“L’incredibile storia dell’Isola delle Rose”, il nuovo film di Netflix è già cult

Su Netflix il film di Giorgio Rosa e della sua incredibile Isola: una storia vera, che si è accesa negli anni della contestazione

Pubblicato: 9 Dicembre 2020 21:23Aggiornato: 21 aprile 2022 11:09

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Redazione

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Come accade di frequente, il catalogo della piattaforma streaming Netflix si è ulteriormente arricchito. Una notizia che interessa particolarmente l’Italia, dal momento che l’ultimo film aggiunto è una produzione nostrana. Una pellicola che è possibile apprezzare dal 9 dicembre 2020. Si tratta del nuovo lavoro del regista Sidney Sibilia, che molti conoscono per la trilogia di Smetto quando voglio. In questo caso ha scelto di fare riferimento a una straordinaria storia vera, tanto folle da sembrare inventata di sana pianta.

Gli elementi romanzati nel film ci sono di certo ma la sostanza, così come gli episodi cardine, sono tutti lì ben ancorati nella storia del nostro Paese. Il titolo scelto è “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose“, e promette d’essere un successo internazionale. Al centro della pellicola c’è la storia, o per meglio dire la vita di Giorgio Rosa. Questi è un ingegnere bolognese che sognava di cambiare il mondo e battere il sistema. In che modo? Al tempo aveva costruito un’isola, posta a 500 metri dal confine delle acque territoriali italiane.

La vera storia dell’Isola delle Rose

Nel 1958, a 33 anni, l’ingegnere Giorgio Rosa decide di progettare un’isola da realizzare al largo di Rimini, a circa 12 chilometri dalla costa, fuori dalle acque territoriali italiane. La costruzione richiede diversi anni per ovviare a problemi tecnici ed economici.

Una volta avviati i primi lavori, la Capitaneria di porto di Rimini chiede di interromperli perché diverse aree della zona erano già state date in concessione all’Eni. Nonostante ciò, Rosa continua a costruire la sua isola, aperta al pubblico nell’estate 1967: si tratta di una piattaforma di 400 metri quadrati. L’inventore decide di raddoppiarli costruendo un secondo piano.

Il 1° maggio 1968 Giorgio Rosa dichiara unilateralmente l’indipendenza della sua, autoproclamandosi presidente della Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose, la cui lingua ufficiale è l’esperanto. Un mese dopo tiene una conferenza stampa per annunciare al mondo la nascita della micronazione, dotata anche di una sua moneta, il Mill, con un cambio alla pari rispetto alla lira italiana. Rosa non produsse mai banconote e monete, ma solo alcune emissioni di francobolli.

Il suo simbolo? Tre rose rosse adagiate su uno scudo bianco sullo sfondo. La bandiera era arancione, con al centro lo stemma della repubblica. Come inno venne scelto un brano dell’Olandese volante, opera di Richard Wagner.

Le autorità contro Giorgio Rosa

Le autorità si oppongono all’iniziativa di Giorgio Rosa, sospettando che abbia architettato tutto per non pagare le tasse sui ricavi ottenuti grazie ai tanti visitatori. Così, lo Stato dispone un blocco navale per impedire di raggiungere l’Isola delle Rose. Nello stesso giugno viene occupata dai militari: Rosa invia un telegramma di protesta a Giuseppe Saragat, presidente della Repubblica, ma senza ottenere risposta.

Ad agosto il ministero della Marina mercantile invia alla Capitaneria di porto di Rimini una richiesta da inoltrare a Rosa: demolire la piattaforma costruita al largo di Rimini. L’ingegnere si rifiuta e presenta ricorso, che viene però respinto. All’inizio del 1969, quindi, la struttura viene fatta esplodere e si inabissa.

Giorgio Rosa è morto il 2 marzo 2017 a Bologna, sua città natale, all’età di 92 anni.

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