Aria condizionata con porte aperte, in questo Paese europeo multe salate per i negozianti: e in Italia?

I sistemi di refrigerazione talvolta sono la sola via di fuga per un po' di fresco nelle afose giornate estive, ma eccedere può costare caro. Il confronto Italia-Francia

Pubblicato: 20 Luglio 2024 08:57

Claudio Garau

Editor esperto in materie giuridiche

Laureato in Giurisprudenza, con esperienza legale, ora redattore web per giornali online. Ha una passione per la scrittura e la tecnologia, con un focus particolare sull'informazione giuridica.

L’aria condizionata in estate continua a dividere favorevoli e contrari, tra coloro che la ritengono la miglior soluzione possibile per combattere l’afa e le alte temperature delle giornate estive e coloro che, invece, ne sconsigliano l’uso prolungato per i connessi rischi alla salute.

I negozianti, i commercianti al dettaglio e tutti coloro che offrono servizi al pubblico (ristoratori, baristi ecc.) spesso si servono dell’aria condizionata per rendere più gradevole la permanenza nei locali dei degli avventori e dei clienti, non di rado accaldati turisti interessati all’acquisto di qualche souvenir da portare a casa o alla consumazione di cibi e bevande.

Il punto però è che l’uso eccessivo dell’aria condizionata può portare a sanzioni salate, come accade in Francia. Nel Paese direttamente confinante con l’Italia che, in questi anni, si sta collocando ai vertici del turismo mondiale, dal 2022 sono state introdotte misure per disincentivare il ricorso a questo sistema di refrigerazione, prevedendo multe salate per quei negozianti che lo tengono in funzione – ma lasciando le porte aperte.

E in Italia la situazione qual è? Ne parleremo di seguito, anche in considerazione del forte afflusso di turisti da Nord a Sud del paese, con numeri che nel 2024 fanno dimenticare del tutto il periodo buio della pandemia. Ecco cosa sapere.

Accesso spalancato con l’aria condizionata accesa, un’abitudine diffusa nei negozi

In estate le principali vie cittadine e delle più amene località turistiche di montagna e di mare costituiscono una sorta di ‘percorso obbligato’, per le migliaia e migliaia di turisti a caccia di momenti da ricordare.

Una pausa al ristorante, in un bar, in un forno o in un caratteristico negozio di artigianato locale necessita un momento di refrigerio, con la famiglia o gli amici, e molto spesso i negozianti e gli operatori della ristorazione – lavoratori che non di rado d’estate vedono moltiplicare gli incassi proprio per il forte afflusso di persone – non badano a spese con l’aria condizionata. L’attivano, con temperature anche troppo basse (come i 18°), nella speranza di richiamare – e trattenere in negozio – più persone e nell’obbiettivo di incrementare ulteriormente le vendite o le consumazioni.

C’è poi chi lascia le porte aperte per ragioni di visibilità, di competizione con i concorrenti e per dare una sensazione di comfort all’interno dei locali. Ma vero è che anche la distrazione o l’elevata mole di lavoro potrebbe portare il commerciante a dimenticarsi di chiudere l’entrata.

Le sanzioni in Francia

Porte aperte con l’aria condizionata, un dettaglio che nella calura potrebbe passare semi-inosservato ma che costituisce un tangibile aumento dei consumi energetici per raffreddare l’ambiente interno. Oltre all’energia sprecata crescono anche i costi operativi per i negozianti e i lavoratori del commercio, che si trovano a dover pagare bollette elettriche più alte.

Senza dimenticare l’impatto ambientale, in quanto la produzione e l’uso di energia sono responsabili di buona parte delle emissioni di gas effetto serra, nocivi per il pianeta. E proprio su queste problematiche è recentemente intervenuto il Parlamento Ue con nuove norme.

In Francia, dicevamo, hanno posto un freno a questo comportamento e dall’estate del 2022 città come Parigi e Lione hanno varato misure normative ad hoc, per sanzionare i negozianti che sprecano energia tenendo le porte aperte con l’aria condizionata accesa. L’anno successivo l’iniziativa è stata allargata a tutto il territorio transalpino. Chi viene beccato a lasciare l’ingresso aperto, riceve una multa fino a 750 euro. Certamente un disincentivo che vanificherebbe intere giornate di lavoro, e gli incassi conseguenti.

L’ex primo ministro francese Elisabeth Borne aveva giustificato queste misure, definendole strumenti per l’attuazione della strategia di transizione energetica francese, nell’obiettivo di raggiungere la neutralità delle emissioni di carbonio entro il 2050. Le autorità francesi avevano anche rimarcato che lasciare le porte aperte quando l’aria condizionata è accesa, comporta circa il 20% di consumo in più.

La situazione in Italia

La risposta del nostro Paese si sta facendo attendere, o comunque al momento non è alla pari di quella offerta da tempo dalla Francia. Troviamo regole come quelle del decreto Bollette n. 34 del 2022, che fissano i limiti delle temperature negli edifici della PA – sia per la stagione invernale che per quella estiva – e anche per il 2024  l’Enea, con un vademecum ad hoc, ha fornito alcuni consigli utili per sfruttare in modo efficiente i condizionatori così da avere un maggiore risparmio sul piano dei consumi e, al contempo, massimizzare i benefici ambientali.

Al di là delle regole applicate in ufficio o delle multe per l’aria condizionata in macchina, in Italia troviamo singole ordinanze comunali che, talvolta, disciplinano in materia di utilizzo eccessivo dell’aria condizionata e porte aperte dei negozi, ma è vero che non c’è ancora una legislazione generale sull’uso responsabile dell’aria condizionata nei negozi e nei locali aperti al pubblico – indicando multe o sanzioni per chi vìola le regole, come in Francia.

In questi anni alcune autorità locali hanno così stabilito normative o regolamenti specifici per favorire la sostenibilità e l’efficienza energetica, anche con la chiusura delle porte nei negozi in caso di utilizzo di sistemi di refrigerazione (e sanzioni per le violazioni). Pensiamo a città come Milano e Firenze, tra le altre. Si tratta tuttavia di interventi ‘a macchia di leopardo’ e, sul piano nazionale, l’adozione di pratiche sostenibili come queste è al momento solo incoraggiata, senza essere obbligatoria per tutti.

Intanto non mancano sul web le risposte negative dei negozianti che, sui principali social, esprimono spesso la loro contrarietà al divieto di usare l’aria condizionata con le porte aperte. Secondo molti operatori di commercio e rappresentanti di associazioni di categoria, infatti, la porta chiusa scoraggerebbe l’ingresso dei clienti nel negozio – e ciò specialmente nei mesi estivi.

Mentre chi gestisce piccoli esercizi critica le spese eccessive per installare porte scorrevoli o lame d’aria, che renderebbero più semplice l’accesso nei negozi e nelle attività commerciali.

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