Allarme gas, “bollette da infarto, una Caporetto”: ecco cosa ci attende

L'emergenza energetica ha prodotto un brusco aumento delle bollette di luce e gas - gas soprattutto - che rischiano di innescare un serio allarme sociale

Pubblicato: 4 Gennaio 2023 09:29

Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Il 2023 sarà senza alcun dubbio l’anno dei rincari. Almeno nella prima parte dell’anno, ciò a cui assisteremo è un netto rialzo di tutti i prezzi e delle tariffe dei servizi. Una realtà che stiamo già affrontando, da diversi mesi, come effetto coda della guerra russa in Ucraina, che sta decimando anche le nostre economie. Per quanto Putin sia alle strette da tempo, e nonostante le sanzioni occidentali siano effettivamente efficaci, le conseguenze economiche in Europa e nel nostro Paese sono durissime.

L’emergenza energetica ha prodotto un brusco aumento delle bollette di luce e gas – gas soprattutto – che rischiano di innescare un serio allarme sociale. A dicembre, per la famiglia tipo nel mercato tutelato si registra una crescita del +23,3% della bolletta rispetto al mese di novembre (la famiglia tipo è quella con consumi medi di gas di 1.400 metri cubi annui).

A dirlo è l’ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, che spiega come questa situazione, già applicando la riduzione IVA prevista dai decreti governativi, sia interamente determinata dall’aumento della spesa per l’acquisto di gas naturale, dovuta a sua volta all’aumento della componente cosiddetta CMEMm relativa ai costi di approvvigionamento del gas stesso.

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Cosa cambia con il nuovo metodo di calcolo delle bollette

In base al nuovo metodo di calcolo introdotto a luglio dall’ARERA, la componente del prezzo del gas a copertura dei costi di approvvigionamento, CMEMm, applicata ai clienti ancora in tutela, viene aggiornata come media mensile riferita al mese trascorso del prezzo (il PSV day ahead) e pubblicata entro i primi 2 giorni lavorativi del mese successivo a quello di riferimento.

Come previsto dalla Legge Bilancio, per il primo trimestre 2023 l’ARERA ha già azzerato gli oneri generali di sistema anche per il gas, così come la componente negativa UG2 per i consumi gas fino a 5mila smc/anno e la riduzione Iva sul gas al 5%.

Per il mese di dicembre, che nelle prime settimane ha registrato quotazioni gas ancora particolarmente elevate, con punte di circa 135 €/MWh, prima delle riduzioni di fine mese, il prezzo della materia prima gas per i clienti con contratti di tutela è stato fissato in 116,6 €/MWh, pari alla media dei prezzi rilevati quotidianamente durante tutto il mese appena trascorso (qui vi abbiamo spiegato perché anche se i prezzi del gas diminuiscono, le bollette aumentano).

Se l’ARERA avesse utilizzato il vecchio metodo di aggiornamento della tutela gas – trimestrale ex-ante anziché mensile ex-post – durante tutto l’ultimo trimestre del 2022 si sarebbe applicata una CMEMm di oltre 240 €/MWh. Il nuovo metodo ha consentito invece di applicare una CMEMm di 78 €/MWh in ottobre e di 91,2€/MWh in novembre.

Il problema è che, nonostante questi risparmi, la spesa gas per la famiglia tipo da gennaio a dicembre 2022 è di circa 1.866 euro, cioè +64,8% rispetto al 2021. Un dato piuttosto scioccante. Ma vediamo meglio nel dettaglio com’è strutturata la bolletta del gas. Ricordiamo che dal 1° gennaio 2016 è in vigore la cosiddetta Bolletta 2.0, che ha previsto una semplificazione dei contenuti e dei termini utilizzati per agevolare la comprensione della spesa finale.

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Il dettaglio del prezzo del gas a dicembre

Per il mese di dicembre 2022, il prezzo di riferimento del gas naturale per il cliente tipo è pari a 150,95 centesimi di euro per metro cubo, tasse incluse, così suddiviso:

Spesa per la materia gas naturale:

Spesa per il trasporto e la gestione del contatore:

Spesa per oneri di sistema:

Imposte:

Dopo il rincaro del 13,7% di novembre, dal 1° dicembre le bollette del gas dunque sono salite del 23,3% nel mercato tutelato. L’Unione nazionale consumatori non esita a bollarle come “bollette da infarto, insostenibili per troppi italiani. Una Caporetto!”.

Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione nazionale consumatori, spiega che secondo il loro studio appena realizzato, per una famiglia tipo in tutela il +23,3% significa spendere su base annua 400 euro in più. La spesa totale nei 12 mesi – non, quindi, secondo l’anno scorrevole, ma dal 1° dicembre 2022 al 30 novembre 2023 nell’ipotesi di prezzi costanti – arriva alla cifra stellare di 2.113 euro, che, sommati agli aumenti pari a 1.434 della luce già scattati dal 1° gennaio 2023, determinano una stangata complessiva pari a 3.547 euro.

Detto diversamente, se il prezzo del gas sale del 23,3% rispetto a quello di novembre 2022, aumenta del 55,9% rispetto a un anno fa, ossia rispetto a dicembre 2021 e del 125% nel confronto con dicembre 2020. “Il Governo si sta dimostrando del tutto inadeguato ad affrontare questa emergenza nazionale, limitandosi a riciclare quanto fatto da Draghi nonostante la situazione sia nel frattempo profondamente peggiorata. Regna il silenzio anche rispetto alla fine del mercato tutelato del gas che per i condomini e le associazioni, dalla polisportiva alla pro loco del paese, è prevista tra meno di 3 mesi, il 1° aprile 2023. Urge un rinvio” conclude Vignola.

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Bollette del gas, cosa succederà nel 2023

Cosa succederà nel corso del nuovo anno? Tutto dipenderà dall’evolversi della guerra in Ucraina. Putin ha già chiuso il gasdotto Nord Stream in estate e i flussi provenienti dai suoi gasdotti, sempre meno, potrebbero persino azzerarsi.

Come osservato dagli esperti di ING, “al momento, i flussi giornalieri di gas russo verso l’Ue sono in calo di circa l’80% su base annua. Pertanto, se ipotizziamo che rimangano ai livelli attuali fino al 2023, il gas annuo verso l’Europa potrebbe diminuire di un ulteriore 60% a circa 23 miliardi di metri cubi nel 2023. E chiaramente, esiste un rischio molto reale che i flussi rimanenti siano fermati”.

I flussi russi andranno completamente sostituiti, soprattutto per le riserve del 2023. Ma se non si riuscirà, i prezzi saliranno a fronte di una minore offerta.

Anche il fattore riserve è determinante: senza il gas russo, avremo molto meno gas, e dunque i prezzi rischiano di salire ancora. Siamo tutti in attesa di capire quale efficacia avrà davvero il price cap, il tetto imposto dall’Unione europea sl prezzo del gas russo, su spinta del governo Draghi (dei possibili effetti del price cap abbiamo parlato qui).

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