Bonus ricerca e sviluppo 2024, al via le domande per richiedere il credito d’imposta

Il bonus ricerca e sviluppo, anche conosciuto come credito d’imposta ricerca e sviluppo, può essere richiesto anche nel 2024

Pubblicato: 8 Luglio 2024 11:56

Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Il bonus ricerca e sviluppo è confermato anche per il 2024, con l’obiettivo di potenziare la competitività dell’industria italiana sia in Europa che a livello globale, fornendo un supporto finanziario alle aziende nel loro percorso di innovazione tecnologica. A partire dalle 14 dell’8 luglio 2024 si potranno trasmettere le certificazioni tramite la piattaforma dedicata.

Il Mimit negli ultimi giorni ha emesso il decreto attuativo con le linee guida per la trasmissione delle certificazioni, una volta approvati i modelli per attestare i requisiti necessari per accedere al credito d’imposta Ricerca e Sviluppo 4.0.

A chi spetta il bonus ricerca e sviluppo

Il bonus è accessibile a tutte le imprese residenti in Italia, inclusi le stabili organizzazioni di soggetti non residenti. È un incentivo disponibile per qualsiasi azienda, indipendentemente dal settore economico, dal regime contabile adottato, dal sistema di determinazione del reddito, dalle dimensioni e dalla forma giuridica dell’impresa.

Tuttavia, esistono delle precise condizioni di esclusione che limitano l’accesso al bonus. Le imprese non possono beneficiarne se si trovano in stato di fallimento, in liquidazione volontaria o amministrativa coatta, se hanno subito sanzioni interdittive, o se sono in stato di concordato preventivo senza prospettive di continuità.

Inoltre, per poter usufruire del bonus, le imprese devono essere pienamente conformi alle normative sulla sicurezza sul lavoro e devono adempiere correttamente agli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori. Queste condizioni sono fondamentali per garantire che il beneficio del bonus sia destinato esclusivamente a imprese attive e in regolare adempimento delle normative vigenti.

I crediti d’imposta per il bonus

Le imprese interessate a beneficiare dell’agevolazione devono fornire una certificazione che confermi la qualificazione degli investimenti. Questi devono essere classificati come attività di ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e innovazione estetica per essere ammissibili al beneficio.

Il bonus per ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica rappresenta un sostegno rivolto a tutte le imprese residenti nel territorio italiano che investono nei settori dell’innovazione tecnologica, ricerca e sviluppo, design e innovazione ecologica. Questo incentivo si presenta sotto forma di credito d’imposta, con il quale le imprese possono recuperare fino al 20% delle spese sostenute, e non richiede la restituzione dei fondi ricevuti.

Recentemente rinnovato fino al 31 dicembre 2025, il bonus offre diverse percentuali di agevolazione a seconda del tipo di investimento effettuato. Ad esempio, per le spese di ricerca fondamentale, industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico e tecnologico, la percentuale riconosciuta è:

Nel caso di attività legate all’innovazione tecnologica finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati, il credito è del:

Per le attività di innovazione tecnologica 4.0 e green finalizzata alla transizione ecologica e innovazione digitale 4.0:

Infine, per le attività di design e ideazione estetica finalizzate a innovare in modo significativo i prodotti dell’impresa sul piano della forma e di altri elementi non tecnici o funzionali è riconosciuto al:

Le linee guida da seguire per l’invio dei modelli

A maggio, il Mimit aveva pubblicato l’Albo dei Certificatori abilitati per rilasciare gli attestati che confermano il diritto delle imprese di accedere al bonus. Questi attestati sono redatti in base alla modulistica resa disponibile a giugno, tramite la quale è possibile compilare e presentare le certificazioni contenenti dettagli sui progetti, le voci di spesa e i requisiti tecnici necessari.

Le informazioni richieste includono:

Queste informazioni sono fondamentali per garantire la conformità alle normative e per ottenere l’approvazione del credito d’imposta, promuovendo così l’innovazione e lo sviluppo tecnologico in ambito aziendale in Italia.

Come fare domanda

Per accedere al credito d’imposta per ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica, le imprese devono raccogliere tutte le informazioni e i documenti che dimostrano le attività svolte nei settori di ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica. Devono poi rivolgersi a un certificatore accreditato per ottenere la validazione delle attività e delle spese sostenute, fondamentale per dimostrare che gli investimenti effettuati rientrano nei criteri definiti per l’ottenimento del credito d’imposta.

Infine, a partire dalle ore 14 dell’8 luglio 2024, i certificatori possono trasmettere la documentazione certificata attraverso la piattaforma dedicata prevista dal Mimit. Seguire questa procedura garantisce alle imprese di avere tutte le informazioni e i documenti necessari per ottenere il supporto finanziario previsto dal bonus, contribuendo così al potenziamento dell’innovazione e della competitività sul mercato.

Le linee guida recentemente approvate con il Decreto del 4 luglio 2024 forniscono istruzioni pratiche e riferimenti normativi essenziali per l’applicazione del credito d’imposta per ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica. Le attività per cui è possibile richiedere il credito d’imposta devono rientrare nelle categorie di ricerca fondamentale, ricerca industriale, sviluppo sperimentale, innovazione di processo e innovazione di prodotto, oltre a design e ideazione estetica.

Le imprese interessate devono fornire una documentazione dettagliata che dimostri l’effettiva realizzazione delle attività qualificate e il rispetto dei requisiti specificati nelle Linee guida. È poi obbligatorio rivolgersi a certificatori accreditati, i quali sono responsabili di validare le attività svolte e le spese sostenute dalle imprese.

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