Via libera da parte del ministero delle Imprese e del Made in Italy al decreto che disciplina le modalità di accesso ai contratti di sviluppo “Net Zero, Rinnovabili e Batterie”, resi disponibili grazie alle risorse messe in campo dal Pnrr.
“Con questa straordinaria misura sosteniamo concretamente la trasformazione delle nostre imprese nell’affrontare e vincere la sfida della duplice transizione, digitale e green. Uno stanziamento significativo, che si aggiunge alle risorse previste per Transizione 5.0, che accompagnerà il nostro sistema produttivo verso un’economia più sostenibile, favorendo l’innovazione, la competitività e la creazione di valore” ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.
Cosa sono e chi ne può beneficiare? Quanto spetta e quali sono i tempi di erogazione? Vediamo nel dettaglio.
Indice
1,7 miliardi alle imprese in contratti di sviluppo grazie al Pnrr
Il Mimit, il ministero delle Imprese e del Made in Italy del governo Meloni guidato dal ministro Adolfo Urso ha pubblicato il decreto che disciplina le modalità di accesso ai cosiddetti contratti di sviluppo “Net Zero, Rinnovabili e Batterie”, per oltre 1,7 miliardi di euro (1.738.770.155 per la precisione) che derivano dai fondi del Pnrr.
Si tratta di risorse che servono ad agevolare la transizione energetica, e che seguono il via libera di marzo dell’Unione europea sulla base del quadro temporaneo di crisi e transizione per gli aiuti di Stato.
Quanto spetta alle imprese
Nello specifico, si tratta di 1.739 milioni di euro, di cui almeno il 40% destinate a progetti da realizzare nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. In particolare:
- 1 miliardo e 225 milioni di euro a valere sulla dotazione di cui alla Misura M1C2 – Investimento 7, sottoinvestimento 1 del Pnrr
- 513 milioni e 770.155 di euro a valere sulla dotazione di cui alla Misura M2C2 – Investimento 5.1 del Pnrr, con la seguente articolazione:
– 308 milioni e 620.842 di euro per lo sviluppo delle tecnologie fotovoltaica ed eolica
– 205 milioni e 149.313 di euro per lo sviluppo del settore delle batterie.
Il decreto fissa di fatto le modalità e i termini di presentazione delle domande di accesso alle agevolazioni per gli investimenti volti al rafforzamento delle catene di produzione dei dispositivi utili per la transizione ecologica, attraverso lo strumento dei Contratti di sviluppo.
Cosa sono i contratti di sviluppo
I contratti di sviluppo sono la modalità con cui Invitalia sostiene gli investimenti di grandi dimensioni nel settore industriale, agro-industriale, turistico e di tutela ambientale.
L’investimento minimo richiesto è di 20 milioni di euro, che si riduce a 7,5 milioni di euro per i progetti di trasformazione di prodotti agricoli e per i progetti turistici localizzati nelle aree interne del Paese, o che prevedano il recupero di strutture dismesse. Per i progetti strategici di grandi dimensioni e di significativo impatto sul sistema produttivo viene poi creata una task force ad hoc.
Al 1° febbraio 2024 sono stati finanziati 434 grandi investimenti, per un valore complessivo di 17,7 miliardi di euro, e salvaguardati 260.450 posti di lavoro.
Quali programmi vengono finanziati
I contratti di sviluppo per essere finanziabili devono avere ad oggetto la realizzazione, su iniziativa di una o più imprese, di un programma di sviluppo industriale o di un programma di sviluppo per la tutela ambientale, per la cui realizzazione siano necessari uno o più progetti di investimento, ed eventualmente, progetti di ricerca, sviluppo e innovazione strettamente connessi e funzionali tra di loro, in ottica di rafforzamento delle catene di produzione dei dispositivi utili per la transizione ecologica.
I programmi di sviluppo devono riguardare progetti in grado di determinare una capacità produttiva o di recupero aggiuntiva rispetto a quella esistente.
Il Mimit inserisce nell’elenco questi dispostivi utili per la transizione ecologica:
- batterie
- pannelli solari
- turbine eoliche
- pompe di calore
- elettrolizzatori
- dispositivi per la cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCUS).
I programmi di sviluppo possono anche riguardare:
- la produzione dei componenti chiave e dei macchinari e delle attrezzature coinvolte nella produzione dei dispositivi. Per l’accesso alle agevolazioni, le produzioni devono essere utilizzate principalmente come input diretto per la produzione dei dispositivi e l’impresa richiedente è tenuta a dimostrare, in sede di presentazione della domanda, che almeno il 50% del fatturato generato dal programma sarà realizzato con imprese che producono i dispositivi stessi
- recupero delle materie prime critiche per la produzione dei dispositivi e dei componenti chiave.
Come e quando fare domanda
Le imprese possono presentare la domande allo sportello Invitalia, soggetto gestore della misura per conto del Ministero, a partire dalle ore 12.00 del 27 giugno.
La piattaforma sarà aperta sia a nuove domande di Contratto di sviluppo sia a domande già presentate all’Agenzia, il cui iter agevolativo sia stato sospeso per carenza di risorse finanziarie. In quest’ultimo caso, le domande devono contenere gli elementi necessari a consentire l’accertamento del possesso di tutti i requisiti previsti dal decreto.
Le domande di agevolazioni possono essere presentate all’Agenzia solo ed esclusivamente con le modalità e i modelli che verranno messi a disposizione nell’apposita sezione dedicata ai Contratti di sviluppo sul sito di Invitalia stessa.