L’Ucraina teme che l’avvento di Donald Trump alla Casa Bianca possa portare un deciso disimpegno dell’Occidente nella guerra contro la Russia. Dopo l’ok all’utilizzo di missili a lungo raggio in territorio nemico, l’amministrazione Biden non potrà infatti intraprendere nuove iniziative a medio o lungo termine.
Conscio di tutto questo, il presidente ucraino Zelensky si è lanciato in una proposta di pace più retorica che pratica, che prevede l’inserimento del Paese sotto l’ombrello della Nato. E che nei fatti non potrà mai incontrare il favore del Cremlino, per vari motivi che proveremo a spiegare.
Cosa prevede la nuova proposta di pace di Zelensky
In un’intervista rilasciata a Sky News, Volodymyr Zelensky si è detto pronto a un accordo di cessate il fuoco con la Russia. E fin qui niente di inaudito, l’aveva già fatto in più occasioni, arrivando di recente anche a stilare un programma in punti. Come allora, anche stavolta uno dei punti inderogabili è l’ingresso dell’Ucraina nella Nato. E ora arriva la vera novità: anche senza la restituzione immediata dei territori occupati e annessi unilateralmente dai russi nel conflitto. “Se vogliamo porre fine alla fase calda della guerra, dobbiamo prendere sotto l’ombrello della Nato il territorio che abbiamo ancora sotto il nostro controllo”, ha affermato il leader. “Dobbiamo farlo in fretta. Contando poi che i territori occupati si possono riprendere per via diplomatica”, ha aggiunto.
Zelensky ha affermato che l’Alleanza Atlantica dovrebbe “immediatamente” coprire la parte dell’Ucraina che è rimasta ancora sotto il controllo di Kiev. Cosa della quale, a dire del presidente, il Paese invaso “ha molto bisogno, altrimenti Vladimir Putin tornerà”. Quanto all’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca, Zelensky ha ribadito la necessità e la volontà di “lavorare con il nuovo presidente americano”, per “renderlo il nostro più grande sostenitore. Voglio lavorare direttamente con lui perché ci sono voci diverse nelle persone che lo circondano. Ed è per questo che non dobbiamo (permettere) a nessuno di distruggere la nostra comunicazione. Dobbiamo cercare di trovare un nuovo modello. Voglio condividere con lui idee e voglio sentirne da lui”.
A ben vedere, il nuovo proposito di pace di Zelensky non si discosta poi tanto dal precedente. A ottobre il presidente ucraino aveva stilato cinque punti fondamentali per raggiungere la tregua con Mosca entro il 2025. Tra questi, già all’epoca non figurava testualmente la restituzione dei territori conquistati militarmente dall’avversario. Eccoli riassunti di seguito, con un massimo comune denominatore individuato nella prosecuzione del supporto occidentale:
- ingresso nella Nato;
- garanzia di difesa;
- dissuasione di un’altra aggressione russa;
- ricostruzione e crescita economia dell’Ucraina;
- cooperazione con gli alleati e architettura condivisa di sicurezza post-bellica.
Perché il piano di pace ucraino non è accettabile per la Russia
Al netto di tutte le aperture possibili da parte del governo Zelensky, la posizione della Russia sui programmi di pace non sembra destinata a cambiare. Per un grande motivo strategico sugli altri: per Mosca è cruciale che l’Ucraina rimanga neutrale dopo la guerra, ben lontana da qualsivoglia coinvolgimento col blocco Nato. Una condizione inderogabile ribadita più volte da Putin ed esponenti del Cremlino e, di fatto, alla base dell’invasione su larga scala del febbraio 2022. L’allargamento della Nato a Est riecheggia nei discorsi dei russi dagli Anni Novanta, in quanto l’Ucraina rappresenta a un tempo la culla di una civiltà percepita come comune e un cuscinetto strategico nel quale difendersi lontano dal cuore della nazione.
C’è anche un altro motivo che non consente a Putin di considerare la proposta di Zelensky. I russi vogliono parlare soltanto con gli americani al tavolo delle trattative, da pari a pari, da impero a impero. Ben consci del fatto che quella d’Ucraina è una guerra per procura statunitense, che ora dovrà passare la prova della presidenza Trump e dei cambiamenti in corso in Europa.