Clima estivo a novembre, il prezzo del gas in picchiata raffredda i mercati

Clima mite in Europa spinge il gas ai minimi, mentre il petrolio sale per tensioni in Medio Oriente. Scorte europee alte, domanda di riscaldamento bassa

Pubblicato: 2 Novembre 2024 08:57

Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Temperature più da tarda estate che da novembre. L’Europa si ritrova a fare i conti con un clima che stravolge i piani dei mercati energetici, con il prezzo del gas che precipita a 38,3 euro per megawattora, ai minimi da un mese. E con le previsioni che prospettano ancora settimane di sole e caldo fuori stagione, la domanda di riscaldamento resta al palo, smorzando ulteriormente le quotazioni.

Il gas cala a picco: ad Amsterdam il prezzo scende sotto i 41 euro

Ad Amsterdam, il mercato del gas chiude con un colpo di coda: i contratti Ttf perdono l’1,9%, arrivando a 40,59 euro al megawattora. Il metano, che solo qualche mese fa preoccupava per il suo costo, ora sembra quasi in saldo.

L’effetto opposto: il petrolio risale sotto la pressione geopolitica

Mentre il gas rallenta, il petrolio vive un’impennata: il Brent ha toccato quota 75 dollari, con il Wti che supera i 70. Dietro a questo rialzo c’è più di una ragione. Da un lato, si intensificano le voci su una possibile mossa dell’Opec+: potrebbe rimandare l’aumento della produzione di dicembre, slittando i tempi. Dall’altro, la tensione in Medio Oriente si riaccende, con l’Iran che ha minacciato una risposta brutale agli attacchi israeliani della scorsa settimana. Questi elementi si riflettono nel costo del greggio, mantenendo i mercati in allerta.

L’inverno caldo spegne la domanda e riempie gli stoccaggi

In Europa, la domanda di gas è così bassa che gli stoccaggi toccano livelli record: in Italia, il riempimento è al 98,5%. Il Vecchio Continente si gode un raro vantaggio energetico, con riserve ben sopra la media stagionale degli ultimi anni. E, mentre il caldo record continua e le alluvioni devastano regioni come Valencia, la domanda di riscaldamento sembra un miraggio, lasciando i serbatoi pieni e abbondanti.

Non è solo il clima a tenere al ribasso i prezzi del gas. L’Europa punta a nuovi accordi sui transiti, e Ungheria e Slovacchia sono vicine a un’intesa con l’Azerbaigian per un afflusso stabile. Si parla di 12-14 miliardi di metri cubi di gas all’anno che potrebbero arrivare attraverso la rete di transito russo-ucraina, garantendo così un altro margine di sicurezza a un continente già ben fornito.

Il mercato europeo del gas ha vissuto mesi di fluttuazioni, complicati dal timore di eventuali interruzioni nelle forniture. La Commissione europea ha cercato di rasserenare gli animi tra gli Stati membri, sottolineando la continuità nelle riserve. Sullo sfondo, ci sono Paesi come Slovacchia e Austria che proseguono le importazioni tramite i gasdotti russi, scegliendo di non chiudere i canali di approvvigionamento nonostante le difficoltà geopolitiche.

La domanda in frenata dall’Asia e il crollo dei future Ttf

Sul mercato petrolifero, però, i giochi sono aperti e le variabili in campo sono molteplici. L’Europa, infatti, non è l’unica a rallentare la domanda di gas: anche l’Asia, in particolare Cina e Giappone, vede un calo delle richieste, il che spinge ulteriormente al ribasso i prezzi del gas naturale liquefatto. Secondo Bloomberg Intelligence, questa situazione potrebbe trascinare i prezzi ancor più in basso rispetto ai valori attuali. Intanto, il venerdì primo novembre si è chiuso con un’ulteriore caduta dei future Ttf, il principale riferimento del metano europeo, con una discesa del 3,48%, fermandosi a 39,18 euro per megawattora.

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