Frodi finanziarie, WhatsApp e i social sempre più usati per truffare

Proprio il più diffuso sistema di messaggistica sembra essere diventato il veicolo preferito per offerte illecite che traggono in inganno i risparmiatori, inducendoli a cadere nella trappola.

Pubblicato: 5 Febbraio 2025 16:47

Donatella Maisto

Esperta in digital trasformation e tecnologie emergenti

Dopo 20 anni nel legal e hr, si occupa di informazione, ricerca e sviluppo. Esperta in digital transformation, tecnologie emergenti e standard internazionali per la sostenibilità, segue l’Innovation Hub della Camera di Commercio italiana per la Svizzera. MIT Alumni.

La Consob avverte i risparmiatori, nella sezione “Occhio alle Truffe”, dai rischi connessi alle proposte di investimento, veicolate soprattutto tramite gruppi e canali WhatsApp variamente denominati, che facendo indebitamente leva sulla notorietà dei marchi “Morgan Stanley“, “BlackRock” o di altri primari operatori del settore finanziario, prospettano opportunità di guadagno irrealistiche legate a presunti investimenti che, anche tramite l’utilizzo di programmi di intelligenza artificiale consentirebbero di replicare le operazioni effettuate dagli “investitori istituzionali”.

Queste proposte, veicolate tramite gruppi e canali WhatsApp, sono denominate, ad esempio, “A24 – Morgan Stanley Portafoglio Azionario”; “F310 – Gruppo di borsa Morgan Stanley”; “S166 – Comunità di Investimento”; “B4 – Morgan Stanley Portafoglio Azionario”; “S135 – Comunità di investimento di Morgan Stanley”; “A125 Gruppo di discussione sulle informazioni sulle azioni di Morgan Stanley”; “MS investimenti diretti – VIP910”; “Strategia di investimento Autunnale 2024 in Italia”; “Cavaliers della Ricchezza V566”; “Scambio azionario gratuito del Gruppo BlackRock”; “BlackRock webinar V62”; “Y155- Alleanza di trading”.
Provengono da soggetti che dichiarano indebitamente di essere consulenti e/o dipendenti di “Morgan Stanley”, “BlackRock” o di altri operatori finanziari e si configurano come iniziative ingannevoli finalizzate all’acquisizione delle somme di denaro e dei dati personali degli utenti.

La blacklist dei broker trading non autorizzati

Consob propone una blacklist aggiornata dei broker trading non autorizzati. Questa black list dei broker truffa non comprende solo quelli segnalati e oscurati da Consob, ma anche dagli enti di controllo di tutto il mondo, come Finma (Svizzera), FCA (Regno Unito), FMA (Austria), CBI (Belgio), AMF (Francia e Quebec), CNMV (autorità spagnola) e tanti altri, troverai la lista in basso.
Le società all’interno di questa blacklist sono state bannate a seguito delle segnalazioni degli utenti e dei successivi controlli da parte degli enti preposti, che hanno accertato la condotta fraudolenta. Nella lista nera dei broker è possibile trovare:

Come funzionano le truffe del trading

Negli ultimi anni, i malviventi hanno perfezionato il modo di raggiungere le vittime sfruttando piattaforme di messaggistica come WhatsApp. I messaggi arrivano molte volte da numeri con prefisso estero e, sotto forma di comunicazione testuale, avanzano proposte di investimento “sicure” e ritorni elevati.
Attraverso messaggi accattivanti e un tono persuasivo invogliano le potenziali vittime a investire piccole somme, dell’ordine di poche centinaia di euro. Una volta attratti nella rete, i truffatori utilizzano tecniche di manipolazione psicologica che sfruttano la fiducia e l’ingenuità delle vittime per indurle ad agire contro i propri interessi.

Le truffe penalizzano il sistema finanziario

Le vittime non solo subiscono perdite economiche, ma vivono anche un forte trauma emotivo, perdendo fiducia nel sistema finanziario. Questo fenomeno mina, quindi, anche la credibilità delle piattaforme di trading legittime, penalizzando l’intero settore.

Il funzionamento delle truffe nel mondo del trading online segue schemi piuttosto consolidati, anche se può variare il mezzo utilizzato. L’obiettivo primario resta quello di adescare un utente, proponendogli investimenti in criptovalute, nel forex trading o nelle opzioni binarie. Le promesse sono quelle di poter ottenere, nel giro di pochissimo tempo, guadagni molto elevati facendo leva su promesse di facili e rapidi ingenti guadagni.

Gli schemi di truffa a matrioska e lo sfruttamento dell’immagine di un vip

Va detto che molto spesso, da un punto di vista tecnico e di usability, le piattaforme fraudolente di investimento funzionano benissimo e all’inizio gli utenti sono attratti proprio perché in grado di realizzare piccoli guadagni in maniera intuibile. In questo modo gli utilizzatori vengono spinti a investire ulteriori risorse e risparmi. La truffa termina, in genere, con la chiusura della piattaforma, o l’impossibilità da parte del trader di poter recuperare quanto investito.
Molto spesso, attuando lo schema di truffa a matrioska i clienti truffati vengono nuovamente contattati ed indotti ad investire ulteriori somme per recuperare quanto in precedenza perduto.
Un’altra tecnica usata è quella dello sfruttamento dell’immagine di un personaggio celebre. Attraverso la sua popolarità, che funge da garanzia e trasparenza, si cerca di carpire la fiducia dei malcapitati. I truffatori spesso utilizzano illecitamente rubando le immagini di personaggi noti per conferire credibilità alle proprie tecniche con cui commettere la truffa. Non sono rari i casi di violazione di account dei vip.

L’IA potrebbe supportare i malviventi

Per attribuire ulteriore credibilità e trasparenza alle comunicazioni tese a perpetrare una truffa si utilizza la tecnica del “deep fake”, consistente nella diffusione di messaggi o video falsi realizzati tramite la sintesi dell’immagine umana e della voce basate sull’intelligenza artificiale. In questo modo risulta ancora più complesso comprendere che si è di fronte ad una truffa.

La richiesta di scaricare una app

Un’altra forma di raggiro o uno degli step del processo truffaldino è determinato dalla richiesta di scaricare una app, che andrà a costituire lo strumento per avere sotto controllo la situazione economica del cliente e per ottenere le password.

La tecnica dello spoofing

Sempre più persone segnalano alle forze dell’ordine di essere vittima di spoofing. Con questo termine si indica una vasta gamma di attacchi informatici. Il truffatore nasconde la propria identità fingendo di essere una fonte affidabile per ottenere accesso a informazioni riservate e dati sensibili. I modi sono diversi: sms, email, ma anche siti web. Si tratta, quindi, di un attacco informatico basato sulla falsificazione dell’identità.
I malviventi riescono ad accedere ai dati personali e bancari delle vittime, spacciandosi per conoscenti, forze dell’ordine o impiegati di poste e istituti bancari. Attraverso raffinate tecnologie, i ladri riescono così ad inviare sms, whatsapp o email a nome delle banche naturalmente ignare di quanto stia accadendo.

Attenzione ai campanelli d’allarme

Quando si riceve un messaggio la prima accortezza è accertarsi subito della vera ed esatta denominazione della società che propone l’investimento. La difficoltà nell’ottenere le informazioni basilari sull’entità proponente l’investimento rappresenta un primo indicatore di rischio. Va, infatti, ricordato che l’esercizio nei confronti del pubblico dei servizi e attività di investimento è riservato ai soggetti autorizzati dalla Consob.
Un altro campanello d’allarme è dato dalla sede sociale dell’impresa che propone l’investimento se è situata in un paradiso fiscale o in una località esotica.

Non solo WhatsApp, occhio a Facebook

Negli ultimi mesi sui social, soprattutto su Facebook, si sta diffondendo una truffa che sfrutta il logo di Fininvest. I truffatori fingono di vendere pacchetti di investimento legati all’azienda della famiglia Berlusconi. Gli investimenti non sono reali e l’unico obiettivo dei truffatori è prendere i soldi delle vittime. Fininvest da tempo si è dissociata da queste proposte dichiarando:

“Fininvest è del tutto estranea a proposte di investimento in azioni della società promosse attraverso campagne pubblicitarie diffuse sui social, ovvero presentate telefonicamente da sedicenti collaboratori. Fininvest ha già denunciato tali condotte alle autorità competenti, anche a tutela di coloro che potrebbero essere tratti in inganno”.

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