L’epidemia da Coronavirus sta presentando al Paese una delle sfide più complesse di sempre, una prova alla quale possiamo far fronte solo con l’aiuto diretto di una Pubblica Amministrazione efficiente e tempestiva.
Oggi più che mai si sente la necessità di accelerare processi di digitalizzazione che portino i cittadini a svolgere le proprie attività lavorative a distanza e ad usufruire dei servizi essenziali anche durante questo periodo di emergenza sanitaria.
QuiFinanza ha intervistato Fabiana Dadone, ministra per la Pubblica Amministrazione del Governo Conte, una donna alla quale si presenta una sfida epocale: guidare l’armonizzazione di processi che sono oggi decisivi per la tenuta economica e sociale del Paese.
Secondo gli ultimi dati diffusi, il 73,2% dei lavoratori della Pubblica Amministrazione sta attualmente operando in smart working. Parallelamente ai dati molto incoraggianti, ha riscontrato difficoltà legate a questo nuovo asset lavorativo?
Sì, si tratta di un piccolo miracolo e voglio ringraziare la grandissima parte del pubblico impiego per lo sforzo e la capacità di resilienza. Esistono naturalmente difficoltà di tipo tecnologico e organizzativo, alle quali abbiamo già posto parziale rimedio. Ma le resistenze più forti sono quelle culturali di una parte minoritaria della dirigenza. Bisogna, però, che tutti ci convinciamo della necessità di affrontare un tempo nuovo come questo con strumenti nuovi.
Come vede il futuro dello smart working nella Pubblica Amministrazione, in vista anche di un lento ritorno alla normalità?
Auspico, a regime, una soglia di applicazione tra il 30 e il 40%. Questa innovazione organizzativa rappresenta una rivoluzione copernicana per la Pa, che ci consentirà di avere un lavoro più a misura di dipendente e servizi più a misura di cittadino, favorendo la produttività e la cultura del risultato.
I dati sullo smart working ci raccontano anche di una discreta parte di lavoratori che stanno ancora svolgendo regolarmente le proprie attività. Quali sono le tutele che avete pensato per loro?
L’obiettivo è arrivare a un beneficio economico e un riconoscimento morale da parte di tutta la collettività a chi opera in prima linea e subisce le conseguenze più gravi dal contagio da Covid-19. Mi pare il minimo che si possa fare per premiare l’abnegazione di queste persone.
In che modo questa esperienza forzata che stiamo vivendo darà un accelerazione alla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, alla luce anche di ciò che è successo di recente al sito dell’INPS?
L’Inps gestisce dei volumi di traffico e di procedure giganteschi. Pensi che a un certo punto arrivavano 100 domande al secondo. Dopo qualche ora, tutto è tornato in ordine. Noi intanto abbiamo snellito le procedure per acquisti in tecnologia e servizi cloud. E abbiamo consentito il lavoro agile mediante strumenti del dipendente. Sicuramente c’è ancora tanto lavoro da fare, ma ci stiamo muovendo con grande rapidità.
Il Consiglio dei Ministri ha appena approvato su proposta sua e del Ministro Gualtieri, l’assunzione di 4.500 docenti. Essendo per il momento impossibile lo svolgimento di concorsi pubblici, quali saranno le modalità di assunzione del personale?
Si tratta di un contingente che fa già parte delle graduatorie valide per la stipula di contratti a tempo indeterminato, con effetto giuridico dal primo settembre 2019 ed effetto economico dal prossimo anno scolastico. Parliamo di risorse importanti che, in attesa dei concorsi sospesi, copriranno le uscite previdenziali generate da quota 100.
Insieme alla Ministra Catalfo state lavorando ad un “Reddito di Emergenza”: in cosa consiste e chi ne avrà diritto?
È una grande operazione di protezione delle fasce più deboli, di cui si sta occupando primariamente il ministero del Lavoro. Andrà a coprire circa 3 milioni di persone che oggi non beneficiano di alcun sostegno al reddito. Mi lasci dire: immagini oggi cosa accadrebbe nel Paese se non ci fosse già il Reddito di cittadinanza.
Mi permetta – per salutarci – una domanda più personale: cosa si porterà in futuro di questa esperienza di Governo in un momento storico come quello che stiamo vivendo?
Al dolore di questa esperienza si accompagna l’onore, profondo, di poter servire il mio Paese da una posizione così importante e la consapevolezza che, davvero, nessuno può salvarsi da solo. Solo pensando, sentendo e vivendo da comunità, possiamo farcela.