Il Ministero della Salute ha emesso un nuovo avviso riguardante un caffè macinato, il quale è stato ritirato dal mercato a causa della presenza di elevati livelli di ocratossina. Il prodotto coinvolto è un lotto di caffè macinato arabica denominato “Arte delle Specialità”, prodotto dall’azienda Torrefazione Lucchese del caffè Srl. Il lotto soggetto al richiamo è identificato con il codice LG 24T.
Il richiamo del caffè dai supermercati
Il caffè è venduto in lattine da 250 grammi con scadenza fissata a ottobre 2025. Il comunicato del Ministero della Salute invita coloro che hanno acquistato questo caffè a procedere con lo smaltimento del prodotto o a restituirlo al punto vendita originario. Questa misura è stata presa a seguito del rilevamento di livelli di ocratossina superiori ai limiti di legge nel lotto interessato.
Se si è entrati in possesso di una delle confezioni del caffè Arte delle Specialità macinato arabica dal lotto LG 24T contaminato dall’ocratossina, il Ministero della Salute ha indicato due opzioni: lo smaltimento del prodotto gettandolo nell’immondizia per garantire che non sia più accessibile al consumo da parte di nessuno, oppure è possibile restituire il prodotto al negozio presso cui è stato acquistato. Se si conserva lo scontrino che attesta l’acquisto, è anche possibile richiedere un risarcimento.
È importante seguire queste indicazioni per garantire la sicurezza alimentare e prevenire eventuali rischi per la salute associati alla contaminazione da ocratossina.
Cos’è l’ocratossina e perché è pericolosa per l’uomo e per gli animali
L’ocratossina è una micotossina prodotta naturalmente da muffe come l’Aspergillus ochraceus e il Penicillum viridatum. È estremamente resistente alle lavorazioni alimentari, inclusa la tostatura del caffè, e può persistere a lungo nei normali processi metabolici.
Secondo il Comitato nazionale per la sicurezza alimentare (Cnsa), l’Ocratossina A, composto derivante dall’accoppiamento dell’aminoacido fenilalanina con la cumarina, è tra le sostanze nocive più comuni nei prodotti alimentari. Ha un’importante rilevanza sanitaria, poiché possiede notevoli proprietà tossiche, tra cui la cancerogenicità attraverso un potenziale meccanismo genotossico.
La presenza di questa micotossina è riscontrabile in diversi alimenti, tra cui caffè, frutta secca, vino e cereali, ma è anche presente in alimenti di origine animale, soprattutto nei prodotti a base di carne suina e nei latticini. Nell’ambito di questi ultimi, la presenza di Ocratossina A è spesso correlata alla crescita superficiale di funghi tossici durante la stagionatura e lo stoccaggio.
L’effetto nefrotossico dell’ocratossina può causare danni renali irreversibili, mentre sono state attribuite proprietà cancerogene e un’azione immunosoppressiva.
L’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha definito una soglia di assunzione settimanale tollerabile basata sulla tossicità e cancerogenicità renale. Secondo i valori di riferimento tossicologici dell’Efsa, i livelli di esposizione stimati forniscono margini di esposizione inferiori a 10.000 per gli effetti neoplastici con meccanismo genotossico, indicando un rischio per la salute soprattutto nei bambini e nei consumatori frequenti.
Il Cnsa sottolinea l’importanza di adottare buone pratiche durante la stagionatura di formaggi e salumi per prevenire e ridurre la contaminazione da Ocratossina A. È inoltre fondamentale informare i consumatori sull’importanza di evitare il consumo di formaggi e salumi che presentino muffe potenzialmente tossigene, poiché la micotossina può penetrare in profondità e non è sufficiente rimuovere solo le parti ammuffite.