Il caro energia continua ad essere il problema principale per famiglie e aziende in vista di un inverno che si annuncia difficile. Si parla di una vera e propria stangata in arrivo per gli italiani che vedranno aumentare di quasi il 60% la bolletta della luce.
Nella situazione attuale, conviene di più il mercato tutelato o il mercato libero? Una domanda fondamentale per tentare di fronteggiare l’aumento delle tariffe. Una scelta peraltro possibile solo fino al 1° gennaio 2024, giacché si chiuderà definitivamente per l’elettricità il mercato tutelato, un anno dopo lo stop previsto per il gas, completamente libero dal 1 gennaio 2023. Il doppio regime esiste dal 1999, quando le liberalizzazioni del decreto Bersani hanno consentito ai fornitori di energia di stipulare liberamente contratti in Italia. Al momento, però, c’è ancora poco più del 40% delle utenze legato al mercato tutelato.
Differenze
La differenza sostanziale tra i due regimi – come segnala l’Adnkronos – è che chi è ancora sotto tutela paga secondo l’aggiornamento previsto ogni tre mesi del tariffario dell’Autorità per l’energia, l’Arera. Al contrario, chi è nel libero mercato paga secondo una tariffa che viene negoziata col fornitore, e in genere è più bassa rispetto a quelle del mercato tutelato.
Ciò detto, non è esente da rischi anche chi ha scelto di affidarsi alla concorrenza, sfidando l’istinto di conservazione che spesso spinge gli utenti più pigri a non modificare contratti che si trascinano da tempo. Il risparmio in bolletta passa spesso per i contratti a prezzo fisso, che non viene modificato né in caso di rialzi improvvisi né nell’ipotesi, che sembra irreale oggi ma che si è verificata in passato, di ribassi di mercato.
Cercare le migliori condizioni
Come in ogni mercato aperto, le condizioni cambiano. E ne trae vantaggio solo chi ha la voglia, e la costanza, di cercare la tariffa migliore. Così come spesso si fa nel mercato della telefonia mobile.
Servizi e prodotti
La vigilanza del mercato libero spetta all’Antitrust e, come succede in altri settori, c’è sempre il rischio di incorrere in pratiche commerciali scorrette. Vanno anche considerati, in positivo e in negativo, i servizi e i prodotti aggiuntivi previsti nel mercato libero. Anche in questo caso, la differenza la fa l’attenzione con cui si valutano e si scelgono le proposte degli operatori.