Archiviata la pausa estiva, per il Governo è tempo di tornare alla consueta routine, fatta di scadenze e dossier in cerca di una soluzione. Ad aprire ufficialmente la nuova stagione toccherà al consiglio dei Ministri in programma oggi, prima occasione per un confronto sulle priorità (che sono tante) e le risorse disponibili (che come sempre sono poche), mettendoli di fronte alla realtà.
Manovra, assalto alle risorse
Che non sarà facile, del resto, lo ha detto a chiare lettere il Ministro dell’Economia Giorgetti quando ha lanciato un chiaro messaggio: “Bisognerà fare delle scelte”. Tradotto, si procederà secondo priorità che sono tre in particolare: lavoro, famiglia, pensioni.
Ad esempio, la Lega è in pressing su ‘Quota 41’ secca, ovvero l’anticipo della pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età e su questo tema si iniziano a misurare le distanze dei partiti. Se il vicepremier Antonio Tajani rilancia l’aumento di quelle minime (portarle a 600 euro costerebbe ‘appena’ 210 milioni), come detto la Lega si spinge oltre e non abbandona l’idea di Quota 41, che però andrebbe come minimo ridimensionata. Al momento, al vaglio, solo piccoli aggiustamenti per le misure già esistenti: proprio in quest’ottica va verso la conferma Quota 103, ovvero la possibilità di uscire dal lavoro con 62 anni di età e 41 di contributi e l’Ape sociale per i lavoratori disagiati, mentre Opzione donna potrebbe essere ritoccata allargando di nuovo la platea a chi ha 35 anni di contributi con un’età minima che potrebbe essere alzata
Da pensioni a cuneo, le priorità
Capitolo lavoro: la priorità – più volte ribadita in maniera corale – è il rinnovo del taglio del cuneo contributivo per i lavoratori dipendenti, in vigore da luglio e in scadenza a fine anno. Una voce piuttosto pesante che vale 9-10 miliardi nella versione introdotta con il decreto primo maggio (7 punti per i redditi fino a 25mila e 6 per quelli fino a 35mila).C’è poi la detassazione delle tredicesime – uno degli obiettivi della delega fiscale – con l’ipotesi di anticiparla rispetto alla manovra per dare un segnale già sugli stipendi di dicembre. Una mossa che piace ai partiti in vista delle europee e che non dovrebbe avere un costo eccessivo, soprattutto se ci si limita ai redditi più bassi.
Tutti d’accordo sulla famiglia
Altro pilastro la voce famiglia che mette d’accordo tutti, con le misure a favore della natalità e dei nuclei numerosi: dagli aiuti alle famiglie con tre figli, alle agevolazioni per chi assume mamme, al bonus per il secondo figlio. Un pacchetto che potrebbe costare sui 4-5 miliardi di euro e sul quale verrà dirottato il miliardo risparmiato con l’Assegno Unico.