Si torna a parlare di Superbonus, necessariamente. In commissione Bilancio è giunta un’ipotesi che avanzava l’idea di una sorta di finestra extra, al fine di scontare le fatture emesse nel 2023. Si garantiva al pubblico una chance ultima di presentazione della necessaria documentazione entro il 12 gennaio.
Allo stato attuale le fatture emesse possono essere presentate tramite due Sal intermedie. Ognuna deve coprire come minimo il 30% dei lavori. Spazio poi a una Sal finale. Il problema sorge laddove un condominio non sia stato in grado di raggiungere queste percentuali. Il rischio è ovviamente quello di veder sfumare del tutto le chance di sconto in fattura con il 110%. Un grave danno, considerando come molti di questi lavori hanno avuto inizio nel 2023 proprio in funzione di tale agevolazione.
Garantire una Sal straordinaria permetterebbe una copertura garantita per tutti i lavori, provvedendo alla chiusura adeguata di tutti i cantieri. Il governo sarebbe dunque certo di non vederne di nuovi aperti, sotto l’ala di un Superbonus sempre osteggiato e criticato dal centro-destra.
Nessuna proroga all’orizzonte
In merito a quest’ipotesi si è espresso Guido Quintino Liris, senatore di Fratelli d’Italia e relatore della manovra. Al vaglio una procedura che definisce “tecnicamente valida”, per una Sal straordinaria tra il 60 e il 100% dei lavori, entro il 31 dicembre 2023.
Una proroga sarebbe onerosa e il governo di Giorgia Meloni non intende avallarla in alcun modo. Il tutto ruoterebbe intorno a uno Stato d’avanzamento dei lavori straordinario, dunque. Si andrebbe a fissare al 12 gennaio 2024 la chance di presentare il Sal extra, attestando tutti i lavori realizzati entro la fine di quest’anno, così da chiudere tutti i cantieri ancora in essere.
In questo modo si garantirebbe ancora l’applicazione del 110% con sconto in fattura. Ogni altra lavorazione, invece, vedrà applicate le percentuali in vigore per il 2025. In nessun caso, dunque, si prenderà in considerazione una proroga. Farlo, numericamente parlando, costerebbe 4,5 miliardi al mese, ha spiegato Liris: “Potrebbe essere utile per completare ordinatamente alcuni lavori, ma non possiamo permettercelo”.
In aiuto dei condomini
È bene sottolineare, però, come tutto ciò si traduca in un salvagente per i condomini. È a ciò che lo sguardo del governo è rivolto in questo momento, a patto di non gravare in alcun modo sui conti, già fragili, del 2024.
Erica Mazzetti di Forza Italia ha appoggiato questa proposta: “Non comporta costi e oneri ulteriori per lo Stato e salvaguarda i condomini. È al vaglio una proroga di due mesi per tutelare chi ha investito. In questo modo si potranno concludere i lavori già avviati e godere del Superbons per l’anno 2023”.
L’opinione su questa misura resta durissima, definendolo “delirio Superbonus”, ma l’esecutivo cerca un’uscita controllata, ha spiegato la deputata. Ad oggi, il Mef si è sempre dichiarato contrario a ogni proroga che possa pesare sul 2024. Il ministro Giorgetti ha chiuso a ogni sorta di prolungamento della misura, con riferimento in una nota alle ipotesi della stampa.
Stando a quanto scritto da Il Messaggero, però, l’ipotesi, non proroga, potrebbe concretizzarsi con la legge di Bilancio, per la quale l’esecutivo spera di riuscire a rispettare i tempi massimi, sempre più stringenti. Una via d’uscita, appunto, ma soltanto per i condomini.