Caldo eccessivo, Cassa integrazione per le categorie a rischio: l’elenco Inps

Inps e Inail hanno reso chiaro come ottenere la Cassa integrazione ordinaria anche per le temperature elevate: ecco i casi previsti e chi può far richiesta

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Sono tanti i lavoratori in Italia che si stanno interrogando sul fatto se sia possibile o meno operare in sicurezza in queste condizioni climatiche. Il caldo record pone numerosi soggetti a rischio e, forse non tutti sanno, l’Inps prevede un preciso protocollo in casi del genere. Ecco cosa può consentire l’ottenimento della Cassa integrazione ordinaria e come richiederla.

Cassa integrazione per temperature elevate

Considerando l’emergenza da bollino rosso in Italia, per quanto riguarda le regioni del Centro-Sud principalmente, è facile veder soddisfatti in alcune situazioni i criteri per l’assegnazione della Cassa integrazione ordinaria.

Occorre infatti superare un livello in termini di gradi centigradi, pari a 35°C. Una condizione che, per rendere valida la richiesta, deve impedire o comunque inficiare in maniera evidente lo svolgimento della propria attività, o di alcune fasi della stessa. Ciò vale per quei tipi di interventi per i quali non è possibile proteggersi dal sole, perché svolti all’esterno. Lo stesso dicasi per chi adopera materiali che mal si conciliano con il forte calore.

L’Inps interviene in questo ambito e dal 2017 è previsto un decalogo dell’Inail in merito all’attività lavorativa in relazione alle alte temperature. L’aspetto più interessante di tutto ciò, a tutela dei soggetti a rischio, è dato dal fatto che la soglia di temperatura indicata non dev’essere necessariamente effettiva. Il fatto che si indichino 33°C, ad esempio, può comunque rendere valida la richiesta di Cassa integrazione ordinaria. Il motivo? Viene considerata anche la temperatura percepita. In questo caso, quindi, 33 gradi possono trasformarsi facilmente in 40 e più, qualora si operi in strada, magari lavorando con materiali che mal si conciliano con il clima da bollino rosso.

Chi ha accesso alla Cassa integrazione

L’Inps ha nalizzato i dati in merito, evidenziando come i fenomeni climatici estremi, di qualsiasi natura, siano posti in relazione con un netto aumento del rischio di infortuni sul lavoro. Per questo motivo nel 2022 è stata presentata una lista dei settori per i quali è possibile richiedere la Cassa integrazione ordinaria, qualora la temperatura salga sopra i 35°C, reali o percepiti.

Parliamo ad esempio di chi procede alla stesura del manto stradale, così come della realizzazione di tetti di costruzioni, lavori di rifacimento delle facciate degli edifici e, in generale, tutte le lavorazioni all’aperto che richiedono indumenti atti alla protezione del singolo. A ciò si aggiungono gli impieghi con materiali che non sopportano il forte calore e gli interventi in aree non proteggibili dal sole.

L’azienda chiamata in causa deve presentare la domanda di Cigo e relativa relazione tecnica. Da indicare inoltre il numero di giornate di sospensione o, in alcuni casi, riduzione dell’attività lavorativa. Si richiede la specifica del tipo di intervento ma, è bene chiarirlo, non è richiesta alcuna produzione di dichiarazione che attestino l’entità della temperatura. Lo stesso dicasi per i bollettini meteo, che non fanno parte della documentazione necessaria.

Inps e Inail sottolineano, inoltre, come al di là delle temperature indicate dai bollettini, si riconosce la Cassa integrazione ordinaria in tutti i casi nei quali il responsabile della sicurezza di una data azienda disponga la sospensione delle lavorazioni, in quanto rilevati rischi o pericoli per la sicurezza e la salute dei dipendenti.

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