Prezzi benzina, quanto costerebbe oggi senza le tasse

Benzina in Italia: Quanto costa davvero al netto delle tasse? Il fisco incide per il 57% sul prezzo della benzina e per il 52% su quello del gasolio. Le stime del Garante per la sorveglianza dei prezzi

Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Benzina in Italia: Quanto costa davvero al netto delle tasse? Secondo le ultime stime del Garante per la sorveglianza dei prezzi, la pressione fiscale incide per il 57% sul prezzo della benzina e per il 52% su quello del gasolio.

Quali sono le tasse che paghiamo sulla benzina

Le tasse che paghiamo sulla benzina in Italia corrispondono alle 19 accise carburanti + IVA, detratte dallo Stato.

Le accise sono state introdotte per la prima volta nel 1936 e aggiornate fino al 2014. L’iva invece è una tassa pari al 22% che colpisce il valore dei prodotti soggetti ad accisa. Ricordiamo che le accise non sono altro che una tassa che lo Stato applica su benzina e diesel per finanziare le spese pubbliche.

Giusto per dare un’idea di quello che stiamo parlando, ecco l’elenco completo delle opere, gli interventi e le misure approvate dai governi che continuiamo a pagare ancora oggi attraverso le tasse sulla benzina:

Quanto incidono le tasse sul prezzo della benzina

Le tasse incidono significativamente sul prezzo della benzina in Italia. Secondo i dati presentati dal Garante per la sorveglianza dei prezzi, Benedetto Mineo, e confermati dalle associazioni dei consumatori, le tasse pesano del 57% sul prezzo della benzina e il 52% del prezzo del gasolio. In poche parole, rappresentano una grande fetta del costo  dei carburanti nel nostro Paese.

In particolare, considerando il peso delle accise e dell’IVA sul prezzo alla pompa, per ogni litro di benzina acquistato gli automobilisti italiani pagano un’imposizione fiscale di circa 1,06 euro. Di questi, circa 0,724 euro sono attribuiti alle accise e 0,334 euro all’IVA. Per quanto riguarda il gasolio, l’imposizione fiscale è leggermente inferiore, ma comunque significativa, perché ammonta a circa 0,950 euro per litro, di cui 0,621 euro derivanti dalle accise e 0,328 euro dall’IVA.

Quanto costerebbe un litro di benzina senza accise

Per calcolare il costo di un litro di benzina senza accise, possiamo utilizzare i dati forniti dal Mise aggiornati settimanalmente. Secondo l’ultima rivelazione prezzi, effettuata il 26 febbraio 2024,  sappiamo che:

Quindi, per trovare il prezzo senza le accise, possiamo sottrarre il costo delle accise dal prezzo totale:

1.858,97 euro – 728,40 euro = 1.130,57 euro

Ora dobbiamo convertire questo valore in costo per un litro di benzina:

1.130,57 euro / 1000 litri = 1,13057 euro/litro

Pertanto, il costo di un litro di benzina senza accise sarebbe oggi di circa 1,13 euro.

Per calcolare invece il costo di un litro di diesel senza accise, possiamo utilizzare sempre i dati forniti dal Mise, per cui sappiamo che:

Quindi, per trovare il prezzo senza le accise, possiamo sottrarre il costo delle accise dal prezzo totale:

1.826,36 euro – 617,40 euro = 1.208,96 euro.

Ora dobbiamo convertire questo valore in costo per un litro di diesel:

1.208,96 euro / 1000 litri = 1,20896 euro/litro.

Quindi, il costo di un litro di diesel senza accise sarebbe di circa 1,21 euro.

Quanto paghiamo di tasse su un litro di benzina (in totale)

Per calcolare il costo di un litro di benzina al netto delle tasse, invece, dobbiamo sottrarre il contributo fiscale totale che applica lo Stato (ovvero non solo le accise ma anche l’IVA) dal prezzo totale del carburante.

Ebbene, dai dati fornite dalla rivelazione Mise del 26 febbraio 2024, sappiamo che su ogni litro di benzina gli italiani pagano circa 1,06 euro di tasse (IVA e accise). Di questi, 0,724 euro sono attribuiti alle accise e 0,334 euro all’IVA.

Quindi, possiamo calcolare il prezzo al netto di accise e IVA sottraendo queste tasse dal prezzo totale del carburante, ovvero:

Per cui il prezzo al netto di accise e IVA sarà di: 1.858,97 euro/1000 litri – 0,724 euro/litro – 0,334 euro/litro = 1,85897 euro/litro – 0,724 euro/litro – 0,334 euro/litro = 0,80063 euro/litro

Quindi, il costo di un litro di benzina, al netto di IVA e accise, oggi sarebbe di circa 0,80 euro.

Le stesse informazioni fornite dal Mise, infine, ci permettono di calcolare anche il costo di un litro di diesel senza accise e IVA. Pertanto, poiché dall’ultimo rilevamento dei prezzi risulta che (al 26 febbraio 2024):

Per trovare il prezzo senza le accise e l’IVA, possiamo sottrarre il costo delle accise e dell’IVA dal prezzo totale, per cui procedere applicando questa formula: Prezzo totale del gasolio – (Accise + IVA) = 1.826,36 euro – (617,40 euro + [(22/100) * (1.826,36 euro)]) = 1.826,36 euro – (617,40 euro + 401,40 euro) = 1.826,36 euro – 1018,80 euro = 807,56 euro.

Ora dobbiamo convertire questo valore in costo per un litro di diesel: 807,56 euro / 1000 litri = 0,80756 euro/litro.

Quindi, il costo di un litro di diesel senza accise e IVA sarebbe di circa 0,81 euro.

Le soluzioni proposte

Vista la portata della spesa e quanto questa incide sugli automobilisti e imprese, il presidente Assoutenti Gabriele Melluso ha ribadito ancora una volta come, al di là delle anomalie nella formazione dei listini alla pompa, e al netto delle speculazioni sui prezzi ai distributori che si registrano in alcuni periodo dell’anno, sia necessario intervenire sul fronte della tassazione applicata ai carburanti. Tra le soluzioni proposte, per esempio, ci sono le accise mobili in grado di compensare gli aumenti dei prezzi industriali attraverso una proporzionale riduzione del peso fiscale.

Le accise mobili sono una misura governativa che permetterebbe di regolare il prezzo dei carburanti in risposta alle variazioni del mercato. Funzionano in questo modo: il governo stabilisce un prezzo massimo per i carburanti attraverso un documento chiamato Documento di Programmazione Economica-Finanziaria (DEF). Se il prezzo dei carburanti supera questo limite, le accise mobili vengono attivate, riducendo le tasse sui carburanti. Questo intervento è chiamato “mobile” perché l’importo delle tasse varia in base al prezzo del carburante: se il prezzo sale, le tasse diminuiscono; se il prezzo scende, le tasse tornano al loro valore originario. In sintesi, le accise mobili servono come uno scudo contro i rincari dei carburanti, aiutando a stabilizzare i prezzi e proteggere i consumatori.

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