Il presidente della Russia Vladimir Putin ha minacciato nuovamente l’utilizzo dell’arsenale nucleare strategico russo. Durante la parata militare per la commemorazione della vittoria dell’Unione Sovietica nella seconda guerra mondiale, il leader russo è tornato a parlare delle armi atomiche del Paese, mentre l’esercito si prepara a un’esercitazione per l’utilizzo di quelle tattiche.
Negli ultimi anni, specialmente da quando è cominciata la guerra contro l’Ucraina, Putin ha spesso utilizzato la minaccia nucleare per scoraggiare i Paesi occidentali dall’aumentare il proprio sostegno a Kiev. Queste settimane sono state particolarmente attive in questo senso, con l’arrivo di miliardi di dollari in aiuti dopo mesi di blocco quasi totale.
Le minacce di Putin sull’utilizzo delle armi nucleari
Durante la cerimonia di commemorazione della vittoria dell’Unione Sovietica nella seconda guerra mondiale, corredata da una parata militare, il presidente della Russia Vladimir Putin è tornato a parlare del conflitto in corso. Inizialmente le parole del suo discorso sono sembrate rassicurare sull’impegno del Cremlino a impedire un’allargamento della guerra in Ucraina, che va avanti da ormai più di due anni, ma presto il leader del Paese ha iniziato a minacciare gli alleati di Kiev.
Putin ha quindi ricordato che le armi nucleari strategiche della Russia sono sempre pronte. Per armi strategiche si intende quelle che comunemente vengono indicate come bombe atomiche, quindi le testate nucleari con gli effetti più devastanti. Il loro principale utilizzo è quello fatto in questa circostanza dal presidente russo, quello di deterrente. Questi ordigni sono stati utilizzati soltanto due volte nella storia, dagli Usa durante la Seconda guerra mondiale. Da quando anche altri Stati si sono dotati di un’arsenale di questo tipo, non si sono verificati altri casi.
Molto diverse sono le armi nucleari tattiche, che sono al centro delle prossime esercitazioni congiunte tra Russia e Bielorussia al confine con l’Ucraina, annunciate poche settimane fa. In questo caso si tratta di ordigni dal potenziale molto minore, progettati per agire localmente sui fronti di guerra. In questo caso il loro utilizzo non ha precedenti e la Nato ha già minacciato un’intervento di terra se dovessero essere impiegati in Ucraina.
Il ritorno del sostegno all’Ucraina
Uno studio tedesco ha dimostrato che esiste un pattern nell’utilizzo delle minacce nucleari da parte della Russia dall’inizio della guerra in Ucraina. Spesso infatti le armi atomiche vengono citate da Putin o dai suoi portavoce quando il sostegno dell’occidente a Kiev si rafforza. Anche in questo caso il presidente russo conferma questa tendenza, dato che nelle ultime settimane sia Usa che Unione europea hanno ricominciato a sostenere l’Ucraina con l’invio di armi.
Il passo più importante è stato lo sblocco del pacchetto da 61 miliardi di dollari rimasto bloccato al Congresso degli Stati Uniti per mesi. A questo è seguita una mobilitazione degli Stati europei per l’invio di sistemi antimissilistici in Ucraina. L’Ue ha anche annunciato di aver trovato un modo di utilizzare il denaro ricavato dai beni espropriati agli oligarchi russi alleati di Putin per finanziare la resistenza di Kiev. Sul fronte diplomatico, la visita del presidente cinese Xi jinping in Europa ha permesso ai leader continentali di fare pressione sulla Cina per ridurre il sostegno alla Russia.