Vaccino universale anti-Covid, a che punto siamo? Le novità

La sperimentazione dei vaccini anti-Covid contro le varianti ha subito una frenata a causa della mancanza di fondi e del materiale necessario

Pubblicato: 2 Agosto 2022 20:00

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Redazione

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Mentre il Covid-19 continua ad avanzare inesorabilmente nel nostro Paese, con oltre un milione di postivi e numeri di contagi che ogni giorno alimentano la pandemia, prosegue anche il dibattito sulla quarta dose in vista delle possibili nuove ondate in arrivo in autunno. Ma intanto anche nei laboratori si continua a lavorare, per cercare di garantire al più presto un vaccino sicuro anche contro le varianti che, sempre più, si manifestano e diventano dominanti.

I lavori degli esperti non si sono mai fermati in questi mesi, ma ancora manca qualcosa per arrivare ai pan-coronavirus, quei vaccini universali contro tutti i tipi di coronavirus. Eppure da qualche settimana sembrano non esserci passi in avanti sul farmaco, segno che qualcosa ha frenato gli scienziati.

Vaccino contro le varianti, il punto

Nei laboratori, come sottolineato anche dal Corriere della Sera, la sperimentazione dei vaccini contro tutti i tipi di coronavirus e le varianti non sta procedendo come si sperava. Infatti sembra prendere sempre più piede l’ipotesi di continuare a utilizzare quelli già in uso. Alla base di questa decisione, infatti, c’è lo stato dei lavori sui nuovi farmaci e sulla loro efficacia che però presenta dei limiti.

Infatti gli studi e gli aggiornamenti sono stati fatti in base a Omicron 1, variante che in alcuni paesi come l’Italia è ormai del tutto assente. Gli esperti, mettendo le mani avanti prima di proseguire i lavori, si sono quindi chiesti perché continuare a lavorare, affrontare costi e impiegare risorse per aggiornare un vaccino che rischia di nascere già vecchio. Alcuni scienziati quindi spingono per sviluppare vaccini migliori e universali, i cosiddetti pan-coronavirus (qui vi abbiamo parlato del cerotto anti-Covid).

Anche dal vertice alla Casa Bianca dello scorso 26 luglio è arrivata una netta presa di posizione sull’argomento. Da Washington, infatti, ci si è chiesti che senso possa avere cercare di inseguire ogni nuova variante con un nuovo booster, ma soprattutto il peso che potrebbe avere tale strategia dal punto di vista economico e soprattutto di salute per i destinatari finali del farmaco. Ciò che servirebbe, dunque, sono appunto dei vaccini universali capaci di frenare anzitempo qualsiasi tipo di coronavirus.

Cosa sono i pan-coronavirus

Dagli studi della Casa Bianca, ancora una volta, è quindi emerso l’intento di puntare sui cosiddetti pan-coronavirus, una nuova generazione di vaccini universali che inducano una protezione più ampia e più duratura contro le varianti conosciute e le future. Questi tipi di farmaci possono essere inoculati o anche inalabili, per creare una barriera nasale che blocchi la trasmissione del virus.

Già diverse aziende farmaceutiche si sono messe al lavoro per cercare di portare quanto prima risultati sul vaccino universale, ma il prodotto finale è ben lontano dall’essere completato. Anche BioNTech, che con Pfizer ha dato vita a uno dei vaccini più utilizzati contro il Covid-19, ha messo in cantiere l’opera a partire da metà 2022, anche se non sono stati specificati i fondi da destinare al progetto.

Mancano i fondi e i materiali

Ma ancora una volta, come successo nei mesi passati, a mettere il bastone tra le ruote è l’economia. Dagli incontri alla Casa Bianca, infatti, non sono emerse idee chiare sui finanziamenti e i piani da attuare per la ricerca che, senza fondi mirati, non può prendere il via. Un altro problema è quello legato alla carenza dei materiali necessari per produrre i vaccini, la carenza di primati su cui testare i candidati e soprattutto la penuria dei gusci lipidici necessari per racchiudere e proteggere l’RNA.

C’è poi una complicazione insolita, determinata dalla situazione peculiare dovuta alla pandemia. Mentre per i primi vaccini anti-Covid nessuno aveva l’immunità specifica al virus, con i risultati sull’efficacia che erano chiari sin da subito, ora la maggior parte della popolazione mondiale è stata vaccinata (qui vi abbiamo parlato di quante morti sono state evitate grazie ai vaccini) o è guarita (o entrambe le situazioni). La domanda, quindi, è come condurre la sperimentazione che, anche in virtù di questo quadro immunitario, fa decadere il senso di urgenza di questi nuovi vaccini.

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