Covid, chi si ammala di più oggi e quanto si muore ancora. Variante Kraken più pericolosa?

Chi prende di più il Covid oggi e cosa rischia, quanto si muore ancora e quante volte si può prendere il virus. Cosa sappiamo della nuova variante Kraken

Pubblicato: 8 Febbraio 2023 21:55

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Redazione

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Covid, se ne parla sempre meno, ma l’epidemia non è ancora finita. Per quanto ormai da mesi conviviamo con maggiore tranquillità con il virus, grazie all’ampia copertura vaccinale in Italia che ci ha consentito di ritornare alla normalità, il Covid continua a diffondersi, e a modificarsi. Ma cosa sappiamo oggi delle nuove varianti in circolazione? Sono più pericolose o soltanto più contagiose?

In Italia, dall’inizio della pandemia al 1 febbraio 2023 sono stati diagnosticati e riportati al sistema di sorveglianza integrata esattamente 25.695.189 casi: di questi, 185.876 sono purtroppo morti. Un dato forte, che non possiamo dimenticare né ignorare, e che ci porta a tenere sempre alta l’attenzione.

Fra il 23 e il 29 gennaio 2023 sono stati segnalati 33.104 nuovi casi, di cui 53 deceduti. La buona notizia delle ultime settimane è che la circolazione del virus è in diminuzione in tutto lo Stivale. I dati del flusso ISS evidenziano una incidenza pari a 56 per 100mila abitanti.

Chi prende di più il Covid oggi e cosa rischia

Il tasso di incidenza a 7 giorni è in diminuzione in tutte le fasce d’età. Il tasso di incidenza più elevato si registra nella fascia di età degli over 80 anni (75,3 casi per 100mila) mentre nella fascia 20-29 anni si registra il valore più basso, pari a 30 casi per 100mila.

L’età media alla diagnosi dei soggetti segnalati nell’ultima settimana è 52 anni, in leggera diminuzione rispetto alla settimana precedente, quando era a 53. Stabile rispetto alla settimana precedente la percentuale di casi tra gli operatori sanitari, pari al 3,4%.

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Quanto si muore ancora di Covid oggi

C’è un dato, oggi, che ci consente di monitorare i morti per Covid. Si chiama CFR-Case Fatality Rate e misura proprio il numero di decessi sulla popolazione dei casi diagnosticati e notificati, che permette di avere una misura mensile del tasso di letalità del Covid. Il CFR è diminuito dal 19,6%, rilevato all’inizio della pandemia, allo 0,3% di novembre 2022. A gennaio 2021 questo dato risultava pari a 2,5%, mentre a gennaio 2022 risultava pari a 0,2%. Gli alti valori osservati nella prima fase pandemica sono verosimilmente dovuti anche alla ridotta capacità diagnostica.

Il numero medio giornaliero di tamponi effettuati è passato da 3.110 a febbraio 2020 a 98.362 a febbraio 2023, con valore massimo pari a 983.681 tamponi medi giornalieri nel mese di gennaio 2021. Va notato anche che i valori del CFR standardizzato, utilizzando come riferimento la popolazione europea, mediamente più giovane della popolazione italiana, risultano sempre più bassi rispetto ai valori del CFR standardizzato che ha come riferimento la popolazione italiana. Questo suggerisce che le differenze con gli altri Paesi europei, in termini di letalità, siano in parte dovute alla struttura per età della popolazione italiana, relativamente più anziana.

Quante volte si può prendere il Covid

Un aspetto da non sottovalutare è che il Covid si può prendere più volte, varianti diverse o persino stessi ceppi. Secondo gli esperti è possibile diventare positivi al Coronavirus anche 4 volte in un anno.

Non è un caso dunque se, dal 24 agosto 2021 al 1 febbraio 2023, sono stati segnalati ben 1.762.316 casi di reinfezione, pari all’8,4% del totale dei casi notificati nello stesso periodo. Nell’ultima settimana la percentuale di reinfezioni è addirittura pari al 29,6%, in aumento rispetto alla settimana precedente, quando sfiorava il 27,8%.

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Covid in bambini e ragazzi: la situazione

Un altro dato particolarmente significativo riguarda bambini e ragazzi in età scolare. Dall’inizio dell’epidemia sono stati diagnosticati e riportati al sistema di sorveglianza integrata 4.821.105 casi nella popolazione 0-19 anni, di cui 25.465 ospedalizzati, 576 ricoverati in terapia intensiva e 91 morti.

In leggero aumento rispetto alla scorsa settimana la percentuale dei casi segnalati nella popolazione in età scolare rispetto al resto della popolazione, pari a 11,6% rispetto a 10,8% della settimana precedente. Nell’ultima settimana, il 20% dei casi in età scolare è stato diagnosticato nei bambini sotto i 5 anni, il 40% nella fascia d’età 5-11 anni, il 40% nella fascia 12-19 anni.

Considerato che ad una larga parte della popolazione italiana è stata diagnosticata almeno una volta l’infezione da Sars-Cov-2 e la difficoltà, in questa situazione, di stimare correttamente l’impatto della sola vaccinazione disgiunto dall’immunità conferita dall’infezione pregressa, è interessante notare che il Ministero ha deciso, da questa settimana, di sostituire la stima dell’efficacia vaccinale con una stima del rischio assoluto di infezione da SARS-CoV-2, sintomatica e asintomatica, e di malattia grave che tiene conto non solo dello stato vaccinale ma anche dell’infezione pregressa.

Quali sono le varianti più diffuse in Italia

Per quanto riguarda le varianti in circolazione in Italia, dall’ultima indagine condotta il 10 gennaio 2023 dall’Iss e dal Ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler, è emerso che la variante Omicron ha una prevalenza stimata al 100%, con la sottovariante BA.5 largamente predominante e una quota di ricombinanti Omicron/Omicron pari al 3,6%. BA.5 ha infatti una prevalenza a livello nazionale pari all’86,3%, con frequenze regionali superiori al 74%.

Si continua a osservare un aumento, anche se moderato, nella proporzione di sequenziamenti attribuibili ai sottolignaggi CH.1.1, cosiddetta Orthrus e XBB.1.5, Kraken.

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La variante Kraken è più pericolosa?

Una domanda che in tanti si fanno è se sia più o meno pericolosa questa nuova variante Kraken, oppure semplicemente più contagiosa.

Ciò che gli scienziati hanno capito è che si diffonde piuttosto rapidamente, “ma non ci sono prove su una sua particolare pericolosità rispetto ad altre“. A stabilirlo, uno studio condotto dall’Università di Sassari, l’Università Campus Bio-Medico di Roma, l’Università Sapienza di Roma e l’Instituto Oswaldo Cruz del Fundação Oswaldo Cruz di Rio de Janeiro.

Non sarebbe, quindi, una minaccia per la salute pubblica e non ci sarebbero elementi per una situazione di allarme, nonostante “l’analisi genetica e strutturale su XBB.1.5”, la ‘Kraken’, “suggerisca che questa nuova variante presenti diverse mutazioni di interesse e caratteristiche che indicano capacità di ‘fuga immunitaria’.

La ricerca, che l’Adnkronos Salute ha avuto modo di leggere in anteprima, sarà pubblicata tra pochi giorni sulla rivista BioRxiv, e ha esaminato 1.010 genomi completi. “Va comunque sottolineato – scrivono i ricercatori – che nuove mutazioni in futuro possono rendere XBB.1.5 più pericolosa, per questo motivo il monitoraggio basato sul sequenziamento deve continuare perché rappresenta l’unico modo per identificare e prevedere cambiamenti importanti nella composizione genomica del Sars-CoV-2”.

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