Il 2022 è stato l’anno della grande crisi economica conseguente allo scoppio della guerra in Ucraina che ha portato i prezzi a schizzare alle stelle. Con l’inflazione arrivata a livelli record e i costi di carburanti, energia e gas che sono stati una vera e propria stangata per le tasche dei cittadini, con l’arrivo dell’inverno c’è chi ha temuto il peggio a causa dei tagli dalla Russia. Ecco allora che negli ultimi mesi si è assistito a una vera e propria corsa all’acquisto delle pompe di calore, con l’obiettivo da parte dei consumatori di intraprendere la strada dell’elettrificazione dei consumi per riscaldamento e acqua calda per potersi finalmente affrancare dalle forniture energetiche russe.
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Pompe di calore, è boom di vendite
A dare un quadro di quanto successo negli ultimi mesi è stata l’EHPA, l’European Heat Pump Association, che ha presentato i numeri delle vendite delle pompe di calore in Europa. Il trend, secondo i dati presentati dall’associazione, sono infatti in netto aumento rispetto agli anni passati. Nel 2021, infatti, le vendite di pompe di calore in Europa sono cresciute del 33,8% e i cinque maggiori mercati europei, in termini di unità vendute (pompe di calore e unità per acqua calda), sono stati Francia (537.000 unità vendute, +36%), Italia (382.00, +64%), Germania (177.000, +26%), Spagna (148.000, +16%) e Svezia (135.000, +19%).
Il nostro Paese, dunque, ha conquistato il podio delle vendite delle pompe di calore, ma soprattutto è uno dei primi se si va a guardare l’incremento rispetto al 2020. In Italia, infatti, nel solo 2021 sono state vendute 150.000 pompe di calore in più, numeri nettamente diversi rispetto a Francia (+143.000), Polonia (+43.000), Germania (+37.000) e Norvegia (+33.000) che seguono il Bel Paese nella top 5 della classifica .
Il trend è stato giustificato, come detto, col tentativo del massimo affrancamento dalle forniture energetiche russe, ma anche e soprattutto dalla volontà dei Paesi dell’Ue di andare verso l’elettrificazione dei consumi che può portare a importanti benefici ambientali, sociali ed economici.
Quanto si risparmia sul riscaldamento
A proposito di benefici economici, infatti, è stata l’Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) ha dare dei dati chiari sul risparmio che ogni cittadini avrebbe nelle bollette se si passasse a utilizzare le pompe di calore al posto del gas. Infatti, secondo l’associazione smettendo di utilizzare in maniera diretta il gas per il riscaldamento e utilizzando solo elettricità, ogni famiglia potrebbe risparmiare mediamente in bolletta 402,56 euro l’anno, cifra calcolata sul costo del gas nel 2022.
Numeri davvero difficili da ignorare che vanno ben al di sopra di tutte le altre misure proposte nel Piano Cingolani. Se nel piano, infatti, sostituendo i vecchi climatizzatori con quelli più efficienti si risparmiano 118,23 euro l’anno in inverno e 57,88 euro in estate o cambiando il frigo, lavatrice, lavastoviglie e forno si risparmierebbero da ciascun elettrodomestico circa 50-60 euro in bolletta, il vantaggio economico del passare alle pompe di calore sarebbe davvero invitante.
Da un recente studio sui benefici legati all’elettrificazione degli impianti domestici per il riscaldamento e l’acqua calda sanitaria condotto Agici realizzato per Enel, emerge poi un altro quadro importante. Sostituendo il 60% degli impianti di riscaldamento più inefficienti con sistemi a pompa di calore, infatti, si potrebbero risparmiare a regime fino a 9 miliardi di metri cubi di gas all’anno, generando un beneficio netto economico, ambientale e sociale compreso tra 95 miliardi di euro e fino a 222 miliardi se le pompe di calore fossero completamente alimentate con fonti rinnovabili. Dunque non solo un aiuto per le nostre tasche, ma un cambio di mentalità anche per il bene della terra.