Cos’è e come si richiede la diagnosi funzionale per lavoro

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Pubblicato: 11 Settembre 2020 17:17Aggiornato: 3 maggio 2024 19:24

Claudio Garau

Editor esperto in materie giuridiche

Laureato in Giurisprudenza, con esperienza legale, ora redattore web per giornali online. Ha una passione per la scrittura e la tecnologia, con un focus particolare sull'informazione giuridica.

Com’è noto la legge prevede norme di tutela ad hoc per coloro che hanno fatto accertare le effettive condizioni di disabilità. Il certificato di invalidità deve essere richiesto ad una commissione dell’Ausl, avente il ruolo di esaminare il soggetto invalido – e di cui fa parte anche un medico dell’Inps.

In queste circostanze, emerge altresì l’importanza della cd. diagnosi funzionale – detta anche relazione conclusiva – ossia quel documento emesso dalla commissione medica per l’accertamento della capacità globale, ai fini del collocamento mirato. Esso fa parte dei documenti necessari per inserirsi nelle liste della legge 68/1999 delle persone con disabilità.

Vediamo allora più da vicino cos’è la diagnosi funzionale e come si chiede per lavoro.

Diagnosi funzionale, in che cosa consiste

Quello della diagnosi funzionale è un accertamento diverso da quello dell’invalidità, ma che si collega ad esso per rintracciare le capacità lavorative residue della persona con handicap, in modo da collocarla in base alle sue possibilità e capacità e consentirle di realizzarsi comunque, sul piano professionale.

Ecco perché nel documento recante la diagnosi funzionale sarà possibile trovare il dato della tipologia di invalidità patita (psichica, intellettiva o fisica) ed, anzi, partendo dalla descrizione dettagliata delle compromissioni funzionali del disabile, la diagnosi in oggetto:

Tecnicamente, il documento viene scritto tenuto conto delle regole dell’atto di indirizzo e coordinamento emanato con il D.P.C.M. 13 gennaio 2000, dalle commissioni integrate Ausl-Inps, in materia di collocamento obbligatorio dei disabili.

Chi può inviare la domanda e cosa deve fare

La richiesta del certificato di invalidità può essere inoltrata da parte di tutti i cittadini italiani e stranieri, che siano ovviamente in possesso di un permesso di soggiorno regolare da almeno un anno, o di un’idonea carta di soggiorno.

Se il soggetto interessato non è ancora riconosciuto come cittadino invalido, allora deve fare richiesta di certificato medico introduttivo ad un medico abilitato Inps. Il dottore si occuperà di compilare telematicamente il certificato che attesta la patologia clinica dell’invalido.

L’interessato/a dovrà inoltre compilare e inviare in via telematica la domanda di riconoscimento dell’invalidità direttamente all’Inps. Si potrà fare seguendo una delle procedure riportate:

Domanda di riconoscimento invalidità

La domanda di riconoscimento di invalidità all’Inps deve essere presentata in forma unica – è l’attuale normativa a prevederlo. Questa modalità consente di ottenere il riconoscimento delle condizioni di invalidità che seguono:

Chiaramente la persona interessata deve indicare il tipo di accertamento di cui ha bisogno. Se al cittadino serve il riconoscimento dell’invalidità civile e utile all’inserimento lavorativo come disabile allora è importante che faccia la richiesta di essere sottoposto alla visita medica per entrambi gli accertamenti, ottenendo quindi anche la diagnosi funzionale.

Soltanto se già si possiede il verbale che comprova lo stato invalidante, per la richiesta di accertamento per il collocamento mirato – la diagnosi funzionale legge 68/99 – non è obbligatorio il certificato medico, poiché potrà essere presentata soltanto dai cittadini, a cui sia già stata riconosciuto lo status di invalidità con una percentuale maggiore del 45%, oppure sia stata acclarata la condizione di cieco civile o sordo.

Presentazione della domanda di riconoscimento dell’invalidità: cosa avviene dopo

Una volta inviata la richiesta, il cittadino viene convocato per fare la visita collegiale. Riceve una lettera raccomandata con avviso di ricevimento, che riporta:

La commissione deve esprimere la valutazione e:

Sistema di collocamento mirato: come accedervi

Come abbiamo sopra accennato, per accedere al sistema di collocamento mirato di cui alla legge n. 68 del 1999, serve uno specifico accertamento sanitario, diverso da quello di handicap e di invalidità.

Da notare che la legge distingue in gruppi i lavoratori disabili (scopri come funziona l’obbligo di assunzione di questi ultimi), che devono essere sottoposti a questo accertamento, ossia: invalidi civili, invalidi del lavoro, invalidi di guerra e per causa di servizio.

I soggetti portatori di handicap hanno una difficoltà di apprendimento, relazione o integrazione. Ma la peculiarità della diagnosi funzionale è quella di essere basata su criteri prettamente medico-sociali e non medico legali.

Al fine di ottenere detta diagnosi, necessaria per essere inseriti nell’elenco del collocamento mirato, si può attivare la richiesta:

Saranno poi le Commissioni mediche presenti presso il Servizio di Medicina legale dell’Azienda sanitaria del territorio nel quale la persona disabile ha la residenza, a redigere la diagnosi funzionale.

Da ribadire infine che, all’interno della relazione in oggetto, le Commissioni potranno indicare specifiche modalità di sostegno e strumenti utili ed opportuni ad avviare il disabile al lavoro o per assicurargli il mantenimento di un’occupazione nel corso del tempo.

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