Prezzo del diesel in aumento, colpa degli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso: quanto costa ora

La crisi del Mar Rosso e gli assalti dei ribelli yemeniti stanno portando a un'impennata dei prezzi del diesel: quali scenari ci attendono

Pubblicato: 31 Gennaio 2024 15:28

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Redazione

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Sempre più navi, tra cui quelle specializzate nel trasporto di alcuni derivati del petrolio, stanno evitando lo stretto di Bab-el-Mandeb a causa degli attacchi di ribelli yemeniti Houthi. L’esplosione della nave Marlin Luanda e il conseguente incendio scoppiato a bordo hanno aumentato le preoccupazioni delle società che si occupano del trasporto di queste merci, che stanno scegliendo sempre più spesso la rotta di Capo di Buona Speranza.

Sebbene fino a qualche giorno sembrasse che venissero risparmiati i comparti dell’energia, ora le conseguenze per il prezzo del diesel, in particolare in Europa, potrebbero essere gravi e immediate. Il Vecchio Continente dipende dall’Asia per la lavorazione del petrolio, soprattutto dopo la crisi diplomatica con la Russia dovuta all’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito di Mosca.

Perché il diesel non passerà più dal Mar Rosso

L’attacco alla nave Marlin Luanda dello scorso venerdì è stato il più distruttivo di tutti i lanci di missili e droni dei ribelli Houthi verso le navi civili che transitano vicino alle coste dello Yemen. È accaduto nel Golfo di Aden, il lembo di mare tra le coste meridionali dello Stato a sud della Penisola araba e quelle settentrionali della Somalia. Qui convergono le navi che devono attraversare lo stretto di Bab-el-Mandeb, le “Porte del Lamento” che conducono nel Mar Rosso e da lì al Canale di Suez e al Mediterraneo.

La Marlin Luanda era una grossa nave cisterna che trasportava prodotti raffinati del petrolio, in particolare carburante diesel. Dopo l’attacco degli Houthi, quasi tutte le compagnie che utilizzavano ancora la rotta del Mar Rosso e che trattano questo tipo di materiali hanno deciso di spostare le proprie imbarcazioni verso Capo di Buona Speranza, per raggiungere l’Europa attraverso la circumnavigazione dell’Africa.

Una decisione costosa. Arrivare in Europa attraverso questa rotta allunga il viaggio in media del 70% e aumenta i costi in maniera significativa. Se a novembre una tratta di una nave cisterna che trasporta diesel poteva costare anche 22mila dollari al giorno, oggi la stessa offerta non è venduta per meno di 100mila dollari al giorno.

Il problema del prezzo del diesel in Europa

L’effetto dell’instabilità sul Mar Rosso potrebbe riflettersi quindi presto sul prezzo del diesel. I futures sul gasolio valutano ormai il carburante a 845 dollari per tonnellata, il 15% in più rispetto alla metà del mese di dicembre. Il problema però potrebbe aggravarsi con il passare del tempo.

Per trasportare il diesel servono specifiche navi cisterna, la cui disponibilità è limitata. Il viaggio attorno a Capo di Buona Speranza è 10 giorni più lungo rispetto a quello che passa per Suez, di conseguenza le imbarcazioni rimangono occupate per più tempo, aumentando ulteriormente il problema del loro scarso numero, con ripercussioni sul prezzo del gasolio.

L’Europa è particolarmente esposta a queste fluttuazioni dei prezzi, non soltanto perché queste rotte sono dirette per lo più verso il Vecchio Continente. In passato, infatti, il principale fornitore di diesel per l’UE era la Russia. Le sanzioni imposte a Mosca dopo l’invasione dell’Ucraina hanno però interrotto questa connessione.

L’effetto del divieto di importare gasolio dalla Russia sui prezzi fu immediato. Ai distributori il diesel, tradizionalmente meno costoso al litro della benzina, raggiunse e superò in breve tempo la verde. La crisi nel Mar Rosso, che di fatto consegna la rotta commerciale alla Cina, potrebbe avere un effetto simile nei prossimi mesi se gli attacchi degli Houthi non dovessero terminare.

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