo soccorso;
- sicurezza sul lavoro, per ispezionare infrastrutture critiche o ad alta quota;
- sorveglianza, per monitorare aree critiche come le frontiere;
- telecomunicazioni, per rendere più efficienti le operazioni di ispezione e manutenzione delle infrastrutture.
L’uso dei droni non è limitato alle voci appena elencate. È probabile, tra l’altro, che possa diffondersi progressivamente ad altre aree, come quella dei trasporti con i taxi volanti.
Le differenze tra operatore e pilota di droni
L’operatore di droni è una persona o un’organizzazione che possiede ed eventualmente noleggia un singolo drone o un’intera flotta. Il pilota è invece la persona che fa effettivamente volare il drone, senza necessariamente possederlo.
L’operatore deve occuparsi di:
- aver effettuato l’assicurazione droni;
- essere registrato presso l’autorità aeronautica nazionale;
- segnalare opportunamente il codice identificativo.
Il pilota invece deve:
- seguire un corso di formazione;
- essere in possesso della licenza.
Come si diventa pilota di droni
Per diventare pilota UAS (Unmanned Aircraft System) è necessario conseguire un patentino. Si tratta della prova di completamento della formazione per le categoria Open A1-A3. Il documento è obbligatorio per operare con mezzi di peso maggiore o uguale a 250 grammi.
Il corso, somministrato dall’ENAC, è interamente online. Al termine è necessario sostenere un test, al costo di 31 euro, che prevede 40 domande a risposta multipla.
Lo stipendio di un pilota di droni
Non è facile definire uno stipendio medio per i piloti di droni. Questo varia infatti dal campo operativo e dal tipo di azienda per cui si lavora. Il compenso cambia notevolmente per chi compie riprese aeree (e lo fa per shooting fotografici, pubblicità, tv o cinema), chi si occupa di edilizia o chi invece, in ambito civile o militare, si occupa di ricerca di persone in territori colpiti da disastri naturali o Paesi in guerra.
Possiamo identificare tre fasce di reddito:
- tra i 20mila e i 30mila euro all’anno per chi inizia a lavorare;
- tra i 30mila e i 50mila euro all’anno dopo alcuni anni di esperienza;
- oltre i 70mila euro all’anno per chi si specializza.