L’aumento dei mutui che ha colpito le famiglie al loro ritorno dalle vacanze è stata un duro colpo. A partire da settembre, abbiamo visto un aumento nelle spese mensili per i mutui ipotecari.
Questo aumento è stato causato principalmente dall’ascesa dell’inflazione. Il 27 luglio, la Banca Centrale Europea (BCE) ha deciso di aumentare il tasso di riferimento dell’Eurozona per la nona volta, portandolo al 4,25%. Questo ha inevitabilmente causato un incremento nei mutui a tasso variabile. Attualmente, l’Euribor, che è l’indicatore per i tassi variabili, continua a salire e si attesta intorno al 3,90%, che è 35 centesimi in meno rispetto al tasso di riferimento stabilito dalla BCE.
Rimedi per abbassare la rata del mutuo
Tutto ciò rappresenta una vera e propria sanguisuga per le famiglie, che devono affrontare l’aumento dei costi della vita mentre il potere d’acquisto dei loro stipendi continua a diminuire. Secondo Assoutenti, le rate mensili per il periodo settembre-dicembre risulteranno complessivamente più onerose di circa +1.170 euro rispetto al 2022.
Inoltre, ci sono previsioni di aumento anche per i mutui a tasso fisso, che erano stati a lungo considerati una soluzione per mantenere più bassi i pagamenti mensili dei mutui. Tuttavia, l’Eurirs (l’indicatore per i tassi fissi) ha registrato un aumento significativo, raggiungendo la scorsa settimana i livelli più alti dal 2011, anche se poi è leggermente diminuito a seguito di un aumento di circa 10 punti base negli indici Irs.
Ecco come si stima attualmente il panorama dei mutui: per un finanziamento di 150.000 euro da restituire in 20 anni, le rate mensili ammontano a 917 euro con tasso fisso e 990 euro con tasso variabile. Nel caso di un mutuo di 30 anni, le rate si abbassano a 734 euro per il tasso fisso e 814 euro per il tasso variabile. È importante notare che queste stime si basano sui tassi fissi di fine agosto e sono puramente teoriche.
Dinanzi a questa situazione, è naturale che molti si interroghino sulla strategia migliore per gestire queste crescenti spese mensili e evitare di trovarsi a pagare rate che potrebbero diventare difficili da sostenere. La risposta non è univoca, poiché ogni caso è diverso, ma esistono alcune strategie che meritano di essere considerate. Di seguito, troverete tutte le informazioni rilevanti in merito.
Passaggio da tasso variabile a tasso fisso: quanto conviene
In conformità con la legge vigente, l’obbligo di trasformare un mutuo da tasso variabile a tasso fisso è imposto a coloro il cui Indicatore della Situazione Economica Equivalente (Isee) si attesta al di sotto di 35.000 euro. Nonostante questa regola, in considerazione delle attuali dinamiche dei tassi di interesse, tale conversione potrebbe non sempre rappresentare la scelta più vantaggiosa.
Per fornire un esempio concreto, è interessante notare quanto riportato da fonti come Business Online: nel caso di un mutuo a tasso variabile con una durata residua di 20 anni e uno spread sull’Euribor dell’1%, se si decidesse di effettuare la conversione a un tasso fisso, ciò comporterebbe l’applicazione di un tasso d’interesse del 4,2%. Tuttavia, va sottolineato che in tal caso, il debito verrebbe estinto in modo più graduale rispetto al piano di ammortamento iniziale.
È fondamentale comprendere che il passaggio da un tasso variabile a uno fisso richiede un’analisi dettagliata caso per caso, poiché non esiste una soluzione universale che sia applicabile a tutti i mutuatari. Le condizioni del mercato, le caratteristiche specifiche del mutuo e l’orizzonte temporale di rimborso influenzeranno la convenienza di tale conversione. Inoltre, bisogna considerare che, alle attuali condizioni di mercato, questa operazione potrebbe non risultare vantaggiosa per i mutui più recenti, mentre potrebbe rivelarsi una scelta più saggia per quelli contratti in epoche precedenti.
In ogni caso, è importante consultare con attenzione un consulente finanziario esperto per valutare le implicazioni e le opportunità legate a questa decisione finanziaria.
Come chiedere la rinegoziazione per abbassare le rate
La prima mossa da considerare è sicuramente quella di contattare il proprio istituto bancario per chiedere una rinegoziazione del mutuo. Tuttavia, è importante notare che questa è un’azione che potrebbe non sempre avere successo, poiché la decisione finale spetta alla banca. La banca avrà il potere di decidere se concedere il passaggio a un tasso fisso e, se sì, quali saranno le condizioni o se è possibile ridiscutere la durata del mutuo per ridurre la rata mensile.
Un fattore chiave che influenzerà l’esito di questa richiesta sarà il profilo del cliente. Se hai stabilito rapporti di fiducia e una buona relazione con la banca, è probabile che questa sia più incline a soddisfare le tue richieste. Tuttavia, anche in questo caso, non esiste una garanzia di successo, poiché la decisione della banca sarà influenzata da vari fattori, tra cui la politica interna dell’istituto finanziario e le condizioni del mercato.
Pertanto, mentre è consigliabile tentare la rinegoziazione del mutuo, è importante essere preparati al fatto che potrebbe non essere possibile o potrebbero essere applicate condizioni meno vantaggiose rispetto a quanto sperato. In ogni caso, consultare un esperto finanziario o un consulente può essere utile per valutare le migliori opzioni disponibili in base alla tua situazione finanziaria specifica.
La surroga: come funziona e perchè è l’opzione più agevole
La surroga, o portabilità del mutuo, rappresenta spesso la soluzione più agevole per affrontare le sfide legate all’aumento delle rate dei mutui. Questa procedura è stata introdotta in Italia con la Legge n. 40/2007, comunemente nota come Legge Bersani, e offre la possibilità di trasferire il proprio mutuo a un’altra banca che offre tassi di interesse più convenienti, senza costi aggiuntivi.
La surroga consiste nel trasferire il mutuo esistente a una nuova banca, evitando quindi i costi legati alla stipula di un nuovo mutuo, come avviene nella sostituzione. Questa soluzione è vantaggiosa in quanto non comporta spese aggiuntive di alcun tipo e permette anche il trasferimento dell’assicurazione legata al mutuo, oltre a offrire la flessibilità di modificare l’importo delle rate mensili.
L’unico svantaggio potrebbe essere rappresentato dal fatto che non è possibile richiedere una cifra maggiore rispetto al saldo del mutuo esistente. Tuttavia, è importante notare che è possibile effettuare la surroga più di una volta. Le banche generalmente richiedono solamente la prova di aver effettuato almeno 6 rate di pagamento per la prima surroga e 12 rate per le successive. In pratica, ciò significa che ogni anno e mezzo circa, un titolare di mutuo ha la possibilità di cercare le migliori condizioni disponibili sul mercato senza costi eccessivi.