I cittadini del Lazio che si attendevano di ricevere una speciale notifica sul proprio telefonino con tanto di avviso sonoro giovedì 21 settembre sono rimasti delusi. Non è scattato infatti l’IT-alert che avrebbe dovuto arrivare alle 12 in tutto il territorio regionale. Errore? Complotto? No, nulla di tutto ciò. Il messaggio di test nel Lazio è stato semplicemente rinviato a causa dell’allerta meteo gialla per temporali prevista sulla regione.
Le date dei test gestiti dalla Protezione civile, come peraltro previsto e comunicato da tempo, avrebbero infatti potuto subire variazioni nel caso in cui i sistemi di protezione civile regionali fossero stati impegnati in attività per eventuali allerte in atto nei giorni del test o per situazioni di emergenza: proprio come avvenuto nel Lazio.
Nel Lazio, dove come dicevamo il test è saltato, l’IT-alert verrà inviato in una nuova data che è stata fissata per mercoledì 27 settembre. Invece, la notifica di allerta è arrivata puntuale in Veneto e Valle d’Aosta, come da programma.
Cos’è e come funziona l’IT-alert
Ma vediamo di fare un passo indietro e spiegare bene cos’è l’IT-alert. IT-alert è il nuovo sistema di allarme pubblico, attualmente in fase di sperimentazione, per avvisare gli italiani in caso di grande emergenza: un sistema che dirama ai telefoni cellulari presenti in una determinata area geografica messaggi utili in caso di gravi emergenze o catastrofi imminenti o in corso.
In pratica, tutti i cellulari attivi che si trovino nella zona interessata ricevono automaticamente il messaggio IT-alert, sia scritto che sonoro: telefoni attivi significa che devono essere accesi e avere campo; non importa invece se sono senza connessione Internet o senza credito: il messaggio in questo caso arriva comunque. Non bisogna registrarsi da nessuna parte né scaricare alcuna app e nemmeno attivare la geolocalizzazione. Non è invece possibile ricevere la notifica push se non si ha campo ma c’è connessione wi-fi. Il messaggio arriverà sui dispositivi, accesi e con rete telefonica come detto, che si troveranno nelle aree coinvolte nelle attività di test.
Come chiarisce la Protezione civile nelle sue Faq, l’IT-alert non è un vero e proprio SMS, perché utilizza la propagazione broadcast. Il grande vantaggio di questa tecnica è che funziona anche quando la rete è congestionata. Quando la notifica di IT-alert arriva sul dispositivo blocca temporaneamente tutte le altre funzionalità del cellulare. Per riportare il dispositivo alle condizioni ordinarie di utilizzo è necessario toccarlo in corrispondenza della notifica per confermare la ricezione.
Uno dei limiti della tecnologia cell-broadcast utilizzata però è l’impossibilità di sovrapporre perfettamente l’area che si stima come potenzialmente interessata dall’emergenza con l’area coperta dalle antenne degli operatori di telefonia che vengono utilizzate per l’invio dei messaggi. Questo significa che ci saranno dispositivi presenti in zone fuori dalla regione di volta in volta interessata dai test che potrebbero ricevere un messaggio IT-alert.
Quindi ad esempio, se per ipotesi l’area del test è la Toscana, è possibile che messaggi arrivino anche sui dispositivi presenti in Liguria, nel Lazio o nelle altre regioni limitrofe. Per i limiti del sistema potrà inoltre avvenire che dispositivi presenti in zone interessate dal test non ricevano il messaggio.
Anche le persone non vedenti e ipovedenti che utilizzano sistemi di sintesi vocale per la lettura dello schermo del proprio cellulare riescono a sentire i messaggi IT-alert, purché la lettura dei messaggi e i comandi di assistenza vocale siano impostati nelle funzionalità di accessibilità. È inoltre possibile dare conferma dell’ascolto sempre tramite i comandi vocali.
A regime, quando il sistema sarà operativo, per determinati eventi emergenziali, il Servizio Nazionale della protezione civile con IT-alert integrerà le modalità di informazione e comunicazione già previste per informare la popolazione, per fare in modo che tutti adottino le misure di autoprotezione rispetto a quanto sta accadendo. L’IT-alert, infatti, si affiancherà ai sistemi di allarme già esistenti anche a livello locale.
Cosa fare se non si riceve la notifica
I vari test che sono stati fatti in questi mesi in varie regioni d’Italia hanno rilevato che in alcuni casi i messaggi non sono arrivati. Ad esempio, in Piemonte e in Lombardia abbiamo fatto la prova anche noi di QuiFinanza: alcuni cellulari presenti nella stessa stanza hanno ricevuto l’IT-alert, altri no. Questo è accaduto a centinaia di altri italiani.
Se avete ricevuto il messaggio IT-alert nel corso dell’attività di test non dovete fare nulla se non compilare il questionario proposto, che serve per fornire utili indicazioni per implementare il sistema.
Se invece siete tra coloro che non l’hanno ricevuto, pur trovandovi nella stessa area, dovete segnalarlo alla Protezione civile sempre compilando il questionario che potete trovare sul sito dalle ore 12 del giorno del test fino alle ore 12 del giorno successivo. Se avete dubbi o per avere maggiori info potete chiamare il Contact Center al numero verde 800 840 840.
I dati così raccolti – ad oggi sono quasi 2 milioni i questionari compilati e trattati in forma anonima – sono di fondamentale importanza per verificare le cause dei principali problemi segnalati, consentendo agli operatori telefonici di approfondire e rivedere il processo di invio del messaggio, il comportamento delle celle telefoniche e della relativa copertura, il comportamento dei dispositivi come telefoni, tablet e smartwatch.
L’IT-alert ci spia? Lo sparuto esercito dei “No Alert”
E proprio a proposito di dati raccolti, nulla piace di più ai complottisti che vedere allarmi, cospirazioni, manipolazioni e tentativi di controllo di massa ovunque. Dopo i vaccini, quale migliore occasione di questa. Infatti, non appena si è iniziato a parlare di IT-alert, nel Belpaese si sono affacciati sui social i “NO Alert“, al momento riuniti soprattuto su Telegram, dove nel gruppo “Ugo Fuoco, Stop Dittatura” circa 70mila persone stanno organizzando la “resistenza” contro questa “arma dello Stato per controllare i cittadini e creare catastrofi artificiali”.
Nel messaggio del gruppo si trova questa presentazione: “In moltissimi ci hanno scritto per domandare quale sia il reale obiettivo del sistema IT-Alert, provo a spiegarlo sottoponendovi anche dei parallelismi semplici da comprendere. Ecco perché non basta disobbedire, il sistema IT-Alert deve essere smantellato”. Ovviamente secondo i complottisti questo sistema sarebbe collegato ai vaccini Pfizer, all’Europa che ci controlla e a chi più ne ha più ne metta.
Come ha raccontato Fanpage a luglio, quando una giornalista si è infiltrata nel gruppo per saperne di più, ecco cosa si leggeva: “I disfattisti e i servi del sistema provano in tutti i modi a persuadere le persone del fatto che siamo impotenti. FALSO! Siamo miliardi e combattiamo contro un’élite composta da un pugno di psicopatici e i loro servitori. Il potere è nelle nostre mani e le nostre azioni cambiano il mondo”. E ancora: “C’è un autoritarismo tecnologico preinstallato e automatico che ti strangola, molti hanno preso coscienza, ora ci resta da capire come farlo fuori. Ci sono già soluzioni che a breve mostreremo. Si può impedire che funzioni su tutti i dispositivi”.
Sgomberiamo subito il campo da queste fake news: come accade da tempo in altri Paesi, come gli Usa e il Canada, il servizio IT-alert è conforme allo standard internazionale “Common Alerting Protocol” (CAP) per garantire la completa interoperabilità con altri sistemi, nazionali e internazionali, di divulgazione di allerte, allarmi di emergenza e avvisi pubblici. La trasmissione via cellulare è gratuita e anonima: non è necessario registrarsi e il proprio numero rimane sconosciuto. Non ci sono dunque implicazioni sulla privacy perché non viene acquisito alcun dato personale.
Insomma, quando sentite frasi tipo “It-alert è come Immuni” oppure “arriva dalla Direttiva europea” o ancora” sono fonti russe”, lasciate perdere, tutto tempo perso. Per segnalazioni di problemi tecnici o falso allarme relative all’esercitazione potete compilare sempre il questionario online. In alternativa, potete segnalarlo al Dipartimento della Protezione Civile che sta coordinando, insieme, tra l’altro, agli operatori di telefonia mobile, anche le attività sull’infrastruttura tecnologica, attraverso questo form online.
Occhio alle truffe, questo sì
Ciò a cui invece è bene sempre stare attenti – ma questo vale per qualunque operazione facciamo online – è il rischio di truffe e phishing, che invece è reale.
L’allarme arriva da Adrianus Warmenhoven, Cybersecurity Advisor per NordVPN. “Molte persone sono preoccupate sulle possibili limitazioni di privacy di questo progetto”. In realtà i rischi per la privacy relativi a IT-Alert sono già stati ampiamente smentiti. “Tuttavia – prosegue Warmenhoven – per quanto riguarda aspetti relativi alla cybersecurity, non è da escludere che gli avvisi governativi possano essere utilizzati in modo improprio da malintenzionati terzi. Poiché molte persone non hanno ancora familiarità con il concetto di messaggio di allerta e l’aspetto del messaggio stesso, possono essere facilmente ingannate da truffatori e hacker via sms. Gli hacker hanno a disposizione enormi database di numeri di telefono delle persone sul dark web e possono usarli per questi attacchi”.
I prossimi IT-alert
Intanto, segnatevi queste date se vi troverete in queste regioni. Ecco quando saranno avviati i prossimi test a livello regionale:
- 26 settembre: Abruzzo e Provincia Autonoma di Trento
- 27 settembre: Lazio e Liguria
- 13 ottobre: Provincia Autonoma di Bolzano.