Volkswagen è in una fase critica della sua lunga storia nel mercato automobilistico, una crisi che per la prima volta potrebbe portare alla chiusura di alcuni suoi stabilimenti in Germania e al licenziamento di migliaia di lavoratori. Austerità, questa la parola al centro dei piani della dirigenza che punta quindi ad abbassare gli elevati costi del personale per provare a tornare competitiva con i molti attori che si sono affacciati in Europa, specie nel campo dell’elettrico. Nel mirino delle chiusure in Germania ci sarebbero una delle grandi fabbriche Volkswagen e uno stabilimento di componentistica, entrambi ritenuti ormai obsoleti.
Volkswagen verso la chiusura degli stabilimenti in Germania
Secondo quanto riferito dal quotidiano economico tedesco Handelsblatt, Volkswagen “sta pianificando un pacchetto di misure che probabilmente causeranno forti sconvolgimenti tra i dipendenti e gli accordi sulla sicurezza del lavoro e sugli stabilimenti in Germania sono a rischio”. Citando le parole di un insider, il giornale tedesco riferisce di un “pacchetto completo che non si vedeva da decenni” alla Volkswagen.
Anche le parole del Ceo di Volkswagen Oliver Blume, riportate da Bild, non lasciano spazio a interpretazioni differenti: “Il contesto economico è nuovamente peggiorato e nuovi fornitori si stanno affacciando in Europa. La Germania resta indietro in termini di competitività. Noi come azienda ora dobbiamo agire in modo coerente in questo ambiente”. Ecco dunque che l’azienda automobilistica tedesca sarebbe pronta a mettere in campo un piano di risparmio dal valore complessivo di circa 5 miliardi di euro che non escluderebbe del tutto la chiusura di alcuni impianti di produzione.
Gli stabilimenti Volkswagen a rischio chiusura
“Nella situazione attuale – dicono da Volkswagen – la chiusura degli impianti di produzione di veicoli e di componenti non può più essere esclusa senza contromisure rapide”. A queste dichiarazioni fredde si aggiungono le notizie che in questi giorni rimpallano su diversi quotidiani tedeschi, secondo i quali a rischio chiusura ci sarebbero una delle grandi fabbriche locali di Volkswagen, così come uno stabilimento di componentistica. Entrambi i soggetti, infatti, verrebbero giudicati ormai come obsoleti e non competitivi dal management attuale.
Se tutto dovesse essere confermato, si tratterebbe di una vicenda senza precedenti per Volkswagen che mai, nei suoi 87 anni di storia, ha chiuso un suo stabilimento in Germania.
Cosa rischiamo i lavoratori Volkswagen
Le chiusure degli stabilimenti Volkswagen in Germania, secondo quanto riportato da Bloomberg, potrebbero anche far saltare anche i patti di salvaguardia che l’azienda ha già siglato con i sindacati per la salvaguardia di 110mila dipendenti che, al momento, godono di tutele fino al 2029.
A quanto descritto potrebbero aggiungersi nuove situazioni complicate per i lavoratori Volkswagen, con l’azienda che ha ammesso che formule come pensionamenti anticipati e incentivi a uscite volontarie potrebbe non bastare a risollevare lo stato di crisi. Tradotto vuol dire licenziamenti, anche se al momento non è possibile stimare l’entità degli stessi.
L’attacco dei sindacati
Contro la possibile chiusura di alcuni degli stabilimenti tedeschi di Volkswagen si sono schierati i sindacati. Secondo Thorsten Groeger, presidente nazionale di IG Metall, il piano dell’azienda è “irresponsabile” e “scuote le fondamenta della Volkswagen e minaccia massicciamente posti di lavoro e sedi”. “Questo percorso non è solo miope – ha aggiunto – ma estremamente pericoloso: rischia di distruggere il cuore della Volkswagen. Tale taglio netto sarebbe inaccettabile e incontrerà una resistenza determinata”. Concorde anche Daniela Cavallo, presidente del comitato aziendale generale di Volkswagen AG: “Il consiglio ha fallito. Il risultato è un attacco alla nostra occupazione, alle nostre sedi e ai contratti collettivi”.