Con l’annuncio del ritiro di Joe Biden dalla corsa per diventare presidente degli Usa alle prossime elezioni e l’indicazione di Kamala Harris come possibile sostituta, le donazioni dirette verso la campagna elettorale del Partito Democratico americano hanno ripreso forza. In poche ore sono arrivati oltre 46 milioni di dollari in contributi, dimezzando lo svantaggio accumulato nei confronti di Donald Trump nel secondo trimestre 2024.
Il Partito Repubblicano aveva infatti superato i Democratici nella quantità di fondi ricevuti da investitori e attivisti tra aprile e giugno, soprattutto a causa delle incertezze sulla candidatura di Joe Biden. Kamala Harris non è ancora ufficialmente stata nominata, ma sempre più grandi nomi progressisti la stanno indicando come successore del presidente uscente.
Kamala Harris recupera nelle donazioni: quasi dimezzato lo svantaggio con Trump
Nella serata italiana di domenica 21 luglio, quando negli Usa era ancora mattina, il presidente Joe Biden ha annunciato il suo ritiro dalla corsa per la Casa Bianca. Il suo nome non sarà quindi eleggibile alla convention di agosto, quando i delegati eletti alle primarie sceglieranno ufficialmente chi sfiderà Donald Trump. Pochi minuti dopo, tramite un post sui suoi social, lo stesso Biden ha annunciato il suo sostegno alla candidatura di Kamala Harris, la sua vicepresidente.
Una mossa importante, perché Biden ha vinto le primarie in maniera schiacciante e ora i suoi delegati alla convention saranno spinti a nominare Harris come candidata democratica alla presidenza. Una scelta che si basa probabilmente su una strategia condivisa da buona parte del partito e che, pur non essendo ancora ufficiale, ha già raggiunto un obiettivo.
In poche ore la campagna elettorale democratica ha raccolto 46 milioni di dollari in donazioni da parte dei suoi più importanti investitori. Un risultato che arriva poche ore dopo che un’analisi del Financial Times aveva quantificato il 100 milioni di dollari il vantaggio accumulato dai Repubblicani proprio sul fronte donazioni durante il secondo trimestre del 2024.
Il sostegno a Kamala Harris per la corsa alla Casa Bianca
L’effetto Kamala Harris ha quindi già dimezzato la differenza tra le donazioni ricevute dai due partiti, ancora prima che la sua candidatura possa essere resa ufficiale. Un risultato che testimonia quanto già da tempo gli ambienti vicini ai Democratici avessero riserve nei confronti della candidatura di Joe Biden. Un timore che si era manifestato nella richiesta da parte di George Clooney, tra i più importanti organizzatori di eventi per le raccolte fondi democratiche, del ritiro del presidente in carica dalla corsa alla Casa Bianca.
Nel frattempo Kamala Harris sta ricevendo sempre più sostegno dall’interno del Partito Democratico. Tra gli endorsement meno scontati quello di Alexandra Ocasio Cortez, deputata democratica dell’ala sinistra del partito, che ha espresso il suo sostegno nei confronti della vice presidente, spesso percepita come molto moderata, anche per il suo passato da procuratrice generale della California con un programma molto duro nei confronti della criminalità e poco apprezzato proprio dalle fazioni più progressiste dei Democratici.
Non è però ancora da escludere che il Partito Democratico organizzi delle “mini” primarie, anche per dare maggiore legittimità alla candidatura Harris. In questo caso potrebbero scendere in campo alcuni nomi importanti e in ascesa come il governatore della California Gawin Newsom o il segretario ai trasporti Pete Buttigieg.