Nel Decreto Agosto, è incluso un provvedimento che risponde alla sentenza 152/2020 della Corte di Cassazione in merito alle pensioni di invalidità. Questa decisione rappresenta un passo significativo nel garantire i diritti pensionistici delle persone con invalidità, conformemente alla giurisprudenza della Corte di Cassazione. La sentenza 152/2020 ha sollevato questioni importanti riguardanti il calcolo e il riconoscimento delle pensioni di tale genere, stabilendo nuovi criteri che devono essere applicati nell’analisi dei casi. Il provvedimento contenuto nel Decreto Agosto si propone di recepire e applicare le disposizioni stabilite dalla Corte di Cassazione, fornendo così una cornice normativa chiara e aggiornata per la gestione delle pensioni di invalidità. Ciò è particolarmente importante per assicurare che le persone con disabilità ricevano un trattamento equo e adeguato in termini di assistenza previdenziale.
Il provvedimento prevede, tra le altre cose, la revisione dei criteri di valutazione e di attribuzione delle pensioni di invalidità al fine di garantire una maggiore equità e coerenza nelle decisioni previdenziali. Inoltre, mira a semplificare le procedure e a ridurre i tempi di attesa per l’ottenimento delle pensioni, al fine di garantire un accesso più rapido e efficiente ai benefici previdenziali per coloro che ne hanno diritto.
Come cambiano le pensioni di invalidità
Fino ad oggi, l’assegno di invalidità arrivava a 286,81 euro, una cifra ritenuta “insufficiente” dalla Corte di Cassazione ad assicurare agli interessati il “minimo vitale”. L’Esecutivo ha infatti più che raddoppiato l’assegno destinato agli invalidi civili. L’assegno passa infatti da 286,81 euro a 651,51 euro, ma solo per gli invalidi civili al 100%.
Non solo. L’altra grande novità è che la pensione di invalidità non verrà più riconosciuta solo agli invalidi dai 60 anni in su (compresi), bensì dai 18 anni in su (compresi). Al momento non esiste ancora una specifica circolare Inps a riguardo, ma possiamo iniziare ad ipotizzare una data a partire dalla quale scatterà l’aumento: la misura dovrebbe essere retroattiva al 20 luglio 2020. Un’ottima notizia, dunque, che allarga non poco la platea di beneficiari della cosiddetta pensione di invalidità.
Stando a quanto annunciato dal premier Conte nella conferenza stampa di presentazione del decreto Agosto, di certo sappiamo che gli oneri derivanti dall’estensione della platea di beneficiari sono 132 milioni di euro per l’anno 2020 e 400 milioni a decorrere dal 2021. Le pensioni di invalidità vengono aumentate da 285 euro circa a 651,51 euro, per 13 mensilità, per: invalidi civili, inabili, sordi e ciechi civili assoluti. Ci sono tuttavia dei limiti di reddito da rispettare.
A chi spetta l’aumento
L’aumento della pensione di invalidità spetta a:
- invalidi civili al 100%
- con almeno 18 anni
- con reddito entro 8.469,63 euro per chi è solo e 14.447,42 per chi è coniugato.
La pensione di invalidità viene aumentata a 651,51 euro solo per i pensionati che hanno un reddito pari a zero. Tuttavia, per coloro che percepiscono un reddito derivante da fonti come la pensione di reversibilità, il lavoro part-time o altre fonti, l’aumento pensionistico viene calcolato in base a specifici scaglioni predefiniti. Questa decisione è finalizzata a garantire un sostegno adeguato e proporzionato alle diverse situazioni economiche dei pensionati, tenendo conto dei diversi livelli di reddito e delle varie fonti di sostentamento. Il nuovo importo della pensione di invalidità rappresenta quindi un importante passo avanti nel garantire un sostegno finanziario adeguato per i pensionati con reddito zero, che potrebbero trovarsi in una situazione particolarmente difficile. Tuttavia, è importante sottolineare che anche coloro che percepiscono altri redditi, pur non beneficiando del massimo importo, riceveranno comunque un incremento pensionistico in base ai loro specifici requisiti e alla loro situazione finanziaria.