Elezioni Usa, Harris o Trump? Gli scenari in Medio Oriente, America Latina e Africa

Medio Oriente, con la guerra in Israele, ma anche Iran, America Latina, Africa: i possibili equilibri geopolitici dopo il voto americano

Pubblicato: 4 Novembre 2024 19:10Aggiornato: 5 novembre 2024 08:54

Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

“Un aspetto interessante da sottolineare è il crescente distacco del Medio Oriente dalla tradizionale dipendenza dagli Usa” spiegano a QuiFinanza Edgar Bellow, Professore di Geopolitica e Management Internazionale presso la Neoma Business School, e Nathalie Janson, Professoressa associata di Economia presso il dipartimento internazionale di Finanza dello stesso istituto.

Il Medio Oriente si sta già riallineando?

Sì. Alcuni alleati degli Usa in Medio Oriente, come l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, hanno già iniziato a diversificare le loro alleanze, avvicinandosi a Paesi come Cina e Russia per il commercio, le partnership energetiche e la cooperazione militare. Una presenza americana più moderata come quella che porterebbe Kamala Harris potrebbe accelerare questa tendenza, spingendo gli Stati del Golfo e altri Paesi mediorientali a bilanciare gli interessi statunitensi con quelli di altre grandi potenze.

E poi c’è l’Iran, che sta bombardando Israele e che proprio oggi ha ufficialmente comunicato all’Onu la cessazione delle sue relazioni con l’Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi.

La politica Usa verso l’Iran, soprattutto riguardo alla questione nucleare, influenzerà senza dubbio la stabilità e le alleanze regionali dopo le elezioni americane 2024. Un ritorno alla diplomazia potrebbe attenuare le tensioni, favorendo la nascita di quadri di sicurezza cooperativi in Medio Oriente. Al contrario, un approccio rigido come quello che ci possiamo immaginare con Donald Trump potrebbe aumentare le divisioni, spingendo l’Iran ad avvicinarsi ancora di più a Cina e Russia.

Tornando in America, non possiamo non osservare con grande attenzione anche il possibile sviluppo del ruolo dell’America Latina in un mondo sempre più multipolare…

Il primo elemento che crediamo vada evidenziato è l’influenza dei Brics in America Latina. I Paesi dell’America del Sud potrebbero espandere i legami economici con i Brics, in particolare con Cina e Brasile, per smarcarsi rispetto all’influenza statunitense. Un’amministrazione Usa meno attenta all’America Latina potrebbe consentire al blocco Brics di rafforzare la propria presenza economica nella regione, soprattutto attraverso investimenti in infrastrutture, estrazione mineraria e progetti energetici.

Se parliamo di America Latina diventa preminente il grande tema americano per antonomasia, l’immigrazione. Quali possibili scenari possiamo intravedere?

Le politiche statunitensi sull’immigrazione, così come quelle sul commercio, influenzeranno i Paesi latinoamericani, in particolare il Messico e gli Stati dell’America Centrale. Politiche migratorie più severe potrebbero creare tensioni nelle relazioni Usa-America Latina, spingendo alcuni Paesi a cercare accordi commerciali alternativi e partnership al di fuori dell’emisfero occidentale.

Rimanendo sul tema, e guardando dall’altra parte del mondo ma più vicino a noi, c’è poi il nodo Africa, sempre troppo “oggettificata” dal punto di vista geopolitico e mai abbastanza considerata strategica in quanto tale. Da tempo si parla di continente del futuro. È così?

L’Africa è diventata un chiaro obiettivo strategico per Cina e Russia attraverso investimenti in infrastrutture, energia e partnership per la sicurezza. La risposta degli Usa, che potrebbe variare da un aumento degli aiuti allo sviluppo a una maggiore cooperazione militare, modellerebbe il panorama politico africano e le sue partnership economiche.

Quanto contano le energie rinnovabili e le infrastrutture in questo scenario così vicino?

Con una popolazione giovane e in rapida crescita e abbondanti risorse naturali, le future amministrazioni Usa potrebbero vedere le partnership africane come essenziali per gli obiettivi di energia rinnovabile e clima. Enfatizzare gli investimenti in energie green potrebbe creare nuove vie di cooperazione economica, contrastando l’influenza di Cina e Russia nella regione.

Se da un lato ci sono le tecnologie green, dall’altro c’è la tecnologia tout court ma anche la cybersecurity. In che modo le elezioni Usa possono influenzare anche questi settori strategici?

Con tecnologie avanzate come Intelligenza artificiale e 5G sempre più cruciali, esiti elettorali diversi potrebbero portare a differenti quadri regolatori. Un approccio del governo americano volto a proteggere l’industria nazionale potrebbe intensificare il decoupling tecnologico dalla Cina, influenzando gli standard globali per IA, cybersecurity e telecomunicazioni, creando ecosistemi tecnologici distinti allineati all’Occidente o ai Brics. Gli Usa probabilmente continueranno anche a rafforzare le partnership in ambito cybersecurity con gli alleati, sebbene l’enfasi potrebbe spostarsi da strategie offensive a strategie difensive e cooperative, specialmente con un maggiore ruolo dei quadri multilaterali. Questo approccio influenzerebbe la risposta globale alle minacce informatiche, agli attacchi ransomware e alla resilienza della cybersecurity.

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