Lo sconto alle accise su benzina, gasolio, Gpl e metano sarà dimezzato a partire dal 1° dicembre, dunque fare il pieno costerà di più.
“Dal 1 dicembre 22 lo sconto sulla benzina e il gasolio passa da 0.25 per litro a 0.15 mentre per il gpl da 0.085 per kg a 0.051” si legge nel comunicato del ministero dell’Economia e delle finanze. “La riduzione degli sconti non ha effetto sugli autotrasportatori che possono contare su altri regimi agevolati“.
Carburanti più cari dal 1° dicembre
A partire dal 1° dicembre, quindi, il prezzo di benzina e diesel è destinato a salire per effetto del minor sconto. L’aumento dovrebbe essere di circa 10 centesimi al litro. Lo sconto sulle accise non sarà più di 25 centesimi più Iva (30,5 centesimi), ma di 10 centesimi in meno.
Ipotizzando i prezzi dell’ultima settimana, con un taglio alle accise di 18,3 centesimi il prezzo della benzina in modalità self service sfiorerebbe quota 1,9 euro, arrivando a 1,88 euro al litro, mentre il gasolio sfonderebbe addirittura la soglia dei 2 euro, raggiungendo i 2,015 euro al litro.
Rimangono invariati i costi per gli autotrasportatori, probabilmente per evitare che la riduzione dello sconto avesse ripercussioni anche sul prezzo dei beni trasportati e dunque finisse per gravare ulteriormente sui consumatori.
Rincari fino a 146 euro a famiglia
Insorgono le associazioni dei consumatori. L’Unc parla di scelta kamikaze: “È vero che ora i prezzi sono a livelli ragionevoli, peccato che lo siano grazie ai 30,5 cent in meno decretati da Draghi. Con la riduzione del taglio da 30,5 a 18,3 cent, 15 cent di accise e 3,3 cent di Iva, il prezzo della benzina in modalità self service, considerando gli ultimi dati settimanali del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase), supererebbe quota 1,8 euro, arrivando vicino a 1,9 euro al litro, esattamente a 1,893 euro al litro, mentre il gasolio sfonderebbe addirittura la soglia dei 2 euro, raggiungendo i 2,035 euro al litro”.
Per il Codacons è una “decisione assurda” che solo per i costi diretti dei rifornimenti comporta un rincaro da 146 euro annui a famiglia. “Si tratta di una misura assurda che avrà effetti diretti e indiretti pesantissimi sulle tasche degli italiani – spiega il presidente Carlo Rienzi – In primo luogo la riduzione del taglio delle accise provocherà un rialzo immediato dei prezzi di benzina e gasolio alla pompa di 12,2 centesimi al litro e una maggiore spesa pari a +6,1 euro a pieno, +146 euro annui a famiglia ipotizzando due pieni mensili di carburante, conto che sale al crescere dell’utilizzo dell’automobile da parte dei cittadini. In secondo luogo, fatto ancora più grave, l’abbassamento del taglio dell’accisa produrrà pesanti effetti indiretti, con un aumento dei prezzi al dettaglio per i beni trasportati, considerato che l’85% delle merce in Italia viaggia su gomma. Ci saranno quindi conseguenze negative sull’inflazione, in un momento in cui i listini al dettaglio andrebbero calmierati”.