In un discorso al Parlamento europeo, a fine anno, la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato la sua decisione di dare l’avvio a un dialogo strategico sul futuro dell’industria automobilistica in Europa. Il dialogo si pone come obiettivo quello di proporre e attuare rapidamente le misure di cui il settore ha urgente bisogno. Se, come dichiara la stessa Ursula von der Leyen, l’industria automobilistica è un orgoglio europeo ed è fondamentale per la prosperità dell’Europa, diventa fondamentale stimolare l’innovazione e sostenere milioni di posti di lavoro.
Indice
Gli obiettivi del dialogo strategico
L’Europa e le sue istituzioni, pertanto, devono elaborare soluzioni specifiche che siano competitive, garantendo al settore automobilistico un sostegno forte in questa fase di trasformazione profonda. Il dialogo strategico, proposto dalla Presidente della Commissione Europea, ci si augura sia l’occasione per elaborare strategie e soluzioni concrete al fine di sostenere la competitività globale della produzione automobilistica in Europa.
Si concentrerà l’attenzione su come:
- promuovere l’innovazione guidata dai dati e la digitalizzazione, basate su tecnologie che guardano al futuro come l‘IA e la guida autonoma
- sostenere la decarbonizzazione del settore, con un approccio tecnologico aperto, dato il suo ruolo nel conseguimento degli ambiziosi obiettivi climatici dell’Europa
- affrontare le questioni relative all’occupazione, alle competenze e ad altri elementi sociali nel settore
- semplificare e modernizzare il quadro normativo
- far crescere la domanda, rafforzando le risorse finanziarie del settore, la sua resilienza e la sua catena del valore in un contesto internazionale sempre più competitivo.
Riunire tutti gli stakeholder
E’ fondamentale riunire i principali portatori di interessi di tutta l’industria, tra cui le aziende automobilistiche europee, i fornitori di infrastrutture, i sindacati e le associazioni di imprese e, comunque, tutte le parti della catena del valore del settore automobilistico. Il lancio formale, sotto la guida personale della Presidente, sarà seguito da una serie di riunioni tematiche, presiedute dai membri del collegio. Queste riunioni daranno luogo a una serie di raccomandazioni che contribuiranno a elaborare una strategia globale dell’Ue per il settore al fine di gestire le varie sfide e, ove necessario, adattare di conseguenza il quadro normativo dell’Ue applicabile.
Le riunioni di vertice, guidate dalla Presidente della Commissione, verificheranno i progressi compiuti e daranno gli impulsi politici necessari per proseguire i lavori.Il Consiglio e il Parlamento europeo saranno strettamente coinvolti nel processo e saranno regolarmente informati e consultati sul dialogo.
Il Clean Industrial Deal
La revisione delle norme dell’Unione Europea che sanciscono il divieto di immatricolare nuove auto a benzina e diesel a partire dal 2035 è stata confermata per il 2026. Roxana Minzatu, vicepresidente della Commissione europea, ha ribadito questo punto in risposta a un’interrogazione del Partito Popolare Europeo e ha focalizzato l’attenzione anche sugli e-fuel e il loro ruolo.
Nel tentativo di mantenere in equilibrio il mercato interno tra sostenibilità economica e ambientale, con la sua rielezione, Ursula von der Leyen vuole segnare una nuova fase nella politica industriale dell’Ue. Con la sua rielezione viene enfatizzato il Clean Industrial Deal. Ci si chiede se se sarà una semplice prosecuzione normativa del Green Deal o, come ci si augura, un’accelerazione verso la decarbonizzazione e l’innovazione tecnologica, con la speranza di evitare che questo pilastro del secondo mandato della Commissione Von der Leyen non faccia apparire il re ancora più nudo. L’Europa sembra sempre più stretta tra Cina e Usa, nonostante un mercato con 450 milioni di consumatori.
Gli attuali sistemi di aiuto per sostenere l’economia europea e promuovere, al contempo, la transizione verde e digitale, sono il TCTF (Temporary Crisis and Transition Framework) e l’IPCEI 9 (Important Projects of Common European Interest). Questi supporti sono spesso erogati a fondo perduto e non consentono alle industrie europee di minimizzare le distorsioni interne del mercato, non andando a premiare la capacità industriale europea.
L’IRA (Inflation Reduction Act), di stampo statunitense, invece, lega questi aiuti a risultati concreti e al raggiungimento di specifici obiettivi.
Il mercato automobilistico è in stallo
Le immatricolazioni di veicoli leggeri restano 4 milioni sotto i livelli pre-pandemia, con una ripresa sempre più lontana. I consumatori continuano a mostrare perplessità nei confronti dei veicoli elettrici a batteria (BEV). Gli elevati prezzi di acquisto, le limitate autonomie di guida e l’affidabilità delle infrastrutture di ricarica hanno diminuito l’entusiasmo, senza tener conto che i prezzi delle nuove auto sono aumentati di oltre il 30% negli ultimi cinque anni, superando la crescita del reddito disponibile delle famiglie. Si sceglie, così, di tenere le proprie auto per periodi più lunghi, procrastinando il momento dell’acquisto.
Gli stessi incentivi all’acquisto erogati dagli Stati sono stati ridimensionati, anche in quei Paesi che, fino a pochi mesi fa, hanno trascinato in avanti il settore automobilistico, Francia e Germania. Un altro aspetto di cui tener conto, al di là del mercato cinese e di tutte le altre cause su cui si dibatte, è il cambio di preferenze dei consumatori, soprattutto tra i giovani.
L’auto non è più uno status symbol
L’auto non è più uno status symbol e potrebbe essere scemato l’asservimento alla macchina. Dai giovani viene sempre più visto come un simbolo nocivo, come un qualcosa che inquina, ingombra, disturba, soprattutto l’ambiente e poi è cara. Gli alti prezzi delle automobili, la bassa disponibilità finanziaria, in particolare di questo target, la possibilità di ricorrere ad alternative che in altri tempi non erano disponibili sul mercato porta sempre più ad un allontanamento fisico e psicologico da questo mezzo.
L’Automobile Club d’Italia (ACI) ha pubblicato il suo ultimo bollettino mensile “Auto-Trend”, offrendo una panoramica dettagliata del mercato automobilistico italiano. I dati del Pubblico Registro Automobilistico (PRA) mostrano che il mercato delle auto usate continua a prosperare, con una crescita dell’1,4% a novembre 2024 rispetto allo stesso mese del 2023. Considerando che novembre 2024 ha avuto un giorno lavorativo in meno, l’aumento sale al 6,5% in termini di media giornaliera. Il rapporto tra auto usate e nuove vendute a novembre 2024 è stato di 222 a 100, con una media da inizio anno di 197 auto usate vendute per ogni 100 nuove.
Le multe alle case produttrici
A partire dal 2025, inoltre, le case automobilistiche non possano vendere auto che mediamente emettono più di 93,6 grammi di CO2/km. Questo vuol dire puntare sulle vetture elettriche. Secondo l’ACEA (European Automobile Manufacturers’ Association), per rientrare nell’obiettivo dei 93,6 grammi la quota delle auto elettriche vendute dai produttori europei dovrebbe passare dall’attuale 15% al 22%, se non al 37%, ma, essendo molto distanti da questo numero, secondo la regolazione europea, si dovrebbe procedere al pagamento di multe multimiliardarie, che fiaccherebbero ulteriormente il comparto.
Decarbonizzazione, costi quel che costi, o ipotizzare un futuro diverso, tenendo conto di nuove tendenze ed aspettative? Il dialogo strategico sul futuro dell’industria automobilistica in Europa non può essere rimandato.