Alcuni funzionari occidentali, sia europei che statunitensi, hanno dichiarato che l’Iran avrebbe venduto missili balistici di sua produzione alla Russia, che sarebbero stati utilizzati per colpire obiettivi in Ucraina. Teheran ha negato, ma queste dichiarazioni potrebbero avvicinare altre sanzioni nei confronti del Paese da parte degli alleati occidentali di Kiev.
I sospetti su un commercio nascosto di armi tra Russia e Iran esiste da diversi mesi. In particolare, fino a questo momento l’interesse di Mosca era soprattutto rivolto ai droni kamikaze Shahed, di produzione appunto iraniana. La vendita di missili balistici rappresenterebbe un salto di qualità nelle relazioni commerciali belliche tra i due Paesi.
Le accuse all’Iran: vende missili balistici alla Russia
Sia il New York Times che il Wall Street Journal, due dei quotidiani americani più autorevoli, hanno riportato le dichiarazioni di alcuni funzionari americani ed europei rimasti anonimi che sostengono che ci siano le prove della vendita da parte dell’Iran alla Russia di missili balistici a corto raggio del tipo Fath. Queste armi potrebbero essere utilizzate per colpire obiettivi in Ucraina.
I missili balistici a corto raggio hanno una gittata di meno di 1.000 chilometri. Funzionano tramite una spinta iniziale che li fa decollare ad altitudini molto elevate. Sfruttando la gravità, i missili ricadono sul loro bersaglio a velocità estremamente elevate. Questo funzionamento li rende al contempo molto difficili da intercettare ma anche imprecisi. Al contrario i missili da crociera, l’altra tipologia di razzi più utilizzata, sono dotati di motori e metodi di cambio di direzione in volo. Sono più precisi dei missili balistici, ma più costosi e soggetti all’intercettazione da parte di mezzi anti aerei di terra.
Queste rivelazioni potrebbero concretizzare le minacce di sanzioni che l’Iran ha già subito sia da parte dei Paesi del G7 che da parte della Nato, l’alleanza militare difensiva che riunisce buona parte dei Paesi occidentali. Teheran ha negato ogni rapporto commerciale bellico con la Russia e per il momento non ci sono stati annunci di sanzioni nei confronti della Repubblica islamica.
Quanto vale la guerra in Ucraina per l’Iran
Da diversi mesi l’Iran viene indicato come uno dei maggiori fornitori di armi della Russia. Colpita dalle sanzioni e con un’industria bellica non abbastanza sviluppata, Mosca si è infatti trovata in difficoltà nel sopperire alle necessità che la sua invasione dell’Ucraina ha creato. L’esercito di Putin colpisce ogni giorno il territorio ucraino con più di 4mila bombe tra missili e droni esplosivi.
A febbraio una fuga di dati aveva permesso di scoprire un accordo tra Russia e Iran per la vendita dei droni kamikaze Shahed, il principale modello prodotto da Teheran. I contratti riportavano prezzi tra i 190mila e i 290 mila dollari al pezzo, per ordini di migliaia di droni. Cifre altissime in confronto alle stime precedenti dei servizi segreti occidentali, che parlavano di 20mila dollari a drone. I missili balistici sono strumenti più complessi e costosi dei Shahed. Un Fath costa circa 100mila dollari e la Russia, secondo le rivelazioni, ne avrebbe acquistati 200. La spesa sarebbe stata quindi di 20 milioni di dollari.