Decreto Cura Italia, tutte le FAQ per imprese e lavoratori

Agevolazioni alle imprese, ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti. Ma anche nuovo calendario fiscale e riscossione da parte dell'Agenzia delle entrate. Tutti i chiarimenti sul decreto 17 marzo

Pubblicato: 24 Marzo 2020 07:46

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Cosa prevede il Decreto Cura Italia per Piccole e Medie Imprese, lavoratori autonomi e partite IVA? Abbiamo provato a rispondere alle centinaia di domande che ci state rivolgendo, evidenziando gli interventi più rilevanti previsti dal Governo per sostenere il cuore pulsante del nostro Paese.

Cassa integrazione, a chi spetta

Quali sono gli ammortizzatori sociali per aziende costretta a sospendere l’attività

Le imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti possono accedere ai trattamenti di cassa integrazione in deroga prevista dal decreto “Cura Italia” e all’assegno ordinario di integrazione salariale (FIS – Fondo d’Integrazione Salariale) riconosciuto ai datori di lavoro con più di 5 dipendenti. Questa facoltà è prevista anche per i datori di lavoro non imprenditori, come le associazioni sindacali e di categoria.

Cos’è la cassa integrazione in deroga e quanto spetta al lavoratore?

La cassa integrazione in deroga (CIGD) è uno strumento di sostegno al reddito in costanza di rapporto di lavoro che interviene in caso di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa. Il trattamento è pari all’80% della retribuzione che sarebbe spettata al lavoratore per le ore di lavoro prestate in via ordinaria.

Quali sono le aziende che possono chiedere la cassa integrazione in deroga?

Le aziende e i datori di lavoro che hanno fino a 5 dipendenti e quelle rientranti nella disciplina della CIGS – Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria. Tra queste, imprese esercenti attività commerciali, comprese quelle della logistica, che occupino mediamente più di 50 dipendenti inclusi gli apprendisti e i dirigenti; agenzie di viaggio e turismo, compresi gli operatori turistici, che occupino mediamente più di 50 dipendenti inclusi gli apprendisti e i dirigenti; imprese di vigilanza, che occupino mediamente più di 15 dipendenti inclusi gli apprendisti e i dirigenti.

Come faccio a chiedere la cassa integrazione in deroga?

L’accesso allo strumento è consentito previo accordo con le organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale, che può essere concluso anche per via telematica. Per le imprese con meno di 5 dipendenti non c’è bisogno della stipula dell’accordo.

Quanto dura la cassa integrazione in deroga?

La CIGD ha una durata di 9 settimane e non viene computata ai fini della durata massima previsti dalla legge in materia di integrazione salariale.

Come deve essere considerato il periodo trascorso dai lavoratori in quarantena?

Queste misure sanitarie sono equiparate a malattia ai fini del trattamento economico previsto dalla normativa di riferimento e non sono computabili ai fini del periodo di comporto. L’assenza deve essere supportata da certificazione medica attestante l’adozione di una delle misure di sorveglianza sanitaria o lo stato di malattia accertata da Covid-19, e il lavoratore dovrà darne comunicazione al datore di lavoro. Gli oneri a carico del datore di lavoro e degli Istituti previdenziali connessi alle tutele sanitarie adottate sono posti a carico dello Stato.

Bollette, mutui e affitti: cosa può essere sospeso

Il Decreto sospende il pagamento delle bollette per tutte le imprese?

No. La sospensione dei pagamenti di fatture di energia elettrica, gas, acqua e rifiuti vale solamente per i comuni della ex zona rossa (Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, Castiglione D’Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terranova Dei Passerini, Vo’ Euganeo) e fino al 30 aprile 2020.

Non riesco a pagare l’affitto del mio negozio, cosa posso fare?

Il Decreto riconosce l’emergenza Coronavirus come possibile causa di inadempimenti contrattuali, anche solo temporanei, escludendo il diritto al risarcimento del danno del creditore. Questo non determina automaticamente la totale liberazione del debitore dai propri obblighi contrattuali, ma dovrà essere interpretata di volta in volta, in ogni eventuale singola controversia giudiziaria, per verificare se l’impossibilità della prestazione sia effettivamente imputabile all’emergenza in corso e non al debitore e se questa sia assoluta o solo temporanea. Il consiglio di Confcommercio è avviare il contatto con la proprietà per cercare di rivedere bonariamente la disciplina contrattuale nell’interesse di entrambe le parti.

Sono stato costretto a sanificare gli ambienti della mia attività, ho diritto a un aiuto?

Sì. Per la sanificazione dei locali spetta il cosiddetto bonus sanificazione, un contributo sotto forma di credito d’imposta pari al 50% della spesa con un massimo di 20mila euro, fino all’esaurimento dell’importo massimo di 50 milioni di euro stanziati per l’anno in corso.

Ho un’impresa e un mutuo in essere, posso ridurre l’importo delle rate e chiedere più liquidità alla banca?

Sì. Il Decreto contiene una misura che, attraverso l’intervento dello Stato in qualità di garante tramite il Fondo di garanzia PMI, rende più semplice, per le imprese che fino alla crisi avevano i requisiti per accesso al credito, la rinegoziazione di un mutuo già in essere con la stessa banca finanziatrice. Questo consente di ridurre l’importo dell’attuale rata e allungare i tempi di rimborso. Contestualmente alla rinegoziazione, si prevede anche la concessione di nuova liquidità all’impresa richiedente, per almeno il 10% del debito residuo del mutuo rinegoziato.

Ho un’impresa e un mutuo in essere, posso sospenderlo?

Il Decreto prevede una “moratoria straordinaria” per aiutare le imprese che presentano richiesta alla propria banca. La misura prevede che per i mutui e gli altri finanziamenti a rimborso rateale, il pagamento delle rate o dei canoni di leasing in scadenza prima del 30 settembre 2020 sia sospeso sino a tale data. Il piano di rimborso delle rate o dei canoni oggetto di sospensione è dilazionato senza alcuna formalità, assicurando l’assenza di nuovi o maggiori oneri sia per l’impresa che per la banca. Le imprese possono richiedere di sospendere soltanto i rimborsi della quota capitale dei mutui.

La sospensione di rate e finanziamenti riguarda anche il credito al consumo?

No, non si applica al credito al consumo.

Moratorie

So che sono state previste misure di moratoria. Quali sono?

Sì, il decreto prevede queste misure:

Sono una partita Iva o un lavoratore autonomo, ne ho diritto anch’io?

Sì. Possono accedere alle moratorie le micro, piccole e medie imprese (PMI), operanti in Italia, appartenenti a tutti i settori. Secondo la definizione della Commissione europea, sono PMI le imprese con meno di 250 dipendenti e con fatturato inferiore a 50 milioni di euro oppure il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di euro. Sono ricomprese tra le imprese anche i lavoratori autonomi titolari di partita Iva.

Quali requisiti devo avere per poter richiedere la moratoria?

L’impresa, al momento dell’inoltro della comunicazione, deve essere in bonis, vale a dire che non deve avere posizioni debitorie classificate come esposizioni deteriorate, ripartite nelle categorie sofferenze, inadempienze probabili, esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate. In particolare, non deve avere rate scadute (ossia non pagate o pagate solo parzialmente) da più di 90 giorni. Ne ha diritto anche l’impresa che comunque è in bonis anche se ha già ottenuto misure di sospensione o ristrutturazione dello stesso finanziamento nell’arco dei 24 mesi precedenti.

Come posso richiedere la moratoria?

Tutte le banche, intermediari finanziari vigilati e altri soggetti abilitati alla concessione del credito in Italia devono accettare le comunicazioni di moratoria, purché ne sussistano i requisiti. La comunicazione può essere inviata da parte dell’impresa anche via PEC, o attraverso altri meccanismi che consentano di tenere traccia della comunicazione con data certa. È opportuno che l’impresa comunque contatti la banca o l’intermediario finanziario per valutare le opzioni migliori.

Quali documenti mi servono per richiederla?

Nella comunicazione l’impresa deve autodichiarare:

Cosa devo fare se il finanziamento è assistito da una garanzia pubblica?

Nel caso in cui il finanziamento è assistito da agevolazioni pubbliche, la banca o l’intermediario finanziario, trascorsi 15 giorni dalla comunicazione all’ente agevolatore, può procedere senza ulteriori formalità alla sospensione del finanziamento, secondo il principio del silenzio assenso.

Cosa sono gli elementi accessori al contratto a cui si fa riferimento nella norma?

Per elementi accessori si intendono tutti i contratti connessi al contratto di finanziamento. Tra questi, in particolare, garanzie e assicurazione; questi contratti sono prorogati senza formalità, automaticamente, alle condizioni del contratto originario. Anche per le aperture di credito a revoca e per i prestiti accordati a fronte di anticipi su crediti esistenti, permangono inalterati gli elementi accessori al contratto di finanziamento senza alcuna formalità

Per le rate che scadono il 30 settembre si applica la moratoria?

Il periodo di sospensione comprende la rata in scadenza il 30 settembre 2020, vale a dire che la rata in scadenza il 30 settembre non deve essere pagata.

Quali condizioni economiche si applicano alla moratoria?

La normativa prevede espressamente l’assenza di nuovi e maggiori oneri per entrambe le parti, le imprese e le banche.

Fondo liquidità alle PMI e bonus pubblicità

Ho sentito parlare di più liquidità alle imprese, in cosa consistono le misure?

Sì. Un aiuto importante alla liquidità alle imprese arriva dal Fondo di Garanzia per le PMI, potenziato per 1 miliardo, anche per la rinegoziazione dei prestiti esistenti. Sommando i finanziamenti in essere e quelli nuovi, l’obiettivo è consentire garanzie per oltre 100 miliardi complessivi di finanziamento alle imprese da parte del Fondo Centrale di Garanzia. Inoltre, sono state decise l’estensione del limite per la concessione della garanzia da 2,5 milioni a 5 milioni di finanziamento e l’estensione a soggetti privati della facoltà di contribuire a incrementare la dotazione del Fondo PMI, oggi riconosciuta a banche, Regioni e altri enti e organismi pubblici, con l’intervento di Cdp e di Sace.

Chi può accedere al Fondo PMI?

Al Fondo PMI possono accedere le ditte individuali e tutti i professionisti iscritti ad albi o elenchi tenuti dal MiSE. L’artigiano, l’idraulico o il titolare del bar già sono ricompresi fra queste categorie e quindi possono accedere al Fondo. Per microcredito e “importo ridotto”, fino a 20mila incrementabili, il Fondo ammette già alla garanzia senza valutazione e all’80%.

Avevo già iscritto la mia azienda a fiere ed eventi, posso avere un rimborso?

Sì. Nel caso siano già state sostenute spese per la partecipazione alle manifestazioni proposte dall’Ice (l’Istituto per il commercio tesero), previste dal 1° febbraio 2020 al 31 marzo 2021, è possibile chiedere un rimborso. Il contributo cambia in base alla tipologia di attività svolta: l’importo massimo è pari a 6mila euro per le aziende del ramo agroalimentare e beni di consumo, e a 10mila per le imprese appartenenti al mondo dei beni strumentali. Per ottenere l’indennizzo va prodotta, entro il 30 giugno 2020, idonea certificazione delle somme pagate.

Ho sentito parlare del bonus pubblicità. Cos’è e perché potrebbe interessarmi?

Il Bonus pubblicità è stato creato nel 2018 con l’obiettivo di fornire un credito d’imposta per le imprese, i lavoratori autonomi e gli enti non commerciali in relazione agli investimenti pubblicitari incrementali effettuati sulla stampa quotidiana e periodica, anche online, e sulle emittenti televisive e radiofoniche locali. Il credito d’imposta è pari al 75% del valore incrementale degli investimenti effettuati. Con il decreto “Cura Italia” il Bonus pubblicità viene stabilito al 30% sull’intero investimento 2020, e non solo sulla parte incrementale rispetto all’anno precedente.

Bilanci e assemblee, le nuove regole

Cambiano anche le date per l’approvazione dei bilanci societari?

Sì. L’emergenza Coronavirus riscrive il calendario relativo all’approvazione dei bilanci concedendo due mesi in più alle società per le convocazioni e l’approvazione dei conti al 31 dicembre 2019 (opera in via del tutto eccezionale per i bilanci relativi chiusi al 31 dicembre 2019). Inoltre, introduce nuove modalità di svolgimento delle assemblee societarie. Si stabilisce la possibilità di convocare l’assemblea di approvazione del bilancio entro 180 giorni dalla chiusura dell’esercizio sociale, a prescindere dalle previsioni civilistiche e statutarie, e senza darne alcuna motivazione nella relazione di gestione o, in caso di esonero, nella nota integrativa. Il calendario per l’approvazione dei bilanci sarà dunque così: prima convocazione entro il 29 giugno, seconda convocazione dal 30 giugno al 29 luglio 2020.

Cambia anche la modalità di svolgimento delle assemblee?

Sì. Il decreto prevede anche una serie di facilitazioni rispetto allo svolgimento delle assemblee, sia ordinarie che straordinarie, a prescindere dall’ordine del giorno, anche in deroga alle diverse disposizioni statutarie. Si stabilisce, infatti, che le società (spa, sapa, srl e cooperative) possono prevedere l’espressione del voto in via elettronica o per corrispondenza e l’intervento all’assemblea mediante mezzi di telecomunicazione; e la possibilità che il presidente, il segretario o il notaio non si trovino contemporaneamente nello stesso luogo. Le disposizioni si applicano alle assemblee convocate entro il 31 luglio 2020, ovvero entro la data, se successiva, fino alla quale è in vigore lo stato di emergenza sul territorio nazionale relativo al rischio sanitario connesso all’insorgenza della epidemia da Covid-19.

Lavoratori autonomi, bonus 600 euro

Quali agevolazioni sono previste a sostegno del reddito dei lavoratori autonomi?

È prevista un’indennità per il mese di marzo pari a 600 euro a beneficio dei lavoratori autonomi (esercenti attività commerciali, artigiani e coltivatori diretti) iscritti alle rispettive gestioni INPS, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie. Il bonus al momento è una tantum per il mese di marzo, ma il Governo sta valutando di ripeterlo anche ad aprile e farlo variare in base al reddito.

Il bonus 600 euro vale per tutti i lavoratori autonomi?

No. Il bonus 600 euro viene erogato a tutti i liberi professionisti che hanno una partita Iva attiva alla data del 23 febbraio 2020 che siano però iscritti alla gestione separata dell’Inps, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie. Sono dunque esclusi ad esempio medici, architetti, ingegneri e giornalisti. Possono accedervi anche i lavoratori titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa attivi sempre al 23 febbraio.

Sono un artigiano, un commerciante o un coltivatore diretto, ho diritto al bonus 600 euro?

Sì. Anche in questo caso, per accedere all’indennità, questi lavoratori non devono essere titolari di un trattamento pensionistico diretto e non devono avere altre forme di previdenza obbligatoria, ad esclusione della gestione separata Inps.

Sono un lavoratore stagionale del turismo, ho diritto al bonus 600 euro?

Sì. Hanno diritto all’indennità di 600 euro anche i lavoratori dipendenti stagionali dei settori del turismo e degli stabilimenti termali che abbiano cessato il rapporto di lavoro nell’arco temporale che va dal 1° gennaio 2019 alla data del 17 marzo 2020.

Sono un coltivatore diretto, ho diritto al bonus 600 euro?

Sì. All’indennità possono accedere gli operai agricoli a tempo determinato e le altre categorie di lavoratori iscritti negli elenchi annuali purché possano fare valere nell’anno 2019 almeno 50 giornate di effettivo lavoro agricolo dipendente, o non siano titolari di pensione.

Sono un lavoratore dello spettacolo, ho diritto al bonus 600 euro?

Sì. Ne hanno diritto anche i lavoratori dello spettacolo iscritti al Fondo pensioni dello spettacolo, che abbiano almeno 30 contributi giornalieri versati nell’anno 2019 al medesimo Fondo, oppure che abbiano prodotto nel medesimo anno un reddito non superiore a 50mila euro, oppure che non siano titolari di un trattamento pensionistico diretto né di rapporto di lavoro dipendente alla data del 17 marzo 2020.

Come faccio a richiedere il bonus 600 euro?

Per l’accesso a queste indennità i soggetti interessati dovranno presentare domanda all’Inps. Lo stesso Istituto provvederà poi all’erogazione, nel limite di spesa complessivo stabilito per ciascuna categoria di beneficiari. Operativamente le modalità di presentazione della domanda sono ancora allo studio e verranno chiarite nei prossimi giorni.

Sono un professionista e ho necessità di maggiore liquidità per spese contingenti, ho delle agevolazioni?

Sì. Il Decreto prevede la possibilità per lo Stato di garantire, tramite il Fondo di garanzia PMI, anche i professionisti e le partite Iva per nuovi finanziamenti fino a 18 mesi e di importo fino a 3mila euro, anche se non iscritti al registro delle imprese, con accesso senza bisogno di alcuna valutazione da parte del Fondo, che si affianca alle garanzie all’80% già attive sul micro-credito e sui finanziamenti fino a 25mila euro, il cosiddetto importo ridotto.

Sono un libero professionista iscritto a una cassa previdenziale obbligatoria, ho diritto a qualche indennità?

Sì, ma non al bonus 600 euro. Per i professionisti iscritti agli Ordini è previsto un indennizzo specifico, stabilito dai vari Ordini. In soccorso arriva il Fondo per il reddito di ultima istanza istituito con l‘articolo 44 del decreto, volto a garantire il riconoscimento di una indennità nel limite di spesa 300 milioni di euro per l’anno 2020.

Posso avere diritto a più indennità contemporaneamente?

No. Le varie indennità non sono cumulabili, e c’è anche l’incompatibilità con chi percepisce il reddito di cittadinanza.

Sono un medico o un odontoiatra, a cosa ho diritto?

L’Enpam, la cassa dei medici e degli odontoiatri, ha posticipato i versamenti contributivi, compresi quelli rateizzati, al 30 settembre. Per i medici di famiglia, guardia medica e dell’emergenza territoriale prevista una polizza che interviene anche in caso di contagio da Covid-19. Per chi svolge solo la libera professione vi è, invece, un contributo di 82,78 euro al giorno in caso di quarantena imposta dall’autorità.

Sono un agente di commercio, a cosa ho diritto?

L’Enasarco, l’ente previdenziale di agenti e rappresentanti di commercio, ha portato a 8,4 milioni di euro lo stanziamento economico in favore degli agenti in difficoltà. L’ente intende, inoltre, aumentare il budget di altri 2 milioni e sta definendo i criteri per accedere a un sostegno economico straordinario per gli iscritti. Il contagio da Covid-19 è ricompreso nei casi di ospedalizzazione previsti dalla copertura sanitaria integrativa fatta dall’ente per gli iscritti.

Sono uno psicologo, a cosa ho diritto?

L’Enpap, l’ente degli psicologi, ha sospeso fino al 30 aprile 2020 gli adempimenti e i versamenti contributivi in scadenza nel periodo, così come il recupero crediti e le rateazioni in atto. Prevista una diaria per gli iscritti che si ammalano o che sono messi in quarantena dall’autorità sanitaria. Attivata anche una nuova copertura che garantisce un contributo significativo agli eredi in caso di decesso dell’iscritto a causa del Covid-19.

Sono un avvocato, a cosa ho diritto?

La Cassa forense ha previsto la sospensione di versamenti e adempimenti fino al 30 settembre 2020. Sul fronte della copertura sanitaria, per gli avvocati iscritti e le loro famiglie la Cassa dà la possibilità di attivare a titolo gratuito la Card Vis-Valore in Sanità, valida un anno, che consente di accedere a strutture sanitarie a costi calmierati, e offre la possibilità di avere consulti telefonici o video nel caso in cui si evidenzino sintomi da Coronavirus.

Sono un ingegnere o un architetto, a cosa ho diritto?

L’Inarcassa, la cassa degli ingegneri e degli architetti, prevede una proroga delle prime due rate dei contributi fino al 31 dicembre. I versamenti rateali riprenderanno, invece, dal 31 agosto. In caso di ricovero per Covid-19 è prevista un’indennità giornaliera di 30 euro per massimo 30 giorni. Previsto per l’iscritto e per la sua famiglia un sussidio di 5mila euro in caso di decesso; 3mila euro per ricovero; 1.500 euro per positività senza ricovero. Infine il budget per il welfare, ora di 42 milioni, aumenterà di 100 milioni presi dall’avanzo di bilancio 2020.

Sono un geometra, a cosa ho diritto?

La Cipag, la cassa dei geometri, ha sospeso tutti i versamenti in scadenza fino a maggio e previsto l’automatica proroga in relazione all’eventuale perdurare dello stato di emergenza sanitaria. Per iscritti e pensionati in attività c’è un’assistenza sanitaria integrativa attraverso UniSalute. Indennità tra 1000 e 10mila euro per assistenza sanitaria. Indennità in caso di contagio da Covid-19 o di quarantena e possibili consulti specialistici a distanza per qualsiasi patologia. Previsti anche interventi di supporto per l’accesso al microcredito.

Sono un giornalista, a cosa ho diritto?

L’Inpgi, l’Istituto previdenziale dei giornalisti, riconosce a chi svolge la professione giornalistica in forma autonoma, iscritti alla gestione separata, l’erogazione di un assegno una tantum, dell’importo pari a 500 euro per coloro che, nell’ultimo triennio, abbiano conseguito un reddito compreso tra 2.100 euro e 30mila euro e che abbiano registrato, nel trimestre marzo-maggio 2020, un calo dei compensi di almeno il 33%, rispetto a quelli dell’ultimo trimestre (ottobre – dicembre) del 2019.

Il nuovo calendario fiscale, 730 e certificazione unica

Con l’emergenza Coronavirus è cambiato il calendario fiscale?

Sì, a causa dell’emergenza Covid-19 sono state apportate modifiche alle scadenze fiscali che tutti noi siamo chiamati a rispettare. I decreti approvati dal Governo, che in prima battuta avevano riguardato solo le cosiddette “zone rosse” maggiormente colpite dal virus, sono stati poi estesi a tutto il territorio nazionale, con una serie di misure volte sia al contenimento del contagio che agli effetti economici e fiscali che queste restrizioni comportano.

Quali scadenze fiscali sono state modificate?

Con il decreto “Cura Italia”, entrato in vigore il 17 marzo 2020, il Governo ha deciso la sospensione dei termini degli adempimenti e dei versamenti fiscali e contributivi. Per quanto riguarda la dichiarazione dei redditi, resta in vigore quanto disposto con il precedente decreto del 2 marzo 2020.

Cambiano le date per la C.U. (Certificazione Unica)?

Sì. La nuova scadenza per la trasmissione telematica delle certificazioni per lavoratori dipendenti, lavoratori autonomi, agenti/rappresentanti, titolari di redditi diversi e da locazioni brevi è stata prorogata dal 7 marzo al 31 marzo 2020. Resta comunque la possibilità di inviare la C.U. contenente soltanto redditi esenti o non dichiarabili con il modello 730 entro il termine di presentazione del modello 770 (e cioè il 2 novembre 2020, in quanto il 31 ottobre cade di sabato). A partire dal 2021, la scadenza ordinaria tornerà ad essere fissata per il 16 marzo di ogni anno.

Cambiano le date per il 730?

Sì. Il Governo ha stabilito date diverse a seconda dei diversi adempimenti.

Quando devo presentare il 730 2020?

La dichiarazione dei redditi, con il modello 730 e la scheda per la destinazione del 2, del 5 e dell’8‰, va presentata al sostituto d’imposta o al CAF o al proprio professionista abilitato non più entro il 23 luglio 2020, bensì entro il 30 settembre 2020.

Sono un sostituto d’imposta, un CAF o un professionista abilitato, quando deve fare l’invio telematico?

La scadenza varia a seconda della data di ricezione da parte del contribuente, secondo questo schema:

Sono state fatte modifiche anche al conguaglio del 730? Quando viene fatto il conguaglio dei sostituti d’imposta?

No. La liquidazione del 730 non ha subito variazioni. Le somme saranno trattenute, in caso di debito, o rimborsate, in caso di credito, nella prima retribuzione utile, intesa come la retribuzione di competenza del mese successivo a quello in cui il sostituto ha ricevuto il prospetto di liquidazione. A titolo esemplificativo, se un lavoratore dipendente presenta la propria dichiarazione dei redditi al CAF entro il mese di maggio 2020, riceverà il rimborso con la retribuzione di luglio 2020, nel cedolino predisposto ad agosto 2020. Coloro che beneficiano di un trattamento pensionistico, invece, dovranno attendere i classici due mesi dalla trasmissione del 730/4 al sostituto d’imposta.

Sono un sostituto d’imposta, un CAF o un professionista abilitato, entro quando devo effettuare l’invio telematico delle dichiarazioni integrative?

La scadenza dell’invio telematico delle dichiarazioni integrative è stata prorogata dal 25 ottobre 2020 al 10 novembre 2020.

Cambiano anche le date del 730 precompilato?

Sì. La scadenza per le comunicazioni telematiche dei soggetti terzi tenuti ad inviare i dati all’Agenzia per la predisposizione della dichiarazione precompilata (come assicurazioni, previdenza complementare, amministratori di condominio per interventi agevolati sulle parti comuni, spese funebri, asilo nido, spese universitarie) è stata prorogata dal 28 febbraio 2020 al 31 marzo 2020. La messa a disposizione dei dati dei contribuenti passa dal 15 aprile 2020 al 5 maggio 2020.

Versamenti, quali sono stati sospesi

Quali sono i versamenti e i tributi sospesi?

Il Decreto sospende i versamenti delle ritenute alla fonte sui redditi di lavoro dipendente e assimilati, operate in qualità di sostituto d’imposta, e gli adempimenti e i versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi INAIL per l’assicurazione obbligatoria. L’Agenzia delle entrate ha raccolto in un documento tutte le specifiche sulle misure fiscali adottate.

A chi è riconosciuta la sospensione dei versamenti?

Innanzitutto c’è una sospensione prevista per le categorie più colpite dai provvedimenti emergenziali come Turismo, Pubblici esercizi ed altri. Per queste categorie la sospensione riguarda sia marzo che aprile. La ripresa dei pagamenti andrà fatta al 31 maggio o in un’unica soluzione o in un massimo di 5 rate mensili, senza sanzioni e interessi. Per tutti gli altri esercenti attività d’impresa, arte o professione è comunque prevista una sospensione dei versamenti contributivi e assicurativi che vale però, al momento, per il solo mese di marzo e a condizione che tali soggetti abbiano ricavi o compensi non superiori a 2 milioni di euro.

Agenzia delle Entrate-Riscossione, cosa cambia

L’Agenzia delle entrate-Riscossione può notificarmi nuove cartelle nel periodo di sospensione 8 marzo 2020-31 maggio 2020?

No, nel periodo di sospensione, l’Agenzia delle entrate-Riscossione non può notificare nessuna cartella di pagamento, neanche attraverso la posta elettronica certificata.

Ho una cartella che mi è stata notificata qualche settimana fa e scadeva dopo l’8 marzo. Devo pagarla?

I termini per il pagamento sono sospesi fino al 31 maggio 2020. I versamenti oggetto di sospensione dovranno essere effettuati entro il 30 giugno 2020.

I versamenti non effettuati perché i termini sono stati sospesi dal Decreto devo pagarli entro il 30 giugno in unica soluzione?

Sì. Tuttavia, per le cartelle di pagamento che scadono nel periodo di sospensione (8/3-31/5) è possibile richiedere una rateizzazione. Per evitare di far attivare le procedure di recupero previste per legge, è necessario fare l’istanza all’Agenzia entro il 30 giugno 2020. Per info e modalità di presentazione, è possibile consultare la sezione “Rateizzazione” del portale dell’Agenzia delle entrate.

Ho un piano di rateizzazione in corso con rate che scadono nel periodo di sospensione. Per queste rate devo rispettare le scadenze di pagamento?

Il pagamento delle rate dei piani di dilazione in corso in scadenza dall’8 marzo al 31 maggio 2020 è sospeso. Il pagamento di queste rate deve comunque avvenire entro il 30 giugno 2020.

Durante il periodo di sospensione, l’Agenzia delle entrate-Riscossione prenderà in esame e tratterà le mie richieste di rateizzazione, anche se presentate prima dell’inizio del periodo di sospensione?

Sì. L’Agenzia delle entrate-Riscossione anche nel periodo di sospensione tratterà le istanze e invierà le risposte.

Ho una cartella i cui termini di versamento sono scaduti prima dell’8 marzo 2020. L’Agenzia delle entrate-Riscossione può attivare procedure cautelari o esecutive durante il periodo di sospensione?

No. Durante il periodo di sospensione l’Agenzia non può attivare alcuna procedura cautelare (esempio: fermo amministrativo o ipoteca) o esecutiva (es. pignoramento).

Ho ricevuto a inizio marzo un preavviso di fermo del mio veicolo che mi dice che devo pagare entro 30 giorni. Se non riesco a pagarlo entro 30 giorni mi fermate l’auto?

Fino al 31 maggio sono sospese le azioni di recupero, cautelari ed esecutive, dei carichi affidati alla riscossione e pertanto, fino a questa data, l’Agenzia delle entrate-Riscossione non può procedere all’iscrizione di fermi amministrativi e neanche alle iscrizioni di ipoteche.

Ho un fermo amministrativo già iscritto per una vecchia cartella non pagata. Posso pagare e chiedere la cancellazione del fermo?

Sì. Durante il periodo di sospensione previsto dal Decreto (8 marzo-31 maggio 20202), è comunque possibile pagare integralmente il debito oggetto di fermo amministrativo per ottenerne la cancellazione.

Non ho pagato la rata del 28 febbraio della Definizione agevolata, la cosiddetta “Rottamazione-ter”. Posso ancora pagarla?

Sì. Il Decreto ha differito la scadenza della rata del 28 febbraio 2020 della “Rottamazione-ter” al 31 maggio 2020.

A maggio 2020 scade un’ulteriore rata della “Rottamazione-ter”. Devo pagarla?

Sì. Il Decreto non ha modificato il termine di pagamento della rata di maggio della “Rottamazione-ter”, che deve essere pagata entro il 31 dello stesso mese per non perdere i benefici della rottamazione.

Il Decreto ha differito anche la scadenza della rata del 31 marzo 2020 del “Saldo e stralcio”?

Sì. il Decreto ha differito al 31 maggio 2020 anche la rata in scadenza il 31 marzo 2020 del “Saldo e stralcio”.

Come posso fare per eventuali necessità di pagamento o per richieste urgenti e non differibili?

L’Agenzia delle entrate-Riscossione ha temporaneamente chiuso i propri sporteli a causa dell’emergenza Covid-19 fino al 25 marzo. In questa situazione straordinaria, garantisce l’operatività dei servizi digitali e online oltre ai consueti canali di contatto (posta elettronica e numero unico 06 01 01) che sono stati potenziati per eventuali richieste urgenti e non differibili. Sul portale www.agenziaentrateriscossione.gov.it è stata creata un’apposita sezione sull’emergenza Covid-19 dove sono disponibili tutte le informazioni per ottenere assistenza.

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