Bollette gas, aumenti del 6,9% per il mercato tutelato a gennaio: cosa conviene ora

La spesa per il metano per la famiglia tipo sale di circa 179 euro l'anno, anche se cala il costo della materia prima gas. Colpa della componente fiscale delle bollette

Pubblicato: 6 Febbraio 2024 07:00

Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

A gennaio 2024 le bollette del gas saranno più salate. Anche per i due milioni e mezzo di clienti vulnerabili che non hanno dovuto effettuare subito il passaggio al mercato libero dell’energia, restando ancora nel regime tutelato.

A certificare il rincaro del metano è Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, nel primo aggiornamento con il nuovo servizio di tutela della vulnerabilità. Stando ai calcoli, parliamo di un aumento compreso tra +6,5% e +6,9%.

Perché il gas costa di più nel 2024

L’aumento del prezzo del cosiddetto “oro blu” è il risultato di un’apparente “contraddizione in numeri” che va spiegata. Come risulta dalle nuove tabelle pubblicate sul sito dell’Arera, a gennaio il costo della materia prima gas è diminuito dai 36,30 euro a Mwh di dicembre 2023 a 31,19 euro a Mwh, così come sono calate (seppur di poco) anche le spese per il trasporto. A generare il rincaro sono però le altre voci in bolletta: è tornata infatti a salire il valore della componente fiscale (IVA e oneri di sistema), non più tagliata a livello istituzionale per far fronte alle stangate record dovute alla guerra russo-ucraina.

A pesare è dunque il ripristino delle normali aliquote IVA, che ha fatto passare il prezzo di riferimento del gas per il cliente tipo da 97,79 centesimi di euro per metro cubo a 104,56 centesimi per metro cubo. Sul sito dell’Autorità si legge che “proprio perché il servizio di tutela gas è stato sostituito dal servizio di tutela della vulnerabilità”, sono state modificate le caratteristiche di prelievo di gas dell’utente tipo “affinché siano più aggiornate e coerenti con l’ambito di applicazione” del nuovo servizio. Anche le caratteristiche del cosiddetto “utente tipo” o “famiglia tipo” sono mutate, col consumo medio annuo di gas passato a 1.100 metri cubi annui, invece dei 1.400 precedenti.

L’aggiornamento dell’Arera riguarda al momento soltanto il mese di gennaio. Con la fine della maggior tutela a partire dal 2024, l’Autorità è infatti chiamata a rivedere mensilmente la componente del prezzo del gas a copertura dei costi di approvvigionamento applicata ai clienti del servizio di tutela della vulnerabilità. Saranno proprio questi ultimi a fare i conti con l’aumento delle bollette.

Di quanto aumenta la bolletta e per chi

Il taglio degli sconti per le bollette energetiche si è insomma rivelato nefasto. Come specificato sempre dall’Arera, “la pubblicazione della variazione della spesa complessiva per il gas (cioè comprensiva anche della spesa per il trasporto, la misura e gli oneri generali di sistema) rispetto al mese precedente su base mensile riprenderà a partire dalla pubblicazione, nei primi giorni di marzo 2024, dei dati di febbraio 2024”. La spesa per la materia prima ha influito sulla bolletta di gennaio per il 42,5% sul prezzo finale, mentre le imposte “valgono” il 29,9% (contro i rispettivi 49,7% e 22,5% di dicembre 2023).

Secondo l’Unc (Unione nazionale consumatori), il rincaro annuo per le famiglie italiane sarà di 179 euro. “Nonostante il crollo del costo del gas nei mercati all’ingrosso, per colpa della decisione nefasta del Governo di aumentare dal primo gennaio l’IVA e gli oneri di sistema, il prezzo del gas sale del 6,9%”, conferma Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’associazione. Un rincaro che, senza le nuove imposte, sempre secondo l’Unc “sarebbe invece precipitato del 6,1%”. Il confronto col 2021 è impietoso: Vignola sottolinea ancora come il prezzo del gas sia calato del 23,9% rispetto a quello di gennaio 2022, rispetto ai tempi pre-crisi, mentre nel confronto con gennaio 2021 il rialzo è astronomico: +48%“.

A pagare gli aumenti in bolletta saranno dunque i clienti detti “vulnerabili”, per i quali il regime di maggior tutela è “sopravvissuto”. Si tratta di diverse categorie di contribuenti economicamente svantaggiati: gli anziani over 75, i percettori di bonus sociale, ma anche disabili e persone inserite in strutture abitative di emergenza a seguito di calamità.

Le richieste delle Associazioni di consumatori

Non si sono fatte attendere le critiche e le richieste da parte delle Associazioni dei consumatori. L’Adiconsum preme per “introdurre nuovi criteri di definizione dei prezzi di riferimento dell’energia e di salvaguardia, con riguardo all’andamento inflazionistico e anti-speculativo, affinché l’Arera definisca dei tetti massimi di oscillazione delle tariffe“. Il tutto ricordando come da gennaio scorso le tariffe previste per la vendita del gas non sono più stabilite dall’Autorità, ma dall’andamento del mercato.

“In assenza di opportuni e adeguati correttivi, le aziende hanno quindi la facoltà di vendere il gas a qualsiasi prezzo senza alcuna limitazione di rialzo“, prosegue l’Associazione Difesa Consumatori. “Alla luce delle numerose segnalazioni che stanno giungendo alle nostre sedi territoriali, Adiconsum evidenzia che la fine del mercato tutelato del gas con la conseguente tariffa Placet sta danneggiando anche quei consumatori che già avevano scelto il mercato libero. Infatti, le aziende hanno apportato in corso d’opera o in caso di rinnovo di contratti scaduti delle modifiche unilaterali che hanno fatto lievitare le tariffe del gas, in alcuni casi del 300%“. Per questi motivi l’associazione chiede l’apertura di un tavolo con l’Arera e il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica.

Dai primi riscontri degli esperti, inoltre, emerge che la tariffa Placet (Prezzo libero a condizioni equiparate di tutela), che verrà applicata a coloro che alla data del 10 gennaio 2024 non hanno espresso alcuna scelta verso un operatore del mercato libero, “risulti essere più cara sia di quelle del mercato tutelato che di alcune del mercato libero”. Adiconsum chiede quindi di introdurre, anche nel mercato dell’energia, “l’accettazione da parte del consumatore alla scadenza del contratto, come già avviene nel mercato delle assicurazioni liberalizzato da tempo”. Un’altra criticità legata alla fine del mercato tutelato, secondo Adiconsum, riguarda il pagamento degli oneri per recesso anticipato per passaggio ad altro operatore. L’Autorità consente infatti agli operatori di applicarli. “Come Adiconsum, siamo contrari a tali oneri, perché se siamo in presenza di un mercato libero dovremmo agevolare la libertà di scelta, nel contempo ci auguriamo che almeno i grandi player non li applichino”.

Cosa conviene: come valutare le offerte

Nonostante per loro sia stato prorogato il regime di maggior tutela, i clienti vulnerabili possono comunque sottoscrivere in qualsiasi momento un contratto sul libero mercato. Nei confronti di tutti gli altri utenti, il Portale Offerte di Arera consente di trovare la soluzione idonea in base alle proprie necessità. Tra i parametri da tenere in conto figurano il prezzo fisso, che prevede una tariffa bloccata a prescindere dai consumi. Il prezzo variabile risente invece delle oscillazioni del costo all’ingrosso della materia prima.

Esempio esplicativo: per un single residente a Milano in un immobile da 50 metri quadri e una classe del contatore G6, le tariffe annuali del gas a prezzo fisso vanno dai 1.364 ai 1.449 euro. L’offerta Placet è invece di 1.258 euro. Nel caso di prezzo variabile le tariffe vanno dai 1.223 ai 1.280 euro, mentre l’offerta Placet a prezzo variabile resta la stessa: 1.258 euro annui.

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