Eolico, il piano Ue per affrontare lo stop allo sviluppo del settore

Il settore eolico sta affrontando una serie di sfide, che, al momento, ne rallentano lo sviluppo. Come l’UE vuole superare questa crisi?

Donatella Maisto

Esperta in digital trasformation e tecnologie emergenti

Dopo 20 anni nel legal e hr, si occupa di informazione, ricerca e sviluppo. Esperta in digital transformation, tecnologie emergenti e standard internazionali per la sostenibilità, segue l’Innovation Hub della Camera di Commercio italiana per la Svizzera. MIT Alumni.

Nel discorso di settembre sullo stato dell’Unione, Ursula von der Leyen ha sottolineato come il settore eolico stia affrontando una serie di sfide, che, al momento, ne rallentano lo sviluppo. Come l’UE vuole superare questa crisi?

Nella transizione verso un’economia a zero emissioni nette, la competitività dell’UE dipenderà fortemente dalla sua capacità di sviluppare e produrre, all’interno dei propri confini, le tecnologie pulite che rendono possibile tale transizione, come gli impianti eolici onshore e offshore.

È necessario partire dai dati e dal contesto legislativo per comprendere il motivo per cui l’UE ha sentito la necessità di approntare un piano d’azione a favore del potenziamento dell’eolico, che interesse molteplici attività.

Energie rinnovabili e Green Deal europeo

Le energie rinnovabili sono un tassello fondamentale del piano dell’UE per conseguire la neutralità climatica entro il 2050 nell’ambito del Green Deal europeo e del piano REPowerEU per ritrovare l’indipendenza energetica, ponendo fine alle importazioni di combustibili fossili, soprattutto dalla Russia.

L’UE ha fissato una serie di obiettivi normativi per accelerare la diffusione delle energie rinnovabili:

Bisogna, inoltre, ricordare che il 2023 è stato foriero del piano industriale del Green Deal e della normativa sull’industria a zero emissioni nette e la normativa sulle materie prime critiche per sostenere la capacità di produzione interna di tecnologie a zero emissioni nette.

I dati sull’eolico

Per conseguire l’obiettivo dell’UE recentemente concordato di una quota di energie rinnovabili pari ad almeno il 42,5% entro il 2030 e l’ambizione di arrivare al 45%, la capacità eolica installata dovrebbe aumentare consistentemente e passare dai 204 GW del 2022 a oltre 500 GW nel 2030.

Frenano la crescita del settore una combinazione senza precedenti di elementi:

Le criticità del settore

La situazione attuale del settore dell’energia eolica europeo richiede un’azione immediata da parte della Commissione in stretta collaborazione con gli Stati membri e le imprese.
Ad oggi nell’UE sono stati installati oltre 200 GW di energia eolica, di cui 16 GW offshore, che nel 2022 hanno fornito il 16% dell’energia elettrica complessivamente prodotta nel territorio.
La maggior parte delle attrezzature necessarie è stata consegnata da produttori europei, che sono anche importanti attori sulla scena mondiale.
Gli impianti di produzione sono sottoutilizzati a causa della lenta diffusione dell’energia eolica e della difficoltà di prevedere con precisione la domanda di turbine eoliche nell’UE.

Il divario tra gli obiettivi per il 2030 e l’effettiva diffusione, dovuto principalmente alla complessità e alla lentezza delle procedure di autorizzazione, crea uno stato di incertezza per i fabbricanti, rendendo più difficile la pianificazione della produzione e degli investimenti.

Le difficoltà di accesso alle materie prime, l’elevata inflazione e le variazioni dei prezzi delle materie prime, insieme all’aumento dei tassi di interesse e al limitato accesso ai finanziamenti, hanno eroso la situazione finanziaria dei produttori.
La progettazione di gare d’appalto nazionali per sostenere le energie rinnovabili, inoltre, si basa quasi esclusivamente sui prezzi, ma non premia gli elevati standard ambientali e sociali dei prodotti europei.

Le offerte negative senza tetti massimi e le sanzioni insufficienti in caso di mancata esecuzione mettono a repentaglio la piena e tempestiva realizzazione dei progetti.
Negli ultimi anni, in particolare nel 2022, tutti i maggiori produttori europei di turbine eoliche hanno registrato perdite di esercizio significative.

Il piano d’azione europeo per l’energia eolica

Il piano d’azione europeo per l’energia eolica, presentato dalla Commissione, è volto ad assicurare che:

Il piano è accompagnato da una comunicazione sulla realizzazione degli obiettivi dell’UE in materia di energia offshore, che include anche l’eolico e che dà seguito alla strategia dell’UE sulle energie rinnovabili offshore adottata tre anni fa. 

Il piano d’azione definisce le azioni immediate che la Commissione, gli Stati membri e l’industria devono adottare insieme, sulla base delle politiche e della normativa esistenti, concentrandosi su sei settori principali. Ovvero:

La Commissione collaborerà con gli Stati membri e il settore eolico per elaborare una Carta dell’UE per l’energia eolica al fine di migliorare le condizioni che consentono al settore eolico europeo di rimanere competitivo.

La diffusione dell’energia eolica nell’UE

Nell’ambito del Green Deal europeo, la Commissione ha promosso diverse iniziative legislative volte ad affrontare la questione della lentezza delle procedure di autorizzazione per i progetti nel settore delle energie rinnovabili. In particolare:

Questo piano d’azione mira a produrre risultati concreti.
Sulla base della normativa sull’industria a zero emissioni nette proposta e della riforma dell’assetto del mercato dell’energia elettrica, la Commissione aiuterà gli Stati membri a migliorare le aste con criteri ben concepiti e oggettivi, che premino le apparecchiature a più alto valore aggiunto e garantiscano che i progetti siano realizzati pienamente e nei tempi previsti.
Al di fuori dei confini dell’UE, i progetti, che si iscrivono nel quadro del Global Gateway, aumenteranno il ricorso alle norme strategiche in materia di appalti. Il piano d’azione prevede, anche, una valutazione dei rischi per la cybersicurezza.

L’iniziativa “Accele-RES”

La Commissione, nel contesto di questa iniziativa:

Nell’ambito del piano d’azione, gli Stati membri dovrebbero aumentare la visibilità della riserva di progetti eolici attraverso impegni per l’eolico e la pubblicazione sia dei calendari delle aste a medio termine che dei piani a lungo termine per la diffusione delle energie rinnovabili.

La Commissione lavorerà, in stretta collaborazione con gli Stati membri, per migliorare la progettazione delle aste, che inviano segnali di investimento all’intera catena del valore e sono fondamentali per garantire la redditività del settore.

Gli Stati membri saranno incoraggiati a includere criteri oggettivi e non discriminatori relativi, tra l’altro, alla cybersicurezza e alla residenza dei dati, alla sostenibilità e alla tutela dei bacini marittimi, oltre a misure per massimizzare il tasso di realizzazione dei progetti.

Dopo un serrato dialogo con le autorità nazionali e le imprese del settore eolico, entro la fine di marzo 2024, la Commissione presenterà raccomandazioni e orientamenti e aumenterà il ricorso agli appalti strategici nel contesto del Global Gateway per garantire che i progetti siano realizzati nel rispetto di elevati standard ambientali, sociali e di governance e offrire ai contraenti e ai produttori che rispondono a tali standard un modello economico valido.

Accesso ai finanziamenti

Il difficile contesto inflazionistico e dei tassi di interesse in generale, che colpisce in particolar modo il settore delle materie prime, così come la frequente necessità di fornire garanzie iniziali per garantire i contratti rendono difficoltoso l’accesso ai finanziamenti, soprattutto se a condizioni favorevoli.

La Commissione, quindi:

La Banca europea per gli investimenti, invece, varerà un meccanismo di garanzia specifico per le esposizioni creditizie delle banche commerciali verso i principali fornitori del settore eolico.

Gli Stati membri potranno sfruttare appieno le opportunità offerte dalle norme del quadro temporaneo di crisi e transizione per gli aiuti di Stato a sostegno della produzione eolica nell’UE.

Operare in un contesto internazionale

Anche in questo contesto vi è da evidenziare il ruolo crescente delle imprese cinesi nel loro mercato interno e internazionale. La pressione della concorrenza del gigante asiatico potrebbe contribuire a rafforzare il settore eolico europeo, ma il tutto deve avvenire in un contesto paritario.

La pressione esercitata da concorrenti internazionali rappresenta una sfida crescente per la produzione del settore eolico dell’UE. Alcune di queste imprese non europee beneficiano di vantaggi specifici legati alla loro integrazione verticale, alla loro posizione dominante sul mercato nazionale o a condizioni finanziarie attraenti.

Se da un lato la concorrenza stimola l’innovazione e il miglioramento dei prodotti, dall’altro una disparità di condizioni potrebbe ripercuotersi negativamente sui produttori di impianti eolici dell’UE e persino ridurne la competitività. La carenza di lavoratori qualificati nel settore della produzione eolica, come gli operatori di navi, gru o ascensori pesanti, rischia infine di ostacolare il necessario aumento della capacità produttiva europea.

Per garantire che il settore eolico operi in un contesto internazionale improntato alla concorrenza leale, la Commissione, in cooperazione con gli Stati membri e l’industria, metterà in campo tutti gli strumenti a disposizione.

Tra i vari strumenti si menzionano:

Il ruolo delle energie rinnovabili offshore nel conseguimento degli obiettivi climatici

Le energie rinnovabili offshore saranno fondamentali per conseguire gli obiettivi in materia di clima ed energia e per ridurre la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili.
Se la maggior parte della capacità supplementare proverrà dall’eolico è strategico prevedere  di raggiungere 1 GW di capacità installata dall’energia oceanica entro il 2030.
All’inizio di quest’anno i paesi dell’UE hanno concordato nuovi obiettivi a lungo termine per la diffusione delle energie rinnovabili offshore.

L’obiettivo ambizioso è quello di raggiungere 111 GW di capacità complessiva di generazione entro il 2030. Entro il 2050 dovrebbe essere installata una capacità superiore a 300 GW da energie rinnovabili offshore.

La diffusione delle energie rinnovabili offshore, quindi,  deve accelerare in modo significativo.

Per perseguire questo obiettivo la Commissione sta intensificando gli interventi a sostegno del settore. In particolare:

Le nuove misure destinate al settore offshore sono trattate in una comunicazione specifica.

Per aumentare la diffusione dell’energia eolica offshore e dell’energia oceanica occorre una cooperazione regionale rafforzata, in particolare per quanto riguarda le reti offshore e i progetti transfrontalieri in materia di energie rinnovabili.

La Commissione:

Nei prossimi anni l’eolico offshore dovrebbe dare un contributo significativo agli obiettivi dell’UE in materia di clima ed energia.

Prendendo le mosse dalla strategia sulle energie rinnovabili offshore del 2020, gli Stati membri hanno recentemente concordato nuovi e ambiziosi obiettivi per la produzione di energia rinnovabile offshore entro il 2050, con traguardi intermedi per il 2030 e il 2040 per ciascuno dei cinque bacini marittimi dell’UE.

Nel 2022 la capacità installata offshore cumulativa dell’UE-27 ammontava a 16,3 GW. Ciò significa che, per colmare il divario tra l’impegno degli Stati membri di raggiungere 111 GW e la capacità del 2022, occorre installare in media quasi 12 GW/anno, ossia 10 volte più degli 1,2 GW supplementari installati lo scorso anno.

La Commissione, pertanto, sta moltiplicando gli sforzi volti a sostenere in particolare il settore delle energie rinnovabili offshore, definendo ulteriori azioni volte a:

La manodopera qualificata. Un’altra criticità

Gli obiettivi per risollevare le sorti dell’energia eolica sono tanti e ambiziosi. L’aumento previsto della diffusione dell’energia eolica e delle corrispondenti capacità di produzione in Europa devono essere accompagnati dalla presenza di risorse con le giuste competenze.

Negli ultimi due anni la Commissione ha sostenuto la creazione di partenariati su vasta scala per le competenze per l’ecosistema industriale delle energie rinnovabili nell’ambito del patto per le competenze.

Incoraggiare i partenariati non è, però, l’unica via percorribile.

È necessario integrare l’istituzione di programmi di formazione specifici attraverso accademie dell’industria a zero emissioni nette, come parte integrante della normativa sull’industria a zero emissioni nette.

Le accademie svilupperanno contenuti e materiali didattici con l’obiettivo di formare 100 000 discenti nei primi tre anni.

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