Dal politico belga corrotto alla rete di 007 in Europa: la “guerra delle spie” della Cina

La Cina penetra con lo spionaggio in Belgio e Regno Unito, anche a livello politico e tecnologico. Un'interferenza che promette di sconvolgere gli equilibri mondiali

Pubblicato: 24 Dicembre 2023 19:03

Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Lo spionaggio è permesso, il sabotaggio no. Questa è una delle grandi lezioni che un vecchio professore universitario ha trasmesso a una discreta generazione di studenti. Ed è una verità abbastanza ignorata. Perché, da che mondo è mondo, le spie sono sempre esistite e hanno sempre circolato senza che ci si scandalizzasse troppo.

Nell’Occidente dei valori democratici e del vuoto fair play anglosassone, però, gli egemoni statunitensi mal sopportano ingerenze straniere in terra europea, figurarsi nella loro. Eppure, a un anno dal Qatargate, l’Ue è di nuovo bersaglio di interferenze estere. Come riportato infatti dal Financial Times, assieme Le Monde e Der Spiegel, un agente cinese avrebbe corrotto il politico belga Frank Creyelman, membro del partito di destra fiammingo Vlaams Belang. Ma la “guerra delle spie” si allarga anche a Gran Bretagna e Stati Uniti.

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Il caso del politico belga corrotto dai cinesi

A metà mese ha fatto scalpore il caso di Frank Creyelman, ex parlamentare del partito fiammingo populista di destra Vlaams Belang. Per oltre tre anni il politico belga è stato pagato regolarmente da Daniel Woo, un ufficiale dell’Agenzia di Spionaggio del Ministero della Sicurezza di Stato cinese, allo scopo di “fare gli interessi di Pechino” in Europa. In particolare, Creyelman avrebbe dovuto “dividere l’Ue dagli Usa”, indebolendone la stretta relazione e invertendo la percezione della Cina in Europa su vari temi: dalla repressione della democrazia da parte della Cina a Hong Kong alla persecuzione della minoranza degli uiguri nello Xinjiang.

Dai messaggi di testo finiti nelle mani degli inquirenti, forniti da un’anonima fonte di sicurezza occidentale, è emerso che Creyelman ha avuto l’incarico di influenzare due eurodeputati del suo partito per criticare le politiche occidentali condotto nei confronti della Cina, affermando che una tale condotta da parte di Londra e Washington avrebbe minato la sicurezza energetica europea. Il tutto mentre il cancelliere tedesco Olaf Scholz volava in Cina alla fine del 2022 per una visita di Stato. Il politico belga è stato inoltre incaricato di fornire a Woo informazioni sul presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e addirittura corrompere il giornalista James Wilson per scrivere articoli polemici nei confronti delle proteste per la democrazia scoppiate a Hong Kong.

Questi messaggi sono proseguiti dal 2019 alla fine del 2022, dunque durante tutta l’era Covid. Citando fonti di intelligence, il Financial Times ha rivelato senza mezzi termini che il presidente cinese Xi Jinping ha costruito con impegno inedito una squadra specializzata nel Dipartimento del Mss dello Zhejiang, per cui lavorava Woo, formando e assumendo oltre 5mila agenti. Un intero ufficio è specializzato per lo spionaggio in Europa. Una volta scoppiato il caso, Creyelman è stato espulso dal suo partito “con effetto immediato”. Ma ormai il danno era fatto e il vaso di Pandora scoperchiato.

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L’allarme dal Regno Unito: “Spie cinesi dappertutto”

I tentacoli del Zhongnanhai, quartier generale del Partito Comunista Cinese e dunque dello Stato, si sono però allungati anche oltre la Manica. E in maniera assai più pervasiva, secondo quanto riportato da un report dell’Intelligence and Security Committee of Parliament (Isc). Il governo britannico avrebbe colpevolmente abbassato le proprie difese, sottostimando la minaccia cinese, e permettendo alle spie di Pechino di “penetrare con successo in ogni settore dell’economia del Regno Unito”.

A settembre 2023 è stato scoperto uno dei numerosi casi di spionaggio cinese in Inghilterra: un ricercatore che lavorava presso il Parlamento britannico è stato arrestato dopo essere stato accusato di collaborare con gli 007 del Dragone. L’ombra di Pechino sarebbe tuttavia molto più lunga e tenebrosa, coinvolgendo anche esponenti dei partiti politici. Gran parte delle informazioni di spionaggio sono veicolate dai giovani cinesi che si recano in Occidente per studiare, costantemente monitorati e controllati dall’entourage di Xi. L’interferenza cinese penetra dunque anche a livello accademico, con incentivi e intimidazioni, oltre che nel settore industriale e tecnologico. E, in generale, a livello economico-finanziario.

Secondo il report, molti alti funzionari e decisori dei vari settori raggiunti dalle spie cinesi “sembrano chiudere un occhio, felici semplicemente di ricevere denaro”. Il governo Sunak avrebbe perfino salutato con favore investimenti cinesi in industria e tecnologia “indipendentemente dai rischi per la sicurezza nazionale”. Una prova di questa condotta, secondo gli analisti britannici, è il clamoroso avviso di allerta dell’MI5 (che non è solito a pubblicare un tale tipo di allarme) su una presunta agente cinese attivo nel Parlamento britannico: Christine Lee, che avrebbe tessuto relazioni e accordi top secret per conto di Pechino con politici inglesi per oltre un decennio. Le autorità britanniche hanno scoperto che la spia cinese ha donato quasi 700mila sterline all’ufficio del deputato laburista Barry Gardiner o direttamente al partito Laburista.

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La guerra delle spie tra Usa e Cina

Al contrario degli Stati Uniti, la Cina non è obbligata a investire risorse e attenzione su molteplici fronti di guerra (Ucraina, Israele, Indo-Pacifico), e quindi può investire i suoi talenti nella sua personale “guerra economica” per scalfire la globalizzazione americana. Su questo piano si combatterà una grande fetta della futura guerra per l’egemonia globale. Le ambizioni di spionaggio cinesi si allargano anche allo Spazio, dove è in atto una competizione senza precedenti ed esclusione di colpi con Usa, Russia e Giappone. L’obiettivo di tutti è collocare i rispettivi satelliti attorno alla Terra e mettere fuori gioco quelli altrui.

A parlare di un’autentica “guerra di spie tra Washington e Pechino, “più intensa rispetto a quella durante la Guerra Fredda”, è stato lo stesso direttore dell’Fbi Christopher Wray. Gli episodi dei cosiddetti palloni-spia cinesi in volo sulle basi americane sono solo un singolo sintomo della malattia. In generale, come riferito dal New York Times, la presidenza di Xi Jinping ha approvato con apposito decreto l’innalzamento del livello di spionaggio nei confronti degli Stati Uniti a tutti i livelli. Con una postilla: l’intelligence cinese avrebbe dovuto avvertire il presidente solo “a cose fatte”, senza quindi lasciargli possibilità di pronunciarsi contro, ma neanche a favore. Mossa sperticata di equilibrismo diplomatico che lascia il tempo che trova.

Come nel caso britannico, anche per gli Stati Uniti i report di intelligence dipingono uno scenario allarmante. I livelli di attività delle spie di Pechino avrebbero raggiunto livelli inediti, grazie ai quali potrebbe ben presto riuscire a infiltrare agenti nel governo e nelle aziende della Difesa Usa. Solo nell’ultimo anno sono stati segnalati almeno una dozzina di tentativi di accesso a basi militari americane da parte di cittadini cinesi. Anche il mondo social sarebbe finito in questo vortice. Il principale organo di intelligence della Repubblica Popolare Cinese, il Ministro per la Sicurezza dello Stato, utilizzerebbe infatti network come LinkedIn per reclutare risorse da impegnare nell’acquisizione di informazioni di prima mano.

Oltre a satelliti, dirigibili e infiltrati nei governi stranieri, la Cina utilizza per lo spionaggio anche uno strumento potenzialmente rivoluzionario per ogni settore: l’Intelligenza Artificiale. Quest’ultima viene già ampiamente utilizzata, ad esempio, per individuare la posizione dei sottomarini e per le missioni spaziali.

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