In un mondo del lavoro che cambia e si evolve adeguandosi alla rivoluzione tecnologica, ci sono ancora delle situazioni piuttosto particolari in cui la nostra storia torna a farsi presente, ricordandoci l’importanza delle tradizioni. Questo è il caso di uno dei mestieri che ha segnato l’Italia della Ricostruzione e poi della Prima Repubblica, caratterizzando le case di milioni di italiani: oggi torna d’attualità grazie a un’iniziativa che per una volta ha messo d’accordo tutte le forze politiche del panorama nazionale.
Stiamo parlando della sfoglina, che fino alla fine del secolo scorso era quella figura specializzata nella preparazione della pasta fatta in casa. Stesa a mano con tanto di mattarello, in un secondo momento veniva tagliata e poi piegata in modo che assumesse le forme più disparate, dal tortello allo spaghetto, dal cappelletto al raviolo, passando per la lasagna da cuocere nel forno e lo gnocchetto piccolo e compatto.
Il mestiere della sfoglina e la sua importanza nelle case degli italiani
Nel Dopoguerra questa mansione aveva un’importanza fondamentale per la vita e la sopravvivenza dei cittadini: la sfoglina, che quasi sempre veniva impersonata dalla donna più anziana della casa (o quantomeno dalla più esperta in cucina), permetteva che il grezzo impasto frutto dell’unione di farina, acqua e lievito venisse ridotto in pezzi più piccoli e modulato con la forma prescelta. Un lavoro di concentrazione, dimestichezza e tanta manualità, perfetto per chi poteva godere di mani piccole ed agili.
Ebbene, nel Consiglio regionale dell’Emilia Romagna ha convinto tutti la proposta di Antonio Mumolo, eletto durante le consultazioni del 2020 nelle file del Partito Democratico e oggi componente della Commissione per la Parità e per i Diritti delle persone. Avvocato di Bologna, ha presentato ai colleghi della Commissione Cultura una proposta per riconoscere la sfoglina come “figura professionale qualificata“. D’ora in avanti occorrerà seguire uno specifico corso di formazione per esercitarla e coloro che vorranno cimentarcisi dovranno imparare i trucchi tramandati dalle nostre mamme, nonne e bisnonne. Insomma, un modo per rispondere al boom della tecnologia anche in cucina, come dimostra l’intelligenza artificiale applicata ai fornelli.
La mozione per il riconoscimento della sfoglina e il plauso unanime
“Fra le qualifiche regionali – ha spiegato Mumolo – manca la figura professionale specifica di sfoglina e di sfoglino e vogliamo che abbiano un adeguato riconoscimento. Esistono corsi per imparare a preparare la sfoglia che, seppur ben strutturati e meritevoli di apprezzamento, non danno garanzie ai fini della certificazione delle competenze per essere assunti in attività di ristorazione con contratto di lavoro subordinato, nei negozi artigianali di sfoglia e per svolgere attività imprenditoriale in proprio.
L’eventuale riconoscimento delle competenze specifiche di sfoglina e di sfoglino servirebbe, inoltre, alla tutela e valorizzazione di una lavorazione artigianale oltre che di una tradizione artigiana con valenza culturale e storica accumulata nei secoli sul territorio regionale”.
Un’iniziativa che ha raccolto il plauso del presidente Stefano Bonaccini ma anche di diversi esponenti del centrodestra locale. Tra cui anche quello di Valentina Stragliati, esponente della Lega, che dopo il voto positivo espresso nell’Assemblea regionale ha rilasciato queste dichiarazioni: “Valutiamo la proposta positiva e di buon senso, poiché offre la possibilità di conseguire una qualifica che incarna gli antichi mestieri e valorizza le tradizioni gastronomiche della nostra regione, apprezzate in tutto il mondo”.