Nel discorso di settembre sullo stato dell’Unione, Ursula von der Leyen ha sottolineato come il settore eolico stia affrontando una serie di sfide, che, al momento, ne rallentano lo sviluppo. Come l’UE vuole superare questa crisi?
Nella transizione verso un’economia a zero emissioni nette, la competitività dell’UE dipenderà fortemente dalla sua capacità di sviluppare e produrre, all’interno dei propri confini, le tecnologie pulite che rendono possibile tale transizione, come gli impianti eolici onshore e offshore.
È necessario partire dai dati e dal contesto legislativo per comprendere il motivo per cui l’UE ha sentito la necessità di approntare un piano d’azione a favore del potenziamento dell’eolico, che interesse molteplici attività.
Energie rinnovabili e Green Deal europeo
Le energie rinnovabili sono un tassello fondamentale del piano dell’UE per conseguire la neutralità climatica entro il 2050 nell’ambito del Green Deal europeo e del piano REPowerEU per ritrovare l’indipendenza energetica, ponendo fine alle importazioni di combustibili fossili, soprattutto dalla Russia.
L’UE ha fissato una serie di obiettivi normativi per accelerare la diffusione delle energie rinnovabili:
- la revisione della direttiva sulle energie rinnovabili, nell’ambito del pacchetto legislativo “Pronti per il 55%“
- la revisione del regolamento TEN-E, rafforzando il quadro per i progetti transfrontalieri, comprese le reti offshore.
Bisogna, inoltre, ricordare che il 2023 è stato foriero del piano industriale del Green Deal e della normativa sull’industria a zero emissioni nette e la normativa sulle materie prime critiche per sostenere la capacità di produzione interna di tecnologie a zero emissioni nette.
I dati sull’eolico
Per conseguire l’obiettivo dell’UE recentemente concordato di una quota di energie rinnovabili pari ad almeno il 42,5% entro il 2030 e l’ambizione di arrivare al 45%, la capacità eolica installata dovrebbe aumentare consistentemente e passare dai 204 GW del 2022 a oltre 500 GW nel 2030.
Frenano la crescita del settore una combinazione senza precedenti di elementi:
- una domanda insufficiente e incerta
- procedure di autorizzazione lente e complesse
- la mancanza di accesso alle materie prime
- la forte inflazione e i prezzi elevati delle materie prime
- la concezione poco favorevole delle gare d’appalto nazionali
- la sempre maggiore pressione esercitata dai concorrenti internazionali
- i rischi connessi alla disponibilità di una forza lavoro qualificata
Le criticità del settore
La situazione attuale del settore dell’energia eolica europeo richiede un’azione immediata da parte della Commissione in stretta collaborazione con gli Stati membri e le imprese.
Ad oggi nell’UE sono stati installati oltre 200 GW di energia eolica, di cui 16 GW offshore, che nel 2022 hanno fornito il 16% dell’energia elettrica complessivamente prodotta nel territorio.
La maggior parte delle attrezzature necessarie è stata consegnata da produttori europei, che sono anche importanti attori sulla scena mondiale.
Gli impianti di produzione sono sottoutilizzati a causa della lenta diffusione dell’energia eolica e della difficoltà di prevedere con precisione la domanda di turbine eoliche nell’UE.
Il divario tra gli obiettivi per il 2030 e l’effettiva diffusione, dovuto principalmente alla complessità e alla lentezza delle procedure di autorizzazione, crea uno stato di incertezza per i fabbricanti, rendendo più difficile la pianificazione della produzione e degli investimenti.
Le difficoltà di accesso alle materie prime, l’elevata inflazione e le variazioni dei prezzi delle materie prime, insieme all’aumento dei tassi di interesse e al limitato accesso ai finanziamenti, hanno eroso la situazione finanziaria dei produttori.
La progettazione di gare d’appalto nazionali per sostenere le energie rinnovabili, inoltre, si basa quasi esclusivamente sui prezzi, ma non premia gli elevati standard ambientali e sociali dei prodotti europei.
Le offerte negative senza tetti massimi e le sanzioni insufficienti in caso di mancata esecuzione mettono a repentaglio la piena e tempestiva realizzazione dei progetti.
Negli ultimi anni, in particolare nel 2022, tutti i maggiori produttori europei di turbine eoliche hanno registrato perdite di esercizio significative.
Il piano d’azione europeo per l’energia eolica
Il piano d’azione europeo per l’energia eolica, presentato dalla Commissione, è volto ad assicurare che:
- la transizione verso l’energia pulita proceda di pari passo con la competitività industriale
- l’energia eolica continui a rappresentare un successo europeo
- la catena di approvvigionamento dell’energia eolica resti solida e competitiva, con una riserva di progetti chiara e certa, e conservi la capacità di attrarre i finanziamenti necessari e competere in condizioni di parità a livello mondiale.
Il piano è accompagnato da una comunicazione sulla realizzazione degli obiettivi dell’UE in materia di energia offshore, che include anche l’eolico e che dà seguito alla strategia dell’UE sulle energie rinnovabili offshore adottata tre anni fa.
Il piano d’azione definisce le azioni immediate che la Commissione, gli Stati membri e l’industria devono adottare insieme, sulla base delle politiche e della normativa esistenti, concentrandosi su sei settori principali. Ovvero:
- accelerazione della diffusione grazie a una maggiore prevedibilità e a procedure di autorizzazione più rapide
- migliore progettazione delle aste
- accesso ai finanziamenti
- contesto internazionale improntato alla concorrenza leale
- competenze
- partecipazione delle imprese e impegni degli Stati membri.
La Commissione collaborerà con gli Stati membri e il settore eolico per elaborare una Carta dell’UE per l’energia eolica al fine di migliorare le condizioni che consentono al settore eolico europeo di rimanere competitivo.
La diffusione dell’energia eolica nell’UE
Nell’ambito del Green Deal europeo, la Commissione ha promosso diverse iniziative legislative volte ad affrontare la questione della lentezza delle procedure di autorizzazione per i progetti nel settore delle energie rinnovabili. In particolare:
- la revisione del regolamento TEN-E
- la revisione della direttiva sulle energie rinnovabili
- l’adozione di norme di emergenza in materia di autorizzazioni durante la crisi energetica del 2022
- la presentazione della normativa sull’industria a zero emissioni nette, per accelerare il rilascio di autorizzazioni per i progetti di produzione di tecnologie a zero emissioni nette.
Questo piano d’azione mira a produrre risultati concreti.
Sulla base della normativa sull’industria a zero emissioni nette proposta e della riforma dell’assetto del mercato dell’energia elettrica, la Commissione aiuterà gli Stati membri a migliorare le aste con criteri ben concepiti e oggettivi, che premino le apparecchiature a più alto valore aggiunto e garantiscano che i progetti siano realizzati pienamente e nei tempi previsti.
Al di fuori dei confini dell’UE, i progetti, che si iscrivono nel quadro del Global Gateway, aumenteranno il ricorso alle norme strategiche in materia di appalti. Il piano d’azione prevede, anche, una valutazione dei rischi per la cybersicurezza.
L’iniziativa “Accele-RES”
La Commissione, nel contesto di questa iniziativa:
- sosterrà gli Stati membri nell’attuazione rapida delle disposizioni in materia di autorizzazioni della direttiva riveduta sulle energie rinnovabili, ponendo un forte accento sulla digitalizzazione
- sosterrà finanziariamente la formazione delle autorità nazionali preposte al rilascio delle autorizzazioni
- fornirà raccomandazioni e orientamenti aggiornati agli Stati membri in materia, senza tralasciare la designazione di zone di accelerazione per le energie rinnovabili.
Nell’ambito del piano d’azione, gli Stati membri dovrebbero aumentare la visibilità della riserva di progetti eolici attraverso impegni per l’eolico e la pubblicazione sia dei calendari delle aste a medio termine che dei piani a lungo termine per la diffusione delle energie rinnovabili.
La Commissione lavorerà, in stretta collaborazione con gli Stati membri, per migliorare la progettazione delle aste, che inviano segnali di investimento all’intera catena del valore e sono fondamentali per garantire la redditività del settore.
Gli Stati membri saranno incoraggiati a includere criteri oggettivi e non discriminatori relativi, tra l’altro, alla cybersicurezza e alla residenza dei dati, alla sostenibilità e alla tutela dei bacini marittimi, oltre a misure per massimizzare il tasso di realizzazione dei progetti.
Dopo un serrato dialogo con le autorità nazionali e le imprese del settore eolico, entro la fine di marzo 2024, la Commissione presenterà raccomandazioni e orientamenti e aumenterà il ricorso agli appalti strategici nel contesto del Global Gateway per garantire che i progetti siano realizzati nel rispetto di elevati standard ambientali, sociali e di governance e offrire ai contraenti e ai produttori che rispondono a tali standard un modello economico valido.
Accesso ai finanziamenti
Il difficile contesto inflazionistico e dei tassi di interesse in generale, che colpisce in particolar modo il settore delle materie prime, così come la frequente necessità di fornire garanzie iniziali per garantire i contratti rendono difficoltoso l’accesso ai finanziamenti, soprattutto se a condizioni favorevoli.
La Commissione, quindi:
- agevolerà l’accesso al finanziamento dell’UE per il settore, anche ampliando la possibilità di sostegno alla produzione di tecnologie per l’energia eolica nell’ambito del Fondo per l’innovazione, del piano strategico riveduto per le tecnologie energetiche (piano SET) e della nuova piattaforma “Tecnologie strategiche per l’Europa” (STEP)
- con riferimento al Fondo per l’innovazione raddoppierà il bilancio per finanziare progetti di produzione di tecnologie pulite portandolo a 1,4 miliardi di €, includendo i progetti per la produzione di turbine eoliche e dei loro componenti nel prossimo invito a presentare proposte
- consoliderà il dialogo con gli stakeholder, in particolare gli investitori di capitale a lungo termine, nel contesto del dialogo con gli investitori, al fine di individuare soluzioni per rendere il settore eolico dell’UE più competitivo nell’attrarre investimenti a livello mondiale.
La Banca europea per gli investimenti, invece, varerà un meccanismo di garanzia specifico per le esposizioni creditizie delle banche commerciali verso i principali fornitori del settore eolico.
Gli Stati membri potranno sfruttare appieno le opportunità offerte dalle norme del quadro temporaneo di crisi e transizione per gli aiuti di Stato a sostegno della produzione eolica nell’UE.
Operare in un contesto internazionale
Anche in questo contesto vi è da evidenziare il ruolo crescente delle imprese cinesi nel loro mercato interno e internazionale. La pressione della concorrenza del gigante asiatico potrebbe contribuire a rafforzare il settore eolico europeo, ma il tutto deve avvenire in un contesto paritario.
La pressione esercitata da concorrenti internazionali rappresenta una sfida crescente per la produzione del settore eolico dell’UE. Alcune di queste imprese non europee beneficiano di vantaggi specifici legati alla loro integrazione verticale, alla loro posizione dominante sul mercato nazionale o a condizioni finanziarie attraenti.
Se da un lato la concorrenza stimola l’innovazione e il miglioramento dei prodotti, dall’altro una disparità di condizioni potrebbe ripercuotersi negativamente sui produttori di impianti eolici dell’UE e persino ridurne la competitività. La carenza di lavoratori qualificati nel settore della produzione eolica, come gli operatori di navi, gru o ascensori pesanti, rischia infine di ostacolare il necessario aumento della capacità produttiva europea.
Per garantire che il settore eolico operi in un contesto internazionale improntato alla concorrenza leale, la Commissione, in cooperazione con gli Stati membri e l’industria, metterà in campo tutti gli strumenti a disposizione.
Tra i vari strumenti si menzionano:
- difesa commerciale
- appalti internazionali, al fine di garantire parità di condizioni e agevolare l’accesso dei produttori dell’UE ai mercati esteri
- vigilanza della Commissione per contrastare gli investimenti esteri diretti che minacciano la sicurezza e l’ordine pubblico
- accordi commerciali per rafforzare la competitività dell’industria eolica dell’UE, prestando particolare attenzione alle esigenze del settore nei negoziati in corso per nuovi accordi
- promozione dell’adozione di norme UE e internazionali per il settore, anche attraverso il forum di alto livello sulla normazione europea per garantire l’interoperabilità, ridurre i costi e accelerare la diffusione sul mercato delle tecnologie dell’energia eolica onshore e offshore.
Il ruolo delle energie rinnovabili offshore nel conseguimento degli obiettivi climatici
Le energie rinnovabili offshore saranno fondamentali per conseguire gli obiettivi in materia di clima ed energia e per ridurre la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili.
Se la maggior parte della capacità supplementare proverrà dall’eolico è strategico prevedere di raggiungere 1 GW di capacità installata dall’energia oceanica entro il 2030.
All’inizio di quest’anno i paesi dell’UE hanno concordato nuovi obiettivi a lungo termine per la diffusione delle energie rinnovabili offshore.
L’obiettivo ambizioso è quello di raggiungere 111 GW di capacità complessiva di generazione entro il 2030. Entro il 2050 dovrebbe essere installata una capacità superiore a 300 GW da energie rinnovabili offshore.
La diffusione delle energie rinnovabili offshore, quindi, deve accelerare in modo significativo.
Per perseguire questo obiettivo la Commissione sta intensificando gli interventi a sostegno del settore. In particolare:
- promuoverà la cooperazione regionale in materia di pianificazione delle infrastrutture e dello spazio marittimo, anche in relazione alla pubblicazione di aste per le energie rinnovabili offshore
- fornirà orientamenti per un’analisi specifica costi-benefici e una ripartizione dei costi per i progetti di rete offshore
- rafforzerà il sostegno alle autorità nazionali nell’attuazione delle disposizioni aggiornate in materia di autorizzazioni a norma del regolamento TEN-E e della direttiva sulle energie rinnovabili
- cercherà di mobilitare gli Stati membri per piani regionali di monitoraggio delle infrastrutture offshore nel contesto degli sforzi volti a rafforzare la resilienza delle infrastrutture energetiche critiche.
Le nuove misure destinate al settore offshore sono trattate in una comunicazione specifica.
Per aumentare la diffusione dell’energia eolica offshore e dell’energia oceanica occorre una cooperazione regionale rafforzata, in particolare per quanto riguarda le reti offshore e i progetti transfrontalieri in materia di energie rinnovabili.
La Commissione:
- offrirà sostegno tramite orientamenti sull’analisi costi-benefici e sulla ripartizione dei costi per favorire la certezza per gli investitori e garantire un approccio regionale alla pianificazione dello spazio marittimo. Ciò deve essere compatibile con le altre attività economiche marine oltre che con gli obiettivi ambientali e di protezione e ripristino della natura in mare
- affronterà il ruolo dei porti come elemento chiave nella catena di approvvigionamento energetico offshore, avvalendosi tra l’altro di uno studio volto a esaminare la capacità dei porti di sostenere la rapida diffusione dell’energia eolica offshore mediante la mappatura, la classificazione e la definizione di priorità relativamente alle esigenze in termini di infrastrutture portuali per lo sviluppo dell’energia eolica offshore.
Nei prossimi anni l’eolico offshore dovrebbe dare un contributo significativo agli obiettivi dell’UE in materia di clima ed energia.
Prendendo le mosse dalla strategia sulle energie rinnovabili offshore del 2020, gli Stati membri hanno recentemente concordato nuovi e ambiziosi obiettivi per la produzione di energia rinnovabile offshore entro il 2050, con traguardi intermedi per il 2030 e il 2040 per ciascuno dei cinque bacini marittimi dell’UE.
Nel 2022 la capacità installata offshore cumulativa dell’UE-27 ammontava a 16,3 GW. Ciò significa che, per colmare il divario tra l’impegno degli Stati membri di raggiungere 111 GW e la capacità del 2022, occorre installare in media quasi 12 GW/anno, ossia 10 volte più degli 1,2 GW supplementari installati lo scorso anno.
La Commissione, pertanto, sta moltiplicando gli sforzi volti a sostenere in particolare il settore delle energie rinnovabili offshore, definendo ulteriori azioni volte a:
- rafforzare l’infrastruttura di rete e la cooperazione regionale
- accelerare il rilascio delle autorizzazioni
- garantire una pianificazione integrata dello spazio marittimo
- rafforzare la resilienza delle infrastrutture
- sostenere la ricerca e l’innovazione
- sviluppare catene di approvvigionamento e competenze.
La manodopera qualificata. Un’altra criticità
Gli obiettivi per risollevare le sorti dell’energia eolica sono tanti e ambiziosi. L’aumento previsto della diffusione dell’energia eolica e delle corrispondenti capacità di produzione in Europa devono essere accompagnati dalla presenza di risorse con le giuste competenze.
Negli ultimi due anni la Commissione ha sostenuto la creazione di partenariati su vasta scala per le competenze per l’ecosistema industriale delle energie rinnovabili nell’ambito del patto per le competenze.
Incoraggiare i partenariati non è, però, l’unica via percorribile.
È necessario integrare l’istituzione di programmi di formazione specifici attraverso accademie dell’industria a zero emissioni nette, come parte integrante della normativa sull’industria a zero emissioni nette.
Le accademie svilupperanno contenuti e materiali didattici con l’obiettivo di formare 100 000 discenti nei primi tre anni.