Autotrasporti, in Italia chiuse 21mila aziende in 10 anni: mancano 400mila autisti

Il settore si trova ad affrontare la sfida della carenza di autisti, un problema che affligge l'intera Europa

Pubblicato: 11 Maggio 2024 16:41

Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

In un decennio, 21.248 aziende di autotrasporto hanno chiuso. Tra il 2013 e il 2023, il numero complessivo di imprese è sceso del 20,8%, passando da 101.935 a 80.687, secondo i dati di Infocamere. Tuttavia, si osserva una forte tendenza verso strutture societarie più consolidate, anche grazie a fusioni e acquisizioni. Questa è una delle conclusioni della nuova edizione dei “100 numeri per comprendere l’autotrasporto – Analisi completa della sostenibilità”, pubblicata da Federservice (Gruppo Federtrasporti) e curata dalla redazione di Uomini e Trasporti. Il rapporto è stato presentato oggi in occasione del Transpotec a Milano.

Meno dell’1% delle aziende gestisce il 30% dei mezzi

Nel corso degli ultimi 10 anni, le società di capitali sono quasi raddoppiate (+46,3%), rappresentando attualmente il 32% del totale con 26.458 entità. Esse costituiscono l’unico settore in cui si è osservato un aumento, mentre tutte le altre tipologie sono in calo.

In particolare, le imprese individuali, conosciute come padroncini, rappresentano ancora il 46% del totale ma hanno subito una diminuzione del 40%. Secondo i dati dall’Albo degli Autotrasportatori, attualmente in Italia ci sono 961 aziende che gestiscono un parco mezzi superiore ai 100 veicoli. Benché rappresentino solo lo 0,95% delle aziende attive sul mercato, controllano 260.338 camion, pari al 30,5% del totale dei veicoli con targa italiana.

Il trasporto di merci su gomma sta cambiando, accelerato da crisi internazionali come la pandemia e le ostilità nel Mar Rosso. Questi eventi spingono le catene logistiche a riorganizzarsi e le aziende a adattarsi alle nuove esigenze del mercato. Un altro motore di questo cambiamento è rappresentato dall’onda di fusioni e acquisizioni che ha coinvolto il settore: dall’anno 2021 al 2023, l’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano ha registrato 52 operazioni di M&A che hanno coinvolto aziende di trasporto e logistica. Inoltre, nel volume sono state identificate altre forme di aggregazione, alcune guidate da grandi realtà che si basano su una rete di “padroncini”, le quali condividono tecnologie, operazioni e talvolta persino il logo.

Queste operazioni si riflettono positivamente sui bilanci delle aziende, con un aumento della redditività e dell’efficienza gestionale. Secondo i dati di Infocamere, l’incremento medio del valore aggiunto delle aziende di autotrasporto tra il 2012 e il 2022 è stato del 32,75%, rispetto a una crescita della produzione del 13,33%. Inoltre, il ritorno sull’investimento è salito dall’1,4% nel 2012 al 5,26% nel 2022.

Veicoli vecchi e alimentati a gasolio, come sta il parco auto

Più del 97% dei veicoli destinati al trasporto di merci con più di 3,5 tonnellate di portata sono ancora alimentati a gasolio, anche se i biocarburanti, come l’Hvo utilizzabile nei motori diesel già esistenti, stanno guadagnando terreno in molti casi. Tuttavia, l’elettrico per i mezzi pesanti fatica ancora a decollare. Nel 2023, secondo i dati forniti dall’Anfia, sono stati venduti solo 72 camion a batteria, sebbene in crescita rispetto all’anno precedente, quando le immatricolazioni si erano fermate a 17. Ciò significa che il parco circolante sta diventando sempre più obsoleto. Al 31 dicembre 2022, secondo gli ultimi dati dell’Aci, c’erano in circolazione 4.361.269 autocarri merci, di cui 3.958.397 funzionavano a gasolio e solo 12.948 a batteria.

In questo contesto, è sorprendente la lenta scomparsa delle alimentazioni a basso impatto ambientale, come il metano e il Gnl, che nel 2023 non hanno superato il punto percentuale delle immatricolazioni ciascuno, probabilmente a causa dell’improvviso aumento dei prezzi (circa il 30%), causato dal conflitto in Ucraina e altre tensioni internazionali.

Quanti autisti non hanno rinnovato in Italia

In questo periodo di crescita nel settore, un’improvvisa frenata è stata causata dall’emergenza degli autisti: secondo l’IRU, in Europa mancano circa 600mila autisti, e l’Italia non fa eccezione. Tra il 2019 e il 2024, più di 400mila – secondo i dati del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – non hanno rinnovato la carta di qualificazione del conducente, un documento essenziale per guidare un Tir o un autobus. Secondo l’osservatorio Unioncamere-Excelsior, metà degli autisti è irrintracciabile a causa della mancanza di candidature, e mancano anche altre figure professionali esperte nella logistica e nel trasporto.

Molti conducenti tra i 30 e i 50 anni hanno abbandonato il settore dopo la pandemia, trovando altre opportunità di lavoro, spesso nel settore delle consegne urbane, che è esploso con la crescita dell’e-commerce. Nel frattempo, i giovani stanno lentamente tornando verso l’autotrasporto. Sorprendentemente, i conducenti sotto i 25 anni che possiedono una carta di qualificazione del conducente sono aumentati del 65,9% dal 2019 ad oggi. Anche se rappresentano ancora una piccola percentuale degli autisti, con 7.190 unità che costituiscono poco meno del 10% del totale (nel 2019 erano 4.335), questo segnale è incoraggiante.

Nasce l’Osservatorio Giovani Autotrasporto e Logistica

Intanto per sopperire alla carenza di personale che ormai da anni è presente nel settore, durante l’evento Transpotec Logitec e NME, le principali fiere per i settori del trasporto merci e persone presso Fiera Milano è stato presentato l’Osservatorio Giovani Autotrasporto e Logistica, promosso da Anita, l’Associazione di Confindustria di categoria. L’obiettivo è fornire strumenti per investire nei giovani, promuovendo il ricambio generazionale e lo sviluppo di nuove competenze in un ambiente inclusivo e al passo coi tempi.

L’emergenza riguarda anche il resto d’Europa, dove più del 70% delle aziende sta già adottando misure per trattenere e attrarre conducenti. Oltre la metà degli operatori offre premi di performance e aumenti di stipendio per incentivare e mantenere gli autisti. Altre azioni messe in atto includono l’investimento in veicoli migliori (44%), il supporto per i costi di accesso alla professione (35%) e la fornitura di opportunità di sviluppo delle competenze (25%). Anche in Italia si stanno osservando dei progressi. Un esempio è Cab Log, un’azienda logistica del Veneto, che ha introdotto la propria Academy con l’obiettivo di reclutare giovani provenienti da tutta Italia interessati a imparare il mestiere, al fine di assumerli nel proprio team.

I candidati, dai 21 anni in su e con patente di guida, avranno l’opportunità di partecipare gratuitamente a corsi finanziati dall’Unione Europea, che includono sia formazione teorica che pratica per ottenere le licenze necessarie.

Con la creazione dell’Osservatorio Giovani Autotrasporto e Logistica, Anita si propone di conseguenza alcuni precisi obiettivi. Tra questi quelli di incoraggiare l’accesso alla professione, conoscere le aspettative professionali delle nuove generazioni, sostenere l’uguaglianza di genere (favorendo inclusività e empowerment femminile); offrire un indirizzo informato alla futura forza lavoro di domani (creando un punto di incontro fra il sistema imprenditoriale e gli studenti); sensibilizzare le istituzioni nazionali rispetto alla mancanza di autisti.

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